28 novembre 2024
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Biografia di Joel Daniel Coen
Joel Daniel Coen, nato a St. Louis Park, un sobborgo di Minneapolis (Minnesota), il 29 novembre 1954 (70 anni). Regista, sceneggiatore e produttore.
Titoli di testa «La biografia di un autore non deve influenzare il giudizio sul suo lavoro» [Zanuttini, 2022, Rep].
Fratello Scrive, produce e dirige insieme al fratello Ethan, di tre anni più giovane. Insieme hanno fatto 18 film • «I fratelli Coen potrebbero essere un personaggio impassibile del teatro vaudeville, interpretato da una creatura a due teste di qualche film di fantascienza a basso budget. Entrambi sono magri come matite, si radono ogni quattro o cinque giorni e indossano occhiali e Levi’s. […] Non si drogano; nei bar di solito ordinano Coca-Cola. Non sono sempre d’accordo, ma i loro disaccordi non sono mai personali. Un dei loro passatempi preferiti è mettersi alla prova a vicenda con domande oscure, sugli ingredienti di una bottiglia di ketchup ad esempio. […] Vivono con la stessa parsimonia con cui lavorano, prendendo la metropolitana e sopravvivendo con il cibo dei bar. Fino a poco tempo fa, solo Joel aveva un conto corrente e nessuno dei due aveva una carta di credito. Joel non ce l’ha ancora: “American Express mi ha rifiutato”. […] “Vuoi una ciambella?” chiede Ethan, offrendo a Joel una scatola aperta di ciambelle con la glassa al cioccolato. La sua maglietta ha ancora il cartellino del prezzo dell’Esercito della Salvezza [negozi di vestiti di seconda mano venduti per beneficenza, ndr] attaccato al colletto» [Handelman, 1987, RollingStone] • «Quando la gente mi chiede se ho dei consigli di regia rispondo loro, “trovatevi un socio”. È un vantaggio enorme sotto ogni punto di vista. Hai qualcuno a cui rivolgerti quando le cose vanno male e, in parole povere, puoi fare gruppo contro le persone» [Turan, 2022, LosAngelesTimes] • «Chi scrive? Ethan: “Di solito io, perché scrivo più velocemente, ma a volte Joel”» [NewYorkTimes, 2013] • «“Ethan direbbe che per scrivere l’adattamento di un romanzo come Non è un paese per vecchi servono in effetti due persone: io tengo il libro bene aperto e lui batte a macchina”. (ridono) […] Joel: “Sul set, avendo scritto la sceneggiatura insieme, […] stiamo entrambi sulla scena. Gli attori sono lì, iniziamo a girare, e se c’è una domanda, bé, la fanno a chi di noi due si trovano più vicino”» [intervista per i Bafta, 2007] • Fino al film del 2004 The Ladykillers, per rispettare le regole del sindacato americano dei registi, nei crediti dei loro film Joel era indicato come il regista e Ethan come il produttore • Nei crediti per il montaggio, il lavoro di entrambi è stato spesso attribuito ad un certo Roderick Jaynes, che non esiste. «Usiamo la scorciatoia dello pseudonimo perché i nostri nomi compaiono nei titoli di coda così tante volte che aggiungerne un’altra ci sembrava di cattivo gusto» [Ethan a Fresh Air, 2013] • «Li potremmo definire gemelli siamesi, il braccio e la mente, il gatto e la volpe, se solo sapessimo distinguerli […]. “Il nostro è un rapporto simbiotico, visto che scriviamo, dirigiamo, produciamo e montiamo insieme. La nostra collaborazione va oltre il legame di sangue”. Entrambi sono convinti che il loro incontro sarebbe stato inevitabile, anche se non fossero stati fratelli» [Croci, 2011, Vogue] • «I Coen hanno goduto fin dall’inizio della carriera di un benefit rarissimo per la massificata America cinematografica: il controllo totale del film. Non è stata fortuna, ma una conquista sul campo. [...] hanno esplorato ogni genere, mischiando avventura, poliziesco, western, musical, azione, fumetti e gag. Si sono divertiti a spiazzare i critici costringendoli alla ricerca della definizione giusta: pastiche, cinema dell’assurdo, burlesque, manierismo, citazionismo, divertissement ma anche intreccio scespiriano, teatro elisabettiano e incubo kafkiano. Gli hanno dato dei simbolisti, dei surrealisti, e anche dei regionalisti [...]» [Giovannini, 1998, Panorama] • Ethan: «Cerchiamo sempre di rendere ogni cosa il meno possibile simile a qualcosa dei Coen, qualunque cosa significhi. La gente ti chiede della tua firma sul film, o cose del genere. Nessuno vuole firmare un dannato film. Capisci? Stiamo solo cercando di rendere giustizia ad una storia. Non stiamo cercando di farci la pipì sopra» [Shone, 2013, Guardian] • Sempre Ethan: «Se attribuite a Joel un’affermazione mia o viceversa non è un problema, noi non ci badiamo».
Vita «Padre [Edward, ndr] docente di economia e madre [Rena, ndr] professoressa di storia dell’arte, entrambi in ambito accademico: i brothers crescono quindi in un ambiente middle class di provincia, essendo – tra l’altro – la prima generazione a farlo davanti a una televisione» [Locatelli, 2014, Post] • La temperatura media in Minnesota, che li spingeva a restare in casa a guardare la tv da piccoli, va dai -13 gradi centigradi in gennaio ai +23 di luglio • Joel: «Volevo andare il più lontano possibile il più velocemente possibile» • «Siamo cresciuti in una comunità ebraica». «“Col senno di poi sembra molto strano che ci fosse questa fiorente comunità ebraica nelle pianure del Midwest”, dice Joel. “Ma solo col senno di poi. All’epoca era quello che era. Accettavamo tutto”. “Ciò che colpisce in Minnesota”, dice Ethan, “è la linea invisibile dell’orizzonte. In una giornata grigia, quando c’è neve a terra, il cielo e la terra sono dello stesso tono. Tutti sembrano sospesi a mezz’aria”» [Shone, cit.] • Hanno una sorella più piccola, Deborah • «Il clima rigido portava i fratelli a passare il loro tempo in casa, dove guardavano film tutto il giorno. Passavano ore con i film di Doris Day come Il letto racconta… e Quel certo non so che, oppure film della Disney come F.B.I. – Operazione gatto o Il maggiolino tutto matto. Per cercare di sfuggire alla noia, decisero di girare i loro film in casa e così, assieme all’amico Ron Neeter, ora produttore commerciale, si misero a tagliare l’erba ai vicini fino a guadagnare abbastanza soldi da comprare una telecamera Super 8 e un po’ di pellicola. La loro prima idea fu riprendere, con un’inquadratura fissa, il loro televisore mentre trasmetteva Tarzan e i cacciatori d’avorio. Dopo, fecero un loro remake di La preda nuda, che intitolarono Zeimers in Zambia e una storia propria, I boscaioli del nord, in cui fecero recitare i loro amici del vicinato» [dal sito The Gods of Filmmaking, 2002] • «Gli anni Cinquanta sono anche la vostra era cinematografica preferita? Ethan: “Diciamo più i Sessanta, se non altro perché le cose che vedi in tv quando sei ragazzino poi sono quelle che ti restano più impresse nella memoria. E poi tutti lì a magnificare i Settanta solo perché ci sono stati i grandi come Coppola o come Scorsese. Per noi sono stati più importanti i Sessanta”. Joel: “La sera ci guardavamo i film in tv e il giorno dopo ne facevamo il remake con la Super8 e un gruppetto di amici”. Ethan: “Già, proprio così: nessunissima ambizione, solo il nostro gioco più bello”» [Finos, 2016, Rep] • «Joel perfezionò la tecnica alla scuola di cinema della New York University e dopo la laurea trovò lavoro come assistente al montaggio di film horror da due soldi. Ethan, nel frattempo, studiò filosofia all’Università di Princeton. Dopo la laurea, raggiunse il fratello a New York e assieme cominciarono a scrivere sceneggiature per produttori indipendenti» [Britannica] • «Andarono a vivere in una casa comunità con, tra gli altri, Sam Raimi, collega più giovane ma da loro considerato un padre: “Nella casa-bottega di Silver Lake la vita era molto disordinata. Ma Sam cercava di mettere ordine. Ci svegliava con un gong casalingo battendo due padelle una contro l’altra alle sette, sette e mezzo. Era il capo riconosciuto. Per cui se la sua macchina aveva bisogno di una riparazione dovevamo spingerla noi fino al garage. Dovevamo lavargli la biancheria. Soprattutto dovevamo mangiare le cose che cucinava. Sam ha la tendenza ad incazzarsi quando le cose non vanno come vuole lui: e naturalmente, mentre scrivevamo, capitava che le cose non procedessero secondo i suoi auspici, per cui ci inseguiva per la stanza brandendo il primo oggetto che gli capitava tra le mani. Una volta ha dato fuoco ai calzini di Ethan”» [Bignardi, 1997, Rep] • «“Se fa il regista quel fesso di Sam Raimi, ce la possiamo fare anche noi”. Ed è così che Joel ed Ethan Coen [...] dopo aver scritto storie per altri, decisero di affrontare il percorso completo, dalla produzione all’edizione» [Fusco, 2005, Rep] • «Il loro primo film, Blood Simple, è stato definito il più promettente della storia del cinema, dopo Citizen Kane di Orson Wells» [Croci, cit.] • «La prima sceneggiatura […] era stata rifiutata da tutti. Allora girarono un trailer di due minuti e racimolarono porta a porta 68 investitori privati, che potevano dedurre i soldi dalle tasse» [Giovannini, cit.] • «Non avevamo letteralmente un soldo e, attraversando l’intero stato del Texas e chiedendo denaro a qualsiasi Coen incontrassimo, cambiavamo continuamente la richiesta, la formula con cui chiedevamo denato, finché non ce l’abbiamo fatta».
Film Tra i loro film: l’esordio Blood Simple – Sangue facile (1984); Arizona Junior (1987); Barton Fink (1991, palma d’Oro a Cannes); Fargo (1996, premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale) • Il grande Lebowski (1998). «Eravamo insieme alle nostre famiglie un anno o due fa a San Francisco, tornando dal cinema, e abbiamo visto che c’era un piccolo stand allestito con il poster del Grande Lebowski e una ragazza seduta lì, aveva forse 17 o 18 anni. Ethan si è fermato e ha chiesto: “Cos’è?” E lei [senza sapere chi fossero, ndr]: “Beh, proiettiamo Il grande Lebowski ogni sera e la gente viene vestita in costume. Dovresti venire, ti piacerà. È divertente”» [Fresh Air, 2013] • Fratello, dove sei? (2000); L’uomo che non c’era (2001); Non è un paese per vecchi (2007, 3 premi Oscar: per il miglior film, per la miglior regia, per la miglior sceneggiatura non originale, Golden Globe per la miglior sceneggiatura) • «Nella suite dorata del Ritz-Carlton di New York, i fratelli Coen stanno riflettendo sul loro successo. “Siamo parte del sistema più di quanto si possa immaginare”, dice Ethan, il più giovane, più combattivo (e, si direbbe, il più emotivo) dei due fratelli. “Siamo come degli addetti ai lavori di Hollywood adesso. È proprio strano”. Joel, il più anziano e laconico (potresti immaginarlo suonare il basso per Patti Smith), fa un cenno di assenso. “Un giorno ti svegli e ti rendi conto che è successo ed è uno shock”, dice. “Ti ritrovi agli Oscar, o dovunque diavolo sia, e all’improvviso conosci tutte queste persone. E pensi: ’Come cazzo sono arrivato qui?’”. Ethan conclude: “E Matt Damon è il tuo migliore amico. Il che non è un male. È un bravo ragazzo. Ma è anche strano”» [Shone, cit.] • Burn After Reading (2008); A Serious Man (2009); Il Grinta (2010); A proposito di Davis (2013); Ave, Cesare! (2016); La ballata di Buster Scruggs (2018) • Come sceneggiatori hanno lavorato anche, tra l’altro, per Unbroken (Angelina Jolie, 2014); Il ponte delle spie (Steven Spielberg, 2015); Suburbicon (George Clooney, 2017) • Per Sangue facile si ispirano anche a Hitchcock: «la sequenza di dieci minuti del Sipario strappato in cui dopo una lotta terribile un personaggio viene ucciso con la testa dentro un forno, ha ispirato la difficoltà di portare a termine l’omicidio» [Monda, 2002, Rep] • Film che avrebbero voluto fare: «Quello in Giappone alla fine della seconda guerra mondiale, con Brad Pitt aviatore che cade da un aereo, si salva, si ritrova nel nulla e avanza verso una città. Doveva essere un film sulla sopravvivenza, quasi del tutto muto, ma nessuno ci ha dato i soldi per farlo. Anche perché Brad finiva decapitato» [Fusco, cit.] • «L’incubo peggiore? “Trovarsi sul set a Los Angeles in tuta da ginnastica, catene d’oro al collo, intenti a dirigere il sequel dell’Incredibile Hulk! Con rispetto parlando”» [Croci, cit.].
Solo Nel 2021 esce il primo film di Joel diretto senza la collaborazione del fratello, Macbeth, prodotto da A24 (quest’anno anche Ethan ha diretto il suo primo lungometraggio da solo, Drive-Away Dolls, dopo il documentario Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind del 2022) • «Se avessi lavorato con Ethan non avrei fatto Macbeth, non gli sarebbe interessato» [Turan, cit.] • «Su richiesta imperiosa della moglie Frances McDormand, attrice pluripremiata, che qualche anno fa ne era stata la protagonista femminile a teatro» [Aspesi, Rep]. Avrebbe voluto essere diretta dal marito come Lady Macbeth a teatro, ma Joel le ha proposto un adattamento cinematografico. «È una Lady Macbeth in post-menopausa, non ha partorito un erede, non partorirà un erede, e questo gioca un ruolo centrale nel dramma» [Turan, cit.] • Macbeth è interpretato da Denzel Washington («Nel contesto di Shakespeare è un buon matrimonio, si amano. Capita che stiano progettando un omicidio, ma ehi, va bene così» [Turan, cit.]), Brendan Gleeson è Duncan, il re di Scozia • È girato in bianco e nero • «Volevo fare un film non solo per le persone che conoscono bene l’opera, ma anche per chi non aveva mai visto Shakespeare. Punto» • In Italia è andato direttamente in streaming su Apple Tv senza passare dalla sala, e anche negli Usa la circolazione nei cinema è stata limitata: «Quando Ethan e io abbiamo iniziato, gli studi erano in grado di guadagnare dai mercati ausiliari come il vhs. Questo rendeva gli studi più propensi a fare film fuori poco commerciali. È importante che chiunque voglia vedere uno dei miei film al cinema possa farlo. Ma non sono mai stato un purista, perché uno dei motivi per cui ho fatto carriera sono le persone che guardano la tv» [Turan, cit.].
Reunion Nel 2024 Ethan ha detto che l’idea di tornare a dirigere con il fratello lo affatica: «Sono troppo vecchio e troppo pigro, cosa che lui [Joel, ndr] capisce perfettamente perché anche lui sta diventando vecchio e pigro. Ma non quanto me» • Ma in un’intervista dello stesso anno a Empire Magazine ha detto che lui e Joel stanno «lavorando alla scrittura di qualcosa», sembrerebbe un horror.
Frances Sul set di Sangue facile, nel 1984 a New York, Joel conosce l’attrice Frances McDormand • Lei studiava recitazione alla Yale School of Drama, «si è trasferita a New York, dove divideva una stanza con Holly Hunter. La grande occasione avvenne per caso: l’amica, incinta, non riuscì ad andare a un provino e le suggerì di sostituirla. Fu proprio Fran a vincere il ruolo da protagonista per un noir diretto da due fratelli del Minnesota che esordivano nella regia» [Monda, Sta] • «“Avevamo chiesto a Holly Hunter di venire al provino e lei venne, ma quando fu lì ci disse che non poteva fare il film perché aveva un altro impegno e lo disse alla sua compagna di stanza, che eri tu”. “Così al provino arrivai io – prosegue Frances – mi diedero solo delle scene, non sapevo nulla del film e dopo mi chiesero di tornare il giorno dopo alle 2. Io dissi di no perché il mio ragazzo dell’epoca aveva recitato in una soap opera, aveva solo due battute ma la sua puntata la davano in tv esattamente alle 2 del giorno dopo, non potevo perdermela. Così mi dissero di venire alle 4. È per questo, vero, che ho avuto la parte, perché ho detto no, perché ho tenuto il punto?”. “E poi perché eri brava” chiosa Joel» [Ugolini, 2015, Rep] • Nei primi tempi abitano nel Bronx, poi prendono una grande casa in affitto a Los Angeles e la dividono con Ethan, Holly Hunter, Sam Raimi: «per un po’ di tempo c’è stata anche Kathy Bates e il suo fidanzato. Ma non pensate che vivevamo insieme perché eravamo artisti, eravamo semplicemente poveri e ci toccava dividere l’affitto» (McDormand) • Ora vivono a New York, nel Upper West Side • «La gelosia, esiste? Quando lei bacia un altro anche se sul set e lui lavora con donne fantastiche, può succedere di esserne infastiditi? “Ce lo chiedono in molti ma è chiaro che non conoscono come funziona su un set con tutta la gente che sta lì – sostiene Joel – Questo mestiere ci mette di fronte ad altre sfide non meno insidiose. Si deve gestire un film e una famiglia che per forza di cose non può essere organizzata in modo normale, spesso si lavora molto fuori casa e spesso non si sta insieme per molto tempo”» [Tamburino, 2015, Stampa] • «No, non sono gelosa delle attrici con cui lavora Joel. Semmai invidiosa» • «È impressionante la differenza di carattere: Joel è taciturno almeno quanto Fran è veloce ed espansiva, e negli incontri pubblici lui le lascia volentieri lo spazio» [Monda, Sta] • Al dito McDormand indossa la fede delle prime nozze di Joel, durate poco: «Non farlo sarebbe un inutile spreco» • Nel 1995 hanno adottato un bambino paraguaiano di sei mesi, Pedro McDormand Coen • McDormand: «Il nostro matrimonio è stato scandito da tre decadi, nella prima abbiamo lavorato molto insieme, poi per vent’anni abbiamo cresciuto Pedro e ora che lui è al college inizia una nuova fase per la nostra coppia» • Alla Festa del Cinema di Roma del 2015 fotografi li hanno fischiati perché non si è «concedevano» troppo [Cappelli, cit.].
Curiosità Joel è più alto di Ethan di una decina di centimetri • «Quando Joel guida, racconta il loro direttore della fotografia, Barry Sonnenfeld, “si ferma letteralmente ad ogni semaforo verde e, senza apparente motivo, quando vede che il semaforo diventa rosso, accelera”» [Handelman, 1987, cit.] • «Negli Usa ci sono raduni annuali di Big Lebowski, “ma non l’avevamo calcolato e non è una cosa pericolosa, è come uscire dalla sala dopo aver visto Tutti insieme appassionatamente e cantare la canzone per una settimana”» [Fusco, cit.] • «Per Il grinta avevamo sul set un avvoltoio addestrato. Non era particolarmente intelligente, neanche come avvoltoio, e non furono riprese facili. Però meglio dei gatti con cui abbiamo lavorato in Inside Llewyn Davis» [National Public Radio] • Nel maggio 2011, i fratelli Coen sono andati in Israele dove hanno ricevuto il premio Dan David e un premio da un milione di dollari dall’università di Tel Aviv • Paul Newman, che recitò per i fratelli nel 1994 in Mister Hula Hoop, disse «di non aver mai avuto due registi […] di non aver mai lavorato con due ragazzi di tale talento che non litigassero» • «Non guardo mai la tv, non rivedo i nostri film e nemmeno vado al cinema» [Cappelli, 2015, Cds].
Titoli di coda «Lo ascolti e ti chiedi, ma è la stessa persona che gira storie esilaranti che sprigionano intelligenza da ogni scena?» [Cappelli, cit.].