Corriere della Sera, 7 dicembre 2024
Domande e risposte sulla malattia misteriosa che afflige il Congo
1 Dove si trova il focolaio epidemico?
Le aree colpite sono sette su 30 nel distretto sanitario di Panzi, a circa 755 chilometri a Sud-Est di Kinshasa e a 480 chilometri dal capoluogo provinciale. Panzi si trova in un’area isolata nella provincia di Kwango, con difficoltà di accesso specialmente durante la stagione delle piogge, al confine con l’Angola. Gli esperti epidemiologi della Repubblica Democratica del Congo hanno impiegato due giorni per arrivare sul posto. Le infrastrutture sanitarie sono quasi inesistenti. La popolazione vive in una generale precarietà, soffrendo per la mancanza di accesso all’acqua potabile e ai medicinali, a elettricità e Internet.
Il tasso di malnutrizione (61%) è tra i più alti del Paese e già due anni fa la regione era stata colpita da una grave epidemia di febbre tifoide. Epidemie di Konzo (una malattia neurodegenerativa presumibilmente causata da tossine alimentari), colera, malaria e salmonellosi, spesso aggravate da malnutrizione diffusa tra bambini e adolescenti.
2 Quando sono stati «notificati» i primi casi?
I primi casi sono stati rilevati il 24 ottobre. «Il 29 novembre 2024, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è stata informata di una malattia non diagnosticata in una remota area della Repubblica Democratica del Congo, che si è diffusa a partire da metà ottobre causando numerosi decessi», fanno sapere al Corriere dal quartier generale Oms di Ginevra.
3 Che cos’è questa malattia e quali sono le cause?
Non si sa ancora. Il Panzi è «un’area remota con capacità limitata in termini di laboratori e strutture sanitarie, il che rende possibile che si tratti di un patogeno esistente ma ancora non diagnosticato», fanno sapere sempre da Ginevra. E aggiungono: «Attendiamo i risultati dei test di laboratorio, quindi al momento si parla di una malattia non diagnosticata, piuttosto che di una malattia sconosciuta. I primi risultati arriveranno nei prossimi giorni dai laboratori della vicina città di Kikwit. I test includeranno verifiche per influenza – essendo il picco stagionale nella regione —, Covid 19, malaria e morbillo, tra altre malattie. È anche possibile che il focolaio stia catturando più patologie contemporaneamente».
La malnutrizione
In questa area arriva al 61% della popolazione Diverse le epidemie
affrontate dalla regione
4 Quali sono i sintomi?
«I sintomi principali osservati sono di tipo respiratorio: febbre, tosse, naso che cola, mal di testa e dolori muscolari. Molti pazienti presentano malnutrizione e anemia, ma ciò potrebbe riflettere lo stato generale di salute della popolazione, poiché la regione registra tassi di malnutrizione estremamente elevati», risponde l’Oms. Tra i 30 decessi avvenuti nei centri sanitari, 17 persone sono morte per problemi respiratori e gli altri per mancata trasfusione in uno stato di grave anemia, ha reso noto il ministero della Sanità congolese.
5 Chi sono i più colpiti e dove avviene la trasmissione?
«Tra i casi segnalati fino al 3 dicembre – risponde l’Oms —, il 63% riguarda bambini sotto i 15 anni, che rappresentano anche l’81% dei decessi. Tra questi, i bambini sotto i 5 anni sono particolarmente colpiti. La trasmissione avviene principalmente nei nuclei familiari: i genitori infettano i figli o viceversa».
6 Quali le raccomandazioni per la popolazione?
In attesa delle conclusioni delle indagini, il ministero della Salute ha raccomandato misure ispirate alla lotta al Covid 19: limitazione degli assembramenti, lavaggio frequente delle mani e segnalazione dei casi sospetti. Le autorità locali hanno anche preso in considerazione la possibilità di limitare la circolazione delle persone nei villaggi vicini per arginare la diffusione.
I contagi
Avvengono in famiglia Febbre, tosse, naso che cola i principali sintomi aggravati dall’anemia
7 C’è il rischio che il contagio si propaghi anche fuori dal Congo?
«La zona sanitaria di Panzi si trova nella provincia di Kwango, nel Sud-Ovest del Paese, al confine con l’Angola. Questo solleva preoccupazioni per un potenziale rischio di trasmissione transfrontaliera. Al momento, nessun caso con presentazione clinica simile a quella osservata è stato segnalato in Angola, ma il rischio di diffusione oltre confine rimane. L’Oms in Angola è stata allertata e sta collaborando con le autorità nazionali», dicono dall’Agenzia dell’Onu.