21 novembre 2024
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Biografia di Jamie Lee Curtis
Jamie Lee Curtis, nata a Santa Monica, in California, il 22 novembre 1958 (66 anni). Attrice.
Titoli di testa «Lei è la regina dei film horror, un genere che non le piace, ha detto prima, alla conferenza stampa. “Non è che non mi piace, non sia così gentile: lo odio. Però mi ha dato la mia vita, i fan dell’horror sono unici”» [Cappelli, 2021].
Genitori Seconda figlia (dopo Kelly, nata nel 1956, anch’essa attrice) dei celebri attori Tony Curtis (1925-2010) e Janet Leigh (1927-2004) • «Tony era buffo e divertente. Mia madre, pure, in realtà, ma lui di più» [Venezia] • «Mia madre è la Marion Crane di Psycho, una donna che non si è mai atteggiata a diva, a differenza di mio padre, un fantasma preso unicamente da se stesso» • «I miei si separarono quando io avevo tre anni. Mia madre si risposò con un imprenditore che con lo show business c’entrava come i cavoli a merenda e sono cresciuta con loro in una casa in campagna fuori Los Angeles. Mio padre non lo vedevo mai». «Ma mi ha detto due cose importantissime per la mia carriera: di non farmi mai riprendere con una lente inferiore ai 50mm, perché non si viene bene. E aveva ragione. La seconda: ogni volta che firmi un contratto ci sono le parole "in perpetuity", che significa per sempre. Il tuo lavoro su quel set è dello studio per sempre. Un monito per ogni volta che scelgo un film» [Ariete] • «Se ho sofferto della sua mancanza? No, affatto. È stata mia madre che mi ha cresciuta». «Ha capito presto che ero insicura: mi vestivo come le ragazze che mi sembravano più popolari, perché non sapevo chi fossi. A un certo punto mi ha detto: sii te stessa e basta» [Ariete] • «Credo di essere stata l’ultima delle brave ragazze. Non ho mai detto di no a mia madre, mai partecipato a uno di quei party ad alta gradazione alcolica, mai fatto arrabbiare seriamente i miei» [Scorcucchi] • Commentando una foto pubblicata su Instagram (dove ha 6 milioni di follower) di quando aveva sedici anni, ha scritto: «I miei denti erano grigi perché mia madre prendeva la tetraciclina quando era incinta» • «Lei calca set da sempre, e probabilmente li frequentava anche da molto piccola, insieme ai suoi genitori. Cosa ha imparato? “A stringere fra le mani uno stuzzicadenti”. Prego? “È un trucco che ho imparato per non ridere. Ho la tendenza a trovare molte situazioni divertenti, e nel corso degli anni ho rovinato più di una scena perché mi scappava da ridere, così ho imparato questo trucchetto. Quando mi viene da ridere, stringo lo stuzzicadenti dalle punte: mi faccio male, così mi scappa la voglia di ridere. Arrivo a farmi sanguinare, a volte”» [Scorcucchi] • «Agli Universal Studios le strade hanno i nomi degli attori, c’è via Tony Curtis e via Janet Leigh, ci passo e penso: è tutto così strano. Però sono orgogliosa di loro come loro lo erano di me» • «Subito dopo il liceo ho partecipato a episodi di Love Boat e Quincy. Ho anche recitato una particina in Charlie’s Angels: io e Cheryl Ladd dovevamo sguazzare in un laghetto fangoso per un’infinità di tempo. Rischiavamo di essere divorate dai coccodrilli» • «A casa durante una pausa invernale dal college, ho incontrato un amico, Chuck Binder, che insegnava tennis, che ha detto che ora gestiva attrici e ha detto che stavano cercando qualcuno alla Universal».
Horror «A un certo punto, a vent’anni, Carpenter con Halloween mi ha fatto la grazia di permettermi di recitare e di affibbiarmi una parte che non era certo un’appendice della mia personalità: una ragazza intellettuale, quieta, repressa, introspettiva. Proprio un bel regalo a una come me, la prima in classe ad alzare la mano appena l’insegnante apriva bocca… Ero un tale strazio!» [Venezia] • «Era un periodo in cui l’horror era considerato un cugino di terzo grado dello show business» • «Halloween era il mio primo film: fingevo di sapere tutto ma non sapevo niente. John mi ha chiesto di renderla vulnerabile. Non sapevo nemmeno fare lo spelling della parola! All’epoca credevo fosse sinonimo di debole. Poi, quando ho assistito a una delle prime proiezioni con il pubblico, alla scena girata con la steadycam, che all’epoca era uno strumento nuovo, in cui viene ripreso il mio punto di vista, poi si torna sulla casa, poi di nuovo su di me, una donna si alza e urla: non entrare, c’è un killer lì dentro! In quel momento anche tutti gli altri hanno cominciato a gridare. Tutto il pubblico ha condiviso quell’esperienza horror. È in quel momento che ho capito cosa volesse dire John: Laurie doveva essere vulnerabile in modo da potersi affezionare a lei e non volere che le venisse fatto del male. Sono 44 anni che vi preoccupate per me» [Ariete].
Carriera «Il vero esordio che la fa notare a tutti (specialmente agli uomini, grazie all’esibizione improvvisa di un topless mozzafiato) è la parte della “squillo” dal cuore d’oro in Una poltrona per due di John Landis. Ecco poi le acrobazie aerobiche di Perfect, in cui seduce un John Travolta improbabile giornalista d’assalto a suon di ginnastica danzata. Rigorosamente fasciata in tutine aderenti che più aderenti non si può. Il trionfo? Con lo humour paradossale di Un pesce di nome Wanda (diretto dall’anziano maestro della commedia britannica Charles Crichton, reduce dei leggendari Ealing Studios londinesi anni ’50). […] Ed eccola poliziotta dura in Blue Steel, […] “uno dei film più difficili che abbia mai girato: la regista, Kathryn Bigelow, ha uno stile molto particolare: pieno di primissimi piani, dettagli che indugiano su piccolissimi particolari. Ma le riprese ravvicinate, se creano tensione nello spettatore, esasperano un po’ gli attori, perché anche il minimo particolare assume un peso enorme”. [...] Da quel momento la sua carriera cambia radicalmente. E Jamie Lee ottiene la parte della moglie di Schwarzenegger in True Lies, diretto dall’ex marito della Bigelow, James Cameron. Nel film, da casalinga diventa spia in una sola notte. E trova il tempo di assestare un tremendo cazzotto al colossale Schwarzy. Diventando l’unica attrice di Hollywood a mettere k.o. un uomo sia con un diretto alla mascella sia con uno strip-tease» [Persivale] • Tra la seconda metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila, però, la parabola della Curtis declinò rapidamente, e, salvo rare eccezioni (Il sarto di Panama di John Boorman nel 2001, Quel pazzo venerdì di Mark Waters nel 2003), l’attrice finì per prendere parte a pellicole generalmente mediocri, spesso concepite come seguiti di suoi film precedenti (Creature selvagge di Un pesce di nome Wanda, Halloween – 20 anni dopo e Halloween – La resurrezione dei primi due Halloween), fino ad annunciare, dopo l’uscita della commedia Fuga dal Natale di Joe Roth (2004), il suo ritiro dalle scene • «Non voglio vedere il mio viso invecchiare sullo schermo. Non c’è una sola persona al mondo che, guardando una star ormai anziana ma che un tempo era bellissima, non pensi “Oddio, non era poi così bella, vero?”» • Disattese però il proposito già l’anno successivo, con un piccolo cameo nella parte di se stessa in The Kid & I di Penelope Spheeris. Tornò poi ufficialmente sul grande schermo nella commedia Disney Beverly Hills Chihuahua di Raja Gosnell (2008) e in pochi altri film, fino al 2018, quando è tornata a indossare i panni di Laurie Strode in Halloween di David Gordon Green, definito l’unico vero seguito dell’originale del 1978, Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter, che ha peraltro collaborato al soggetto e alle musiche della nuova pellicola • Recita in An Acceptable Loss di Joe Chappelle e in Knives Out di Rian Johnson nel 2019, ritorna nel ruolo di Laurie Strode nel 2022 in Halloween Ends. «Laurie e Jamie sono la stessa cosa. Non avrei fatto nulla nella mia vita senza di lei: mi ha dato una carriera, una famiglia. Le devo tutto. So bene che, quando succederà – ho 64 anni, la matematica non è a mio favore – sul giornale ci saranno queste parole: muore l’attrice di Halloween. È un marchio indelebile» [Ariete].
Premi L’anno scorso ha vinto l’Oscar come migliore attrice non protagonista in Everything Everywhere All at Once dei registi Daniel Scheinert e Daniel Kawn • Lo ha ritirato dicendo: «Ho 45 secondi e ho promesso che sarei stata brava: tutti noi abbiamo vinto questo Oscar» • Al festival di Venezia del 2021 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera. «Che cosa rappresenta? “È difficile pensare a un premio alla carriera, lo si dà quando finisce. Mi sento più creativa che in passato. Ma sono onorata e riconoscente. Mi sento responsabile su ciò che pensate di me, da questo dipende il lavoro che mi viene offerto. Le dispiace se resto senza scarpe?”» [Cappelli] • Quest’anno ha vinto un Emmy nella categoria «guest» per il suo ruolo nella serie tv The bear.
MeeToo «Halloween è il manifesto perfetto per l’era #MeToo. Abbiamo dato l’annuncio del sequel meno di tre settimane prima che le accuse a Harvey Weinstein generassero i movimenti mondiali contro la violenza sulle donne. Nel film di Carpenter, Laurie ha 17 anni quando il killer mascherato e con la tuta da meccanico, Michael Myers, tenta di accoltellarla. Stiamo parlando di una donna che per tutto questo tempo è cresciuta senza supporto mentale; ha perso marito, figlia, è rimasta da sola con un fucile a canne mozze e lo spettro del suo predatore. Si è portata appresso questo trauma aspettando l’uomo che l’ha perseguitata, convinta che un giorno sarebbe tornato. La sceneggiatura è dalla parte delle donne e onora le vittime di abusi. Laurie è un simbolo. Ripete a sé stessa: io non sono il mio trauma, non sta scritto da nessuna parte che io debba interpretare la vittima per sempre».
Trump «Se sono i serial killer mascherati che mi fanno paura? No di certo. Quello che mi fa paura è la deriva che sta prendendo il Paese. I politici. Trump e i repubblicani mi fanno molta più paura di Michael Myers» • «A casa sua, alla cena del Ringraziamento si rischia che volino coltelli? “Non è ancora capitato ma si litiga spesso, soprattutto quando si parla di politica, soprattutto in momenti come questi dove le differenze sono così grandi e le idee così polarizzate. Certe ricorrenze sono come una pentola a pressione, non ci si vede per mesi e ci si incontra per un fine settimana. Qualche bicchiere in più e il gioco è fatto. Sa che quello festivo è il periodo in cui ci sono più omicidi in assoluto?”» [Scorcucchi, 2019] • Dichiaratamente democratica, è da tempo impegnata in numerose battaglie sociali (per i diritti degli omosessuali, per la difesa delle donne, per i bambini sieropositivi) • Dopo l’elezione a presidente di Trump, ottenuta con il sostegno di Elon Musk, ha cancellato il suo account X scrivendo: «Dio, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare ciò che posso e la saggezza per capire la differenza».
Droga Ha dichiarato più volte di essere stata a lungo dipendente da alcol, droghe e farmaci, e di essere poi riuscita a disintossicarsi completamente • «Mio fratello [il fratellastro Nicholas Curtis, nato dal terzo matrimonio del padre e morto a 23 anni nel 1994, ndr] è morto di overdose da eroina, e i miei genitori hanno entrambi avuto problemi di alcol e droghe: nonostante fossero due star del cinema, la nostra non era una famiglia felice» • Negli anni Novanta, parlando del padre, disse: «Lui sniffava cocaina, era perennemente sotto l’effetto di qualche sostanza strana. Quando avevo 20 anni ci drogavamo insieme. Bel rapporto, eh?» • «Sono stata sempre una brava ragazza, tranne quando andavo a far visita a qualcuno che si era rotto una gamba. Portavo una torta fatta in casa e poi sgattaiolavo in bagno a rubargli le pillole» • La dipendenza da oppiacei è iniziata nel 1989, quando le prescrivono delle pillole dopo un piccolo intervento di chirurgia plastica agli occhi. Per i successivi dieci anni, l’attrice ha cercato gli oppiacei con ogni mezzo, rubandoli persino ai suoi amici e ai familiari. «Nessuno lo sapeva. Mi vergognavo troppo» • «Come ne è uscita? “Mi decisi una volta, dopo aver toccato il fondo rubando antidolorifici dalla borsa di mia sorella”» [Scorcucchi] • «Ho rotto il ciclo che ha distrutto generazioni nella mia famiglia. […] La disintossicazione rimane la più grande conquista della mia vita, più grande del mio matrimonio, dei miei figli, dei miei successi, del mio lavoro, ed è più forte di ogni altra cosa».
Amore Sposata dal 1984 con l’attore, regista e musicista Christopher Guest (classe 1948), che nel 1996, alla morte del padre, esponente dell’aristocrazia britannica, ha ereditato il titolo di barone Haden-Guest: da allora, pertanto, la stessa Curtis è baronessa Haden-Guest • «Un pomeriggio di primavera del 1984 ero seduta nel mio soggiorno con la mia amica Debra Hill, produttrice e coautrice di Halloween. Avevo 25 anni e mi sentivo cautamente ottimista riguardo alla vita, avendo appena interrotto una relazione e comprato un bellissimo appartamento a Los Angeles. […] Debra e io stavamo sfogliando la rivista Rolling Stone quando ho visto una fotografia di tre uomini. Ho guardato l’uomo sulla destra, che indossava una camicia a quadri e aveva un sorrisetto scherzoso. Non l’avevo mai visto prima, ma lo indicai. "Sposerò quell’uomo", dissi alla mia amica. "Quello è Chris Guest", disse Debra. "È in un nuovo film molto divertente intitolato This is Spinal Tap. Conosco il suo agente." Il giorno dopo ho chiamato l’agente, gli ho dato il mio numero e gli ho detto di farmi chiamare da Chris, se fosse interessato. Ho aspettato. Chris non mi ha mai chiamato. E io sono andata avanti con la mia vita. Ho iniziato a uscire con un brav’uomo, ma sapevamo entrambi che non sarebbe durata. Quando è partito per un lungo viaggio d’affari, l’ho accompagnato all’aeroporto per salutarlo amichevolmente ma definitivamente, e dall’aeroporto sono andato direttamente al ristorante Hugo’s a West Hollywood per cenare con degli amici. Stavo per sedermi, alzai lo sguardo e mi ritrovai a fissare Chris, a tre tavoli di distanza. Mi salutò come per dire: "Sono io il ragazzo che hai chiamato". Risposi al saluto come per dire: "Sono io la donna che ti ha chiamato". Pochi minuti dopo si alzò per andarsene, alzò le spalle e la mano come per dire: "Ci vediamo". Il giorno dopo, il 28 giugno, squillò il telefono. Il 2 luglio, siamo usciti insieme per la prima volta, al Chianti Ristorante a Melrose. E l’8 agosto, quando partì per registrare un anno di Saturday Night Live a New York City, eravamo già innamorati. Un giorno di settembre stavamo parlando al telefono. "Oggi sono andato a fare una passeggiata sulla Quinta", ha detto. «E cosa hai fatto?" ho detto. "Ti piacciono i diamanti?" mi ha chiesto. Ci siamo sposati il 18 dicembre» • Non sono riusciti ad avere figli naturalmente, e perciò hanno adottato due bambini a dieci anni di distanza l’uno dall’altro: Annie (1986) e Thomas (1996) • Thomas ha cambiato sesso e ora si chiama Ruby Guest. «Non è la mia vita ma quella di Ruby. Io sono la madre e la bellezza di essere genitori sta nel supportare e proteggere i propri figli. Starò sempre dalla sua parte» • Due anni fa ha celebrato il matrimonio tra Ruby e la compagna Kynthia nel giardino di casa sua. Tutti i presenti erano vestiti da personaggi dei videogiochi. Come torta nuziale è stato servito del tiramisù • L’anno scorso, insieme ad altre duecentocinquanta celebrità, ha firmato una lettera aperta per chiedere di fermare l’odio contro i transessuali in rete.
Grigi «Mi sono fatta il botox. Fa sparire le rughe? Sì. Ma poi ti fa sembrare una bambolina di plastica» • Da anni non si tinge più i capelli, che ha lasciato ingrigire, e ora sono bianchi e molto corti • «Trovo umiliante andare dal parrucchiere e sottoporsi a tutte quelle torture per tingersi, con quell’odore di prodotti chimici. E per cosa? Per nascondere qualcosa? Per nascondere la verità?» • «Mia mamma era la donna più bella del mondo, per non parlare di mio padre. E io non mi potevo sentire alla loro altezza: ero al massimo passabile. Ma avevo sottovalutato il potere dell’età, cioè dell’evoluzione. Sono sicuramente molto meglio adesso che a 19 anni» • «Fisicamente è uno strano cocktail tra i due celebri – e affascinanti – genitori. “Ho il petto della mamma, il labbro inferiore del papà, quello superiore della mamma, i cerchi intorno agli occhi del papà, il naso della mamma. L’altezza? Non è mia neanche quella. L’ho ereditata dal nonno materno. Il risultato è buffo, ma non mi dispiace”. […] C’è una scena di True Lies in cui Jamie Lee Curtis, abito da sera ed espressione indecisa, si ferma davanti a uno specchio nel corridoio di un elegante albergo. Si osserva con attenzione. Le basta un attimo, poi all’improvviso si strappa brutalmente le maniche a sbuffo, e il lungo orlo della gonna. Un ultimo strattone al top, e il décolleté si scopre vertiginosamente. Ora quello che era un abito pacchiano da signora di mezza età si è trasformato – come per magia – in un tubino nero attillatissimo. Jamie Lee sorride, si sistema il rossetto. E riparte felice, con incedere da vamp» [Persivale].
Curiosità «Rivede mai i suoi film? “No, mai”» [Cappelli] • Si considera la «madrina» dell’attore Jake Gyllenhaal, 43 anni, che conosce da quando era un bambino, e che durante la pandemia ha vissuto nella casa accanto alla sua insieme alla fidanzata • Dal 1993 a oggi ha anche scritto tredici libri per bambini. «Scrivere è una grande gioia. Almeno, quando ricevo complimenti, non è per avere preteso di essere qualcun altro, ma per le cose che penso e che scrivo» • Nel 2018 ha dichiarato: «Quando avevo 13 anni, un produttore chiamò mia madre e disse: “Mi permetteresti di fare un’audizione a Jamie?”. Mia madre disse di no. Il film era L’esorcista». Il regista del film, William Friedkin, ha però detot che non è vero • Ha una stella sull’Hollywood Boulevard, un posto nella Hall of Fame Disney • Sul set vorrebbe che tutti i membri della troupe indossino dei cartellini con scritto il proprio nome, così da sapere come si chiamano: «Ragazzi, conoscete i nostri nomi ma noi non conosciamo i vostri. Non mi sembra giusto».
Titoli di coda «Io sono sempre stata quella del “dove, quando, chi, quanto pagano”. Non ho mai fatto tanti complimenti quando si è trattato di accettare parti. […]Credete che non mi sarebbe piaciuto iniziare la carriera con Witness, con Harrison Ford innamorato di me, le luci di John Seale e Peter Weir che mi diceva cosa fare? Certo che mi sarebbe piaciuto, ma non è successo. Però, io sto ancora qui» [Bizio] • «Quando morirò, vorrei che i giornali titolassero: “Si è spenta Jamie Lee Curtis, la regina dell’urlo. L’attrice di Halloween”. Sarebbe un onore».