il Giornale, 30 novembre 2024
Caro Fazio, ti scrivo
C aro Fabio Fazio, ti scrivo perché sono innamoratoanch’io, come te, dei libri d’antiquariato. So che hai una bellissima collezione, che ti invidio senza neppure averla vista. D’altronde, la tua situazione finanziaria ti permettedi affrontare cifre importanti a cuor leggero. Tu spendiper i libri e non per baggianate: significa che capisci cosa sia il vero lusso. Una prima edizione, una tiraturalimitata, una dedica d’autore. Quegli oggetti splendidi del Futurismo, non solo di carta ma anche di latta. L’eleganza geometrica della vecchia Ricciardi,
che non a caso viene esposta nelle mostre di design. Le riviste della prima metà del Novecento, un fuoco d’artificio di scrittura, idee, talenti. Poi ci sono le copertine, la carta, i disegni. Tu poi sei diventato anche editore, come piacerebbe anche a me. Naturalmente, cisarà sempre qualcuno che, guardando i tuoi volumi, ti chiederà: «Li hai letti tutti?». Naturalmente, no. Però ti consiglio, se accetti un consiglio, di rispondere come rispondeva Umberto Eco, altro bibliofilo, serissimo: «Ovviamente li ho letti tutti». Sublime ironia. Però c’è un però. Tieni conto anche di noi che ci arrabattiamo permettere insieme cifre cospicue (non per te). Non «rovinarci» il mercato e lasciaci almeno le briciole,
non prendere tutto. Lo dico col massimo dell’invidia e della gelosia, cerca di tirare un po’ sul prezzo, insomma di chiedere uno sconto. Altrimenti per noi sarà impossibile mettere le mani su quella collezione dell’Universale di Berto Ricci in vendita a 15mila euro. Ah, quanto la vorrei. Saluti da un piccolo (io) a un grande collezionista (tu).