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 2024  dicembre 08 Domenica calendario

Rapine con le maschere dei famosi

Rapine con maschere di maglia: ecco il nuovo allarme che arriva da Napoli. Si tratta di cappucci leggeri, molto elastici, tanto da adattarsi alla forma della testa e del viso, senza stringere troppo. Ma all’altezza del volto hanno impressa la faccia di qualche personaggio famoso. Dal rapper Snoop Dog a Barack Obama; da Brad Pitt a Robert Downey jr. Alla Diabolik, per intenderci.

A volte i film si ispirano alla vita reale per raccontare storie. In altre circostanze accade esattamente il contrario. E l’ispirazione arriva, per lo più, dalle pellicole che raccontano le gesta criminali degli antieroi di turno o, a volte di qualche eroe. Accadde per il film Point break, del 1991, che narrava le gesta di una banda di surfisti che, come principale attività, assaltava le banche della contea di Los Angeles con il volto nascosto da maschere che raffiguranti quattro ex presidenti Johnson, Nixon, Carter, Reagan. Una trovata narrativa singolare, ma che rappresentò un punto di svolta per i rapinatori; oppure nella saga di Mission impossible a travisare il volto di Ethan Hawke, impersonato da Tom Cruise.

Prima di quel momento, infatti, c’era chi si calava sulla testa calze velate da donna o i passamontagna noti come mephisto, i cappucci mimetici dei reparti speciali e delle forze dell’ordine. Anni dopo quei film, le rapine vengono commesse più o meno allo stesso modo. Sono invece cambiati i trucchi per il camuffamento. Negli ultimi mesi stanno imperversando appunto le maschere nere e leggerissime, fatte di calza, quindi traspiranti e trasparenti. Nascono come innocenti trucchi nati per carnevale o Halloween ma che, all’occorrenza, possono rendere irriconoscibili in altre situazioni. Un po’ Diabolik, un po’ Mission impossible dunque, ma a buon mercato. Basta tirare su il cappuccio di una felpa e i connotati cambiano rendendo irriconoscibile chi indossa i cappucci traspiranti. O meglio, dandogli proprio un’altra identità. Il nuovo allarme che viene da Napoli è legato alle rapine commesse dai banditi senza volto che riescono, in questo modo, ad essere immuni alle telecamere di sorveglianza installate, in particolare, nei pressi degli istituti di credito.

Cominciano a girare persino sui social gli allarmi legati a questo tipo di camuffamento e ai rischi che comporterebbe trovarsi al cospetto di un malvivente che indossa un cappuccio che gli dona altre sembianze. Di segnalazioni alle forze dell’ordine ne sono arrivate, ma finora non ci sono ancora stati provvedimenti. Questione di tempo. Risale a maggio, invece il sequestro che i carabinieri hanno effettuato a due passi dal campetto attrezzato Villa Giochiamo, vicino ad un istituto di credito con accanto un supermercato e a poche centinaia di metri da piazza Garibaldi. In via Cosenza, durante controlli, furono trovati pistole, centinaia di proiettili ma anche cinque maschere. Quattro con la faccia stilizzata resa famosa dal film V per Vendetta, basato sulla graphic novel scritta da Moore e disegnata da David Lloyd; un’altra ricalcava il volto del protagonista della serie televisiva statunitense Breaking Bad. Ma non è tutto. Un mese dopo, lo scorso giugno, sempre i carabinieri di Napoli sgominarono un gruppo di rapinatori che usavano maschere teatrali ispirandosi proprio a Point break. Banditi specializzati nella tecnica del cosiddetto «filo inverso», ovvero quando la vittima è un uomo che si sta dirigendo in banca per versare una certa cifra e non per prelevarla.

Certo, nel film che rese famosi il compianto Patrick Swayze e Keanu Reeves, venivano usate maschere di presidenti Usa. In Italia, i personaggi usati sono stati spesso quelli della Seconda Repubblica: da Berlusconi a D’Alema. A Napoli, a Castel Capuano, nella sede dell’ex tribunale, c’è un padiglione in cui sono esposti numerosi oggetti legati al crimine. Tra questi, campeggia una maschera in gomma che fu usata per una rapina con le sembianze di Lino Banfi. 

Le indagini Il ritrovamento di alcuni esemplari e avvenuto durante il blitz dell’Arma alle «Case Nuove»

nel Nord Italia, alcuni anni fa, quando nel Milanese fu sgominata quella che fu ribattezzata come “la banda delle maschere” che usava parrucche e trucchi di scena per cambiare i connotati. Gli inquirenti spiegarono che i malviventi si servivano di costose maschere in lattice acquistate su Internet che potevano costare anche 500 euro. I copricapi traspiranti con le facce stampate, costano molto meno e sono alla portata di tutti. Questo li rende più pericolosi.