la Repubblica, 7 dicembre 2024
Biografia di Isabelle Rossellini
LUCERNA – Un Oscar da sette minuti e cinquantatré secondi. In rete si scommette sulla prima candidatura di Isabella Rossellini, 72 anni, perConclave di Edward Berger, in sala il 19. Sorella Agnès è la suora che tra i fiumi di parole dei vescovi – Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Sergio Castellitto – spicca per sguardi e silenzi. L’attrice stasera riceve il premio alla carriera agli European Film Award di Lucerna.
Una manciata di minuti la metteranno in corsa per un Oscar da non protagonista?
«Sarebbe bellissimo. Ma bisogna aspettare l’annuncio del 17 gennaio e comunque ci sono stati attori candidati con ruoli più corti del mio».
Come è entrata in “Conclave”?
«Il romanzo di Robert Harris era stupendo, il film è ancora più thriller, Berger si è ispirato aTutti gli uomini del presidente,voleva che lediscussioni tra i vescovi avessero la stessa tensione. Berger cercava “un personaggio che non parla mai, mi serve la tua presenza carismatica”.
Agnès si ritrova nella lotta di potere per il nuovo Papa, non vota ma da osservatrice ha un’autorità maggiore. L’ho immaginata come un’ombra silenziosa e potente. Mi sono ispirata alle suore della scuola d’infanzia. La Chiesa dà alle donne un ruolo subordinato, invece loro erano forti, avevano scelto le loro vite».
“Conclave” abbraccia l’idea di un futuro più inclusivo in Vaticano.
«Al centro del film c’è il dubbio.
Come dice Ralph Fiennes, la certezza porta a essere intolleranti e arroganti, il dubbio porta all’ascolto, all’unità, a una specie di santità. Ho riletto il libro di Luciano De Crescenzo, Il dubbio,come ispirazione perConclave.Luciano era così spiritoso...
Parla male del punto esclamativo come affermazione assoluta, e benissimo del punto interrogativo,chiave della bontà. Il film finisce con un interrogativo su un tema sociale forte, quello del gender. Non prende una posizione, lascia un dubbio che forse dovremmo ascoltare».
Le suore a scuola erano severe?
«Le mie erano buone. Da piccola ero malata e non ero brava, erano affettuose. Mamma diceva che loro avevano scelto di stare lì, mentre lasua vocazione era stata il cinema».
La sua di vocazione, invece?
«Gli animali. L’ho capito quando sono diventata etologa. Credo di averlo desiderato fin da piccola, ma non sapevo come riuscirci. Ho studiato da costumista, lavorato con papà, mi sono spostata in America con mamma; ho fatto l’assistente di Gianni Minà, L’altra domenica conRenzo Arbore. Bruce Weber ha fatto nascere la mia carriera da modella, poi sono stata attrice. Ora sono un’etologa felice».
Sua madre era la suora in “Le campane di Santa Maria”, Andy Warhol la rese pop.
«Quel film diventò un classico natalizio in tv. Oggi si vede meno. Lo streaming ha cambiato le abitudini.
Manca la visione collettiva».
Ricordi alla cerimonia degli Oscar?
«Andai con Martin Scorsese per Toro scatenato,per mia madre, con David Lynch per Velluto blu.Quella diToro scatenato fu un’edizione difficile, avevano sparato al presidente Reagan, l’assassino era innamorato di Jodie Foster. La cerimonia fu spostata al giorno dopo per i controlli di sicurezza».
Stasera riceve l’Efa alla carriera.
«Contenta ma sorpresa, tre premi alla carriera in due anni, prima non me ne davano mai. Forse compiuti i 70 pensano “prima che muoia...”».
Se dovesse scegliere tre film suoi?
«Velluto blueLa morte ti fa bella :alla parata di New York c’era un carro sul film. EThe innocent di Schlesinger».
I film italiani in cui si è divertita?
«NeIl Papocchio ridevamo da matti.
Ma non mi sentivo attrice. Mamma mi spinse sul set diIl prato con i fratelli Taviani: le critiche furono brutali, smisi per anni. Poi Avedon miconvinse».
Nel suo primo film, “Nina”, interpretava una suora.
«Fu una comparsa. Mamma era felice, Vincente Minnelli e Liza giravano a Roma, lei poteva stare con noi. Mamma era una contessa che moriva dopo un incidente in ospedale, assistita da una suora. Fu divertente stare con lei, vestirmi da religiosa».
Il rapporto con la fede?
«A papà interessava più dal punto di visa filosofico. Io sono rispettosa».
Un Natale indimenticabile?
«A Roma, ero sposata con Martin Scorsese, andammo alla messa di mezzanotte a San Pietro, eravamo esaltati da tanta spiritualità. Tornati a casa ci siamo accorti che gli avevano rubato il portafogli».
Che regalo vorrebbe per Natale?
«Amo la biodiversità, vorrei regalarmi due pecore di una razza rara per il mio gregge».