11 novembre 2024
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Biografia di Anne Jaqueline Hathaway
Anne Jaqueline Hathaway, nata a Brooklyn, New York, il 12 novembre 1982 (42 anni). Attrice e produttrice statunitense. È stata la fantastica stagista di un’insopportabile Meryl Streep in Il diavolo veste Prada (2006), forse il suo ruolo più popolare. Ha vinto un Oscar come attrice non protagonista con Les Misérables nel 2013 e ha avuto ruoli da protagonista in molte altre pellicole di successo: Pretty Princess (2001), Principe azzurro cercasi (2004), Ella Enchanted – Il magico mondo di Ella (2004), I segreti di Brokeback Mountain (2005), Alice in Wonderland (2010), Amore & altri rimedi (2010), Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), Interstellar (2014) e Rachel sta per sposarsi (2008), per il quale ha ricevuto la sua prima candidatura per l’Oscar alla miglior attrice e la vittoria di un Critics’ Choice Awards. Qualcuno l’ha definita la perfetta combinazione tra Julia Roberts, Audrey Hepburn e Judy Garland. È sposata, ha due figlie e nella sua storia sentimentale c’è la relazione malata con un avventuriero italiano finito in carcere. Politicamente, è di idee progressiste e vota democratico.
Titoli di testa Di sé stessa dice: «So cantare: sono soprano. (…) Scrivo poesie orribili, ma mi piace farlo. E sono anche una pittrice molto, ma molto scarsa».
Vita Figlia di Gerald Hathaway, avvocato, e Kate McCauley, a sua volta attrice (quest’ultima appare con la figlia nel film Principe azzurro cercasi), nata nel borough di Brooklyn, a sei anni si trasferisce con la famiglia a Millburn, nel vicino New Jersey. Ha due fratelli, Michael e Tom. Il nonno materno, Joe McCauley, fu una delle personalità radiofoniche più conosciute di Filadelfia ma è stata la madre a indirizzarla verso la carriera di attrice. Della sua giovinezza si sa che, sulla scia di un’educazione cattolica, a 11 anni avrebbe voluto farsi suora, ma a 15 anni aveva già abbandonato il cattolicesimo per definirsi non denominational christian, cristiana generica. Ad avere un peso in questa sua scelta era stata anche la scoperta dell’omosessualità del fratello Michael • Ha studiato al liceo di Millburn per poi iscriversi al Barrow Group di New York. Nel 1999, a 17 anni, si esibisce come primo soprano alla Carnegie Hall, con il coro della All Eastern U.S. High School Honors. Nello stesso anno è ingaggiata nella serie tv Get Real: il personaggio di Meghan Green le vale la nomination per il Young Artist Award. E le consente di trasferirsi nella Grande Mela. A New York studia al Vassar College, dove si specializza in letteratura inglese. Ma è qui che decide che non farà la professoressa • I Duemila sono anni decisivi ed anche un po’ magici per Anne: nel 2001 la Walt Disney Pictures la ingaggia per il ruolo da protagonista nel teen romance Pretty Princess, al fianco di Julie Andrews. Nel 2004 è la volta di Ella Enchanted – Il magico mondo di Ella e di Principe azzurro cercasi. Un anno dopo è già la moglie di Jake Gyllenhaal, ne I segreti di Brokeback Mountain • Il 2006 la porta al vertice della carriera a fianco della mefistofelica Meryl Streep nella glamour-comedy Il diavolo veste Prada. Nel 2007 dà vita alla scrittrice britannica Jane Austen nel biopic Becoming Jane. Nel 2008 gira l’action-parody Agente Smart – Casino totale. Nello stesso anno si presenta alla Mostra Cinematografia di Venezia con Rachel sta per sposarsi, firmato da Jonathan Demme (ruolo che le procura una nomination all’Oscar). Il 2009 è anche l’anno del suo film meno apprezzato, Bride Wars – La mia migliore nemica seguito da Appuntamento con l’amore di Garry Marshall. «A ripercorrere la sua carriera, pare che le vocazioni di Garry (Marshall) fossero due: far stare bene la gente che vedeva i suoi film da una parte: dall’altra consacrare star, offrendo ruoli indimenticabili a Julia Roberts e Richard Gere o Anne Hathaway, da lui scoperta e portata al successo» [Nepoti, Rep, 2016] • Il 2010 per Anne segna la collaborazione con Tim Burton, che la vuole in Alice in Wonderland. Il regista ha riservato all’attrice il ruolo della regina Bianca. La Hathaway tornerà a vestire i panni dello stesso personaggio sei anni dopo in Alice attraverso lo specchio, per la regia di James Bobin. Sempre nel 2010 recita in Amore & altri rimedi, poi si innamora dell’aitante Jim Sturgess in One Day (2011), per trasformarsi infine in Catwoman in Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan. «Anne Hathaway è a dieta ferrea per il ruolo di Catwoman nel nuovo film di Batman. Quel costume non perdona. Ci vogliono tre persone per riuscire ad infilarmelo» [Novella 2000, ottobre 2011] • Nel 2013 sarà Fantine ne Les Misérables e si aggiudicherà un Golden Globe e l’Oscar. In un’intervista a ioDonna del 2012 racconta qualche retroscena. Secondo le cronache ha cercato con molta determinazione anche il ruolo di Fantine in Les Misérables...«Tom (Hooper, il regista di Il discorso del re, ndr) dice d’aver sempre avuto me in testa, ma per un po’ pareva impossibile persino fare un provino: qualcuno in produzione mi riteneva troppo vecchia per Cosette, troppo giovane per Fantine. Alla fine ha vinto Tom». Una di quelle audizioni da annali? «Ho cantato I Dreamed a Dream(scena tragicissima, pubblico in delirio, ndr). E, quando ho finito, mi sono resa conto che Tom piangeva. Conoscevo bene quella scena, l’avevo vista fare da mia madre tante di quelle volte...”» • Nel 2015 recita con Robert De Niro ne Lo stagista inaspettato, nel 2016 Tim Burton torna a dirigerla in Alice attraverso lo specchio, nel 2018 arriva Ocean’s 8, nel 2020 Le streghe diretto da Robert Zemeckis. Nel 2022 è nel cast di Armageddon Time, coming of age • Quest’anno ha lavorato in The Idea of You e nel drammatico Mothers’ Instinct.
Curiosità Su molti argomenti e in molte occasioni Anna Hathaway ha preso posizioni anche scomode riguardo al proprio impegno professionale, al come fare l’attrice. «“Oggi mi sento un incrocio tra Coco Chanel e Katharine Hepburn” ha risposto ad esempio alle inevitabili lodi dirette al look: blusa Marni, designer affermata, pantaloni morbidi e ampi di Chichi, designer emergente. Sostiene che è importante avere dei mentori. Soprattutto se, come Coco Chanel, ritenevano che «non valesse la pena di perdere tempo a sbattere la testa contro il muro sperando di trasformarlo in una porta». Anne Hathaway la testa la preserva bene, ma è fin troppo evidente che il talento per localizzare uscite di sicurezza è stato affinato negli anni. «La morte sarà un sollievo. Basta interviste». E qui cita la Hepburn. «Eppure, nonostante gli applausi (a scena aperta, durante la proiezione-test cui abbiamo assistito a New York, neanche fossimo a Broadway dove la versione live del musical tratto dal capolavoro di Victor Hugo tiene banco da un paio di decenni), nonostante “favoloso” e “perfetto” siano due aggettivi che ricorrono spesso nell’intervista (a proposito dei compagni di lavoro Hugh Jackman e Russell Crowe – e soprattutto del neomarito Adam Shulman, attore e designer di gioielli), non c’è “Wow” o superlativo che riesca a nasconderne la fragilità, la paura di essere braccata. “I nemici sono così stimolanti”. Anzi, per Katharine Hepburn doveva essere una soddisfazione averci a che fare. Ma c’è chi vede nemici dappertutto. “Niente domande personali” è la richiesta non proprio inaspettata pre-intervista. Ci limitiamo alle congratulazioni (per il recente matrimonio). “Grazie” è la replica. Si può essere più succinti? Ci si sente diversi da signora sposata? “Sì: ora so che era quel che stavo cercando”» [Paola Piacenza, IoDonna 2012] • L’incontro letterario con Victor Hugo e i rivoluzionari dell’800 ne stimola l’istinto battagliero. Se Les Misérables è anche un film sull’amore a prima vista («Credo che esistano le anime gemelle, destinate a riconoscersi a un livello più profondò di quello di cui siamo consapevoli, ma l’amore a prima vista non sono sicura dia garanzie. Forse un paio di test è meglio farli»), l’epopea di Jean Valjean, di Gavroche, di Fantine e Javert come degli altri eroi del romanzo è soprattutto un’esaltazione dell’animo ribelle, che Anne – prese le dovute distanze – sembra comprendere e condividere. Il capolavoro, dice: «Racconta l’emozione di quell’età in cui è normale essere idealisti, arrabbiati e con l’energia per cambiare il mondo. È politico perché la storia di Hugo lo è, parla di passioni senza tempo. Guardi il film, vedi quelle barricate e pensi a quello che sta succedendo in Medio Oriente (anche nel 2012 scosso da violente tensioni, ndr)» • E ancora, se le si chiede se crede ancora nel movimento Occupy Wall Street, di cui ha fatto parte, e se valga ancora la pena di lottare contro l’ingiustizia, la Hathaway risponde senza esitazione: «Sono figlia di un avvocato, la mia idea di giustizia è: imparzialità basata sulla logica e la mutua comprensione del senso morale». D’altra parte, storicamente l’attrice si è sempre schierata: «Sono una sostenitrice di Obama – dichiarava nel 2008 – Ho preso parte alla Convention dei Democratici a Denver. Ho forti legami con i Clinton da quando furono eletti. La cosa più importante per me è che ci sia un democratico alla Casa Bianca». Successivamente (2012) ha partecipato alla campagna contro i danni ambientali da “shale gas” assieme a un’agguerrita pattuglia di star, da Lady Gaga a Gwyneth Paltrow, Alec Baldwin e Uma Thurman. Nel 2016 Nel 2016, Hathaway è stata nominata ambasciatrice di buona volontà per Un Women, sulla base del suo attivismo in materia di uguaglianza di genere • Alla luce di questo vissuto, La tragica sorte di Fantine per lei non è solo una pagina intimistica: «Mi ha fatto pensare a una statua di Rodin, La victoire: un soldato ferito sostenuto da un angelo. Non si può dire che l’espressione sul suo viso sia bella, ma potente sì. Ecco cos’è Fantine per me, una madre che muore e pensa alla creatura che lascia, quello è il suo grido di dolore» • Dalle tante interviste rilasciate durante tutta una carriera emerge costante il carattere deciso della “segretaria schiavizzata” de Il diavolo veste Prada, un misto di disciplina teutonica usata come medicina e dell’eterna insicurezza di chi non si sente mai arrivato. • Negli anni giovanili si descrive come una alla quale piace leggere, frequentare i mercatini del modernariato e coltivare passioni insolite: «Gironzolo nei negozi di mobili, o tento di rimodernare mobili. Mi piacerebbe saperne di più di falegnameria, perché voglio imparare a farmi i mobili da sola. Sport? Faccio sessioni di forza con i pesi e kick-boxing. Se ho tempo inserisco anche alcune lezioni di danza e Pilates» • La sua coerenza si ritrova più tardi ma sotto il profilo della fragilità dell’interprete. Quando si è rivista pallida ed emaciata nel suo ruolo più prestigioso, che le è valso l’Oscar, non si è subito piaciuta: «Ci sono ancora i segni delle mie unghie sulla poltrona... Non sono mai completamente soddisfatta di quello che faccio, ma forse adesso questa abitudine a buttarmi giù l’ho superata. È iniziato quando ho girato Rachel sta per sposarsi, momento di congiunzione perfetta nella mia vita. Da quella fase in cui non conoscevo il fallimento e affrontavo ogni giorno con fiducia, ero passata alla consapevolezza che tutti gli esseri umani prima o poi cadono (il riferimento autobiografico è stato attribuito alla relazione con Raffaello Follieri (vedi al Amori) arrestato nel 2008, che un giornale americano definì la sua romantic Waterloo). Poi un giorno, sul set mentre inanellavo pensieri negativi, mi sono detta: “Anne, se un milione di persone guarderanno la scena e penseranno che sei un mito e tu continuerai a pensare che fai schifo, riuscirai a fartene una ragione?”. È stata la prima volta che ho avuto compassione per me stessa. Perciò quando ho finito di girare la scena in cui canto I Dreamed a Dream, ho pensato: “Ben fatto, se qualcuno vuoi provare a fare meglio di così, si dovrà impegnare parecchio”» • Naturalmente, il ritratto di una diva del cinema non sarebbe completo se non contenesse qualche bizzarria (poche, a dire il vero). Il sarto Valentino racconta che: «Nel 2009, a New York, «ha innaffiato di vino la star del Diavolo veste Prada, Anne Hathaway, e poi, su richiesta di lei, le ha autografato il vestito macchiato, ovviamente griffato Valentino». C’è poi un aneddoto di qualche anno dopo: «(…) i Beckham e Anne Hathaway (vanno pazzi) per la maschera alla cacca di usignolo, che fa la pelle di porcellana» [Panorama, aprile 2012] • Un capitolo tra il divistico e il politically correct è quello sul veganesimo, che Anne ha a lungo praticato. Ma con un’eccezione. È successo nel 2014, l’ha raccontata Nicoletta Tilacos sul Foglio: «Guai a rinnegare la promessa di nutrirsi per sempre di insalate, legumi, germogli di soia e cubetti di tofu, soprattutto se ci si chiama Anne Hathaway e fino a un attimo prima si è stati testimonial mondiali dell’assoluta desiderabilità (etica e salutistica) della dieta vegana, al cento per cento esente da proteine animali. La trentaduenne attrice americana, premio Oscar nel 2013, ha raccontato qualche giorno fa al giornale online Inquisitor di aver dovuto rinunciare ai suoi pasti “cruelty free” mentre girava in Islanda Interstellar. Certe prove atletiche – indossare una tuta da quaranta chili, per esempio – le risultavano del tutto insostenibili. Debilitata e disperata, in un ristorante di Reykjavík aveva provato a mangiare del pesce – vietatissimo ai vegani – e subito si era sentita meglio. Al punto che ora si è buttata sulla paleo-dieta, agli antipodi rispetto a quella vegana: selvaggina, pesce, crostacei, uova, semi e vegetali (ma appena raccolti), e niente tofu (…) Pare che la Hathaway abbia fatto la sua pubblica abiura di fronte a un piatto di salsicce, ha scritto Inquisitor, e la cosa non poteva passare liscia. La potente Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), che si ispira al filosofo della liberazione animale, Peter Singer (quello che sostiene che i neonati non sono persone), ha immediatamente reagito con sconcerto e disappunto al voltafaccia della sua beniamina, verso la quale ha avviato una sorta di stalking gentile ma fermo, di cui troviamo puntuale resoconto nei comunicati stampa dell’associazione. L’attrice è stata sommersa da ricettari vegani, da dichiarazioni di medici e dietologi vegani, da manuali di buona vita vegana. Si sentiva male? Avrà sbagliato qualcosa, insinua la Peta: “Anne Hathaway è una persona di animo gentile e sensibile nei confronti degli animali. Può aver ricevuto qualche pessimo suggerimento, così noi siamo qui ad aiutarla con buoni consigli”».
Amori Nel 2004, Anne Hathaway si lega sentimentalmente allo sviluppatore immobiliare italiano Raffaello Follieri. Nel giugno 2008, l’uomo viene arrestato per frode e condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. La vicenda è stressante per l’attrice, che tuttavia non risulta complice del compagno. La loro relazione comunque finisce. Anne ha dovuto, per legge, restituire al tribunale i gioielli che lui le aveva donato in quattro anni di storia d’amore. Sono andati all’asta sul web, per risarcire i truffati dall’ex fidanzato faccendiere (fra le altre cose): un braccialetto in brillanti battuto a 10 mila 775 dollari, due orologi Audemars Piguet, a 11 mila 450 e a 7.201, un bracciale in brillanti e topazi, a 8.310; un paio di orecchini a goccia in zaffiri blu cobalto e brillanti a 10 mila 525. A conti fatti, è stato raccolto l’equivalente di 72 mila euro [Novella 2000] • Nel 2008 incontra l’attore Adam Shulman al Palm Springs Film Festival. I due iniziano a frequentarsi a novembre dello stesso anno; nel novembre del 2011 viene ufficializzato il loro fidanzamento; si sposano il 29 settembre 2012 a Big Sur, in California, in una cerimonia ebraico-cristiana. un centinaio tra amici e parenti, menù vegano. Dalla loro unione nascono i figli Jonathan Rosebanks, il 24 marzo 2016, e Jack, nel dicembre 2019 • Prima di averli aveva confessato il suo bisogno di maternità. A chi le ricordava che la mamma aveva lasciato la carriera artistica per i figli e le domandava se lei avrebbe fatto lo stesso rispondeva: «Desidero avere figli da quando ho 16 anni. E non vedo l’ora di conoscere i miei bambini. Ma non so come mi comporterò quando succederà. Vorrei essere per loro una madre moderna, la loro guida per diventare brave persone nel mondo» • A proposito del pancione, è stata lei stessa a mostralo prima che lo facessero i paparazzi. E anche per una buona causa: «Anne Hathaway ha annunciato su Instagram la seconda gravidanza. L’attrice ha postato un’immagine in cui appare sorridente allo specchio mentre mostra il pancione. Sotto la foto questo testo: “Non è per un film. Scherzi a parte, per tutti coloro che affrontano l’inferno dell’infertilità e dei problemi di concepimento, sappiate che nessuna delle mie gravidanze è andata avanti senza intoppi. Vi mando tanto amore”» [Giorgio Dell’Arti, luglio 2019]. Il tema dell’infertilità ha un peso particolare nella vita dell’attrice: «Anne, 36 anni, non rivela quali siano state le sue difficoltà nel restare incinta. Fa capire, però, di aver dovuto lottare non poco, tra cure e cicli di fecondazione assistita, per mettere al mondo Jonathan e adesso per concepire il secondo figlio (…). “Non vergognatevi se avete preso peso durante la gravidanza. Non vergognatevi se impiegate di più a perderlo. Non vergognatevi se vi arrendete e tagliate i vostri jeans, dato che quelli dell’estate scorsa sono dannatamente corti per le vostre cosce di oggi. I corpi cambiano. I corpi crescono. I corpi si restringono. È tutto amore. Non fatevi convincere del contrario”» [Novella De Luca, Rep luglio 2019].
Titoli di coda «Trovo delizioso ricevere lettere in cui i miei fan commentano i miei ruoli. Ma farei a meno di quelle in cui mi chiedono una foto dei miei piedi: quando le leggo mi vengono i brividi». «Due cose spaventano dell’essere nuda in un film: una è dover rivedere quelle scene in pubblico, l’altra è doverne parlare».