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 2024  novembre 30 Sabato calendario

La grande rimonta di Roma su Parigi per i titoli di Stato

Hanno raggiunto nei giorni scorsi i livelli dei bond greci. E si avvicinano sempre più a quelli dei BTp. Ormai i rendimenti dei titoli di Stato della Francia sono vicinissimi a quelli italiani, tanto che lo spread tra i decennali dei due Paesi è sceso al minimo dal 2008: appena 38 punti base. I nostri BTp hanno ancora rendimenti più elevati di quelli francesi (il 3,27% contro il 2,89%), a causa di un debito più alto in percentuale sul Pil, ma per i mercati il rischio Francia ormai è quasi pari a quello dell’Italia. E la dinamica è divergente: peggiora la Francia sui mercati, migliora l’Italia. Se a inizio anno i nostri BTp erano costretti a pagare 114 punti base in più di quelli francesi (cioè 1,14 punti percentuali in più), ora il differenziale tra i titoli di Italia e Francia è molto basso: 38, appunto. E potrebbe ridursi ulteriormente. Lo si evince da un’altra osservazione: guardando molti parametri di bilancio pubblico, la Francia di oggi è molto più simile all’Italia del 2010 (quella che fu travolta dalla crisi dello spread) che all’Italia di oggi. E i mercati se ne stanno rendendo conto. 
 
Gemelli diversi/2010
Confrontare la Francia di oggi con l’Italia del 2010 (quando iniziò quella crisi dello spread che fece cadere il Governo Berlusconi nel 2011, che portò all’austerità e alla recessione) fa riflettere. Nel 2010 l’Italia aveva un deficit pari al 4,2% del Pil, mentre oggi la Francia è ancora peggio: 6,2% del Pil. Nel 2010 l’Italia aveva un debito pubblico al 118,7% del Pil, mentre oggi la Francia sta solo leggermente meglio: 112,7%. L’Italia dei tempi aveva un leggero avanzo primario (0,1% del Pil), invece oggi la Francia è pesantemente in rosso anche su questo fronte: -4,1%. Questo significa che il bilancio dello Stato è in disavanzo (di tanto) anche prima di pagare gli interessi sul debito. Ma anche la posizione finanziaria netta sull’estero è simile. Anzi, Parigi oggi sta peggio: l’Italia del 2010 aveva passività sull’estero pari al 20% del Pil rispetto alle attività, mentre la Francia oggi è a -28%. 
Eppure ai tempi lo spread dei BTp rispetto ai Bund tedeschi era arrivato a toccare i 198 punti base, mentre ora la Francia si aggira intorno ai 90 punti base (con alcuni esperti che prevedono possa arrivare a 100). Ai tempi l’Italia aveva un rating medio intorno a “BBB+”, mentre oggi la Francia (al netto della decisione di S&P di ieri sera) è più alta come giudizio medio: “AA-”. Oggi la Francia ha però due punti di forza che nel 2010 l’Italia non aveva. Da un lato le banche francesi hanno pochi titoli di Stato nei bilanci (pari ad appena il 2,1% del totale attivi, contro il 6,3% delle banche dei tempi): «Questo significa che oggi la Francia ha una capacità di assorbimento degli shock più elevata rispetto all’Italia del 2010», osserva Luca Mezzomo, responsabile Macroeconomic Analysis di Intesa Sanpaolo che ha elaborato questi dati. La seconda differenza, che ripara la Francia oggi rispetto all’Italia di allora, è il contesto esterno: ai tempi c’era la crisi greca a mettere in dubbio la tenuta dell’Europa e l’Eurozona non aveva alcuno strumento per combattere contro gli spread, mentre oggi ce ne sono molti di più.
 
Gemelli diversi/2024 
I due punti di forza della Francia rispetto all’Italia del 2010 rassicurano, ma solo in parte. E se i mercati stanno tartassando i titoli di Stato francesi, mentre invece stanno premiando quelli italiani, i motivi ci sono: l’Italia di oggi (tranne che nel debito e nei rating) ha parametri decisamente migliori. Il debito è più elevato, certo: 136,6% del Pil, contro il 112,7% della Francia. Ma il deficit italiano è al 3,8% (con un deficit primario allo 0,1%), contro il 6,2% della Francia (e il 4,1% primario). Oggi la Francia ha una posizione finanziaria netta sull’estero molto negativa (-28% del Pil), mentre l’Italia è in attivo (+7,4% del Pil). Ma soprattutto – cosa che pesa sulla Francia – mentre Parigi ha una forte instabilità politica, Roma vanta invece una forte stabilità in questo momento. E questo fa in modo che il mercato veda l’Italia in miglioramento (anche sul deficit), mentre la Francia appare sempre più come una nave senza capitano.
«Se si guarda la dinamica inerziale del deficit italiano si vede un miglioramento, mentre nel caso francese no – commenta Mezzomo di Intesa Sanpaolo -. Parigi deve fare una correzione sui conti pubblici significativa, ma in questo contesto politico è difficile». Parigi è infatti nel caos politico, con il Governo Barnier che deve decidere se annacquare la legge di Bilancio per accontentare le opposizioni, oppure se rischiare di cadere. Le banche d’affari assegnano alla caduta del Governo una probabilità intorno al 30%, ma c’è chi – come François Rimeu, Senior Strategist di Crédit Mutuel Asset Management – arriva al 50%. I mercati lo sanno. E lo mettono nei prezzi dei bond.