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 2024  novembre 18 Lunedì calendario

Biografia di Bela Karolyi

Bela Karolyi (1942-2024), ginnasta rumeno. «Karolyi e sua moglie Martha hanno allenato numerose ginnaste diventate poi medaglie d’oro olimpiche e campionesse del mondo, tra cui appunto Comaneci, Mary Lou Retton e Simone Biles. L’oro di Montreal 1976, su Instagram, lo ha ricordato e ringraziato per aver avuto “un grande impatto e influenza” sulla sua vita. Ma per quanto vincente, Karolyi (i Karolyi) sono stati criticati in diverse occasioni per i metodi severi: molte ex ginnaste lo hanno incolpato – sempre insieme alla moglie – per gli allenamenti al limite della tortura e per non aver impedito al medico Larry Nassar di perpetrare per anni comportamenti sessualmente abusivi nei confronti delle atlete (per questo Nassar è stato condannato a 175 anni di carcere). I Karolyi erano fuggiti dalla Romania agli Stati Uniti nel 1981. Bela subito guidò Retton, che aveva solo 16 anni, al titolo olimpico all-around ai Giochi del 1984 a Los Angeles – il primo oro statunitense della storia alle Olimpiadi – e divenne iconico quando nel 1996, ad Atlanta, aiutò l’infortunata Kerri Strug a lasciare la pedana, non prima di averle chiesto però il volteggio valido per l’oro a squadre. Serviva quel suo ultimo Yurchenko, e non c’era infortunio che tenesse. La forzò a saltare con una distorsione di terzo grado alla caviglia sinistra, con lesione del tendine. Vinse, ma non gareggiò mai più. Karolyi fu allontanato dalla Usa Gymnastics dopo le Olimpiadi di Sydney 2000, era la prima volta che diverse atlete raccontavano dei suoi metodi, veramente pesanti. E questa tentazione di spingere le ragazzine oltre i loro limiti fisici e mentali è riemersa nello scorso decennio quando, con Lasser nell’occhio del ciclone, oltre una dozzina di ex ginnaste ha ripreso a parlare di quella cultura oppressiva, di quelle torture: diete da 900 calorie al giorno (la giovane Comaneci), privazione di acqua sempre in nome del peso, allenamenti estenuanti fin dalla più tenera età, urla e grida. Tra le accusatrici, però, non c’erano le sue ragazze più celebri. Non Comaneci, non Strug, addirittura tra le più strenue a difenderlo (al matrimonio ricreò l’iconica foto del 1996, ovviamente senza gesso). C’era, in parte, Dominique Moceanu (foto Ap), la più giovane medagliata della ginnastica Usa a soli 14 anni, che oggi, 43enne, scrive: “Era un individuo complesso che racchiudeva un mix di forze e debolezze e che lasciava impatti duraturi in chi lo conosceva [...]. Le sue parole aspre e il suo atteggiamento critico spesso hanno gravato su di me”, il commento di Moceanu che poi sceglie un congedo con affetto e con il più classico dei “riposa in pace”» [Strada, Cds].