Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  novembre 30 Sabato calendario

Sciopero alla Scala

La serata per il centenario dalla morte di Puccini, in programma ieri sera alla Scala, si è trasformata in un thriller. Il concerto, con orchestra e coro della Scala, con il maestro Riccardo Chailly alla direzione e i cantanti Anna Netrebko, Jonas Kaufmann e Mariangela Sicilia era dato abbastanza per sicuro. Ma pochi minuti prima delle venti, a teatro completamente esaurito e strapieno di stranieri, si è capito che c’era aria da temporale. Alle venti niente è iniziato. 
Alle venti e cinque è uscito sul palco il sovrintendente Dominique Meyer spiegando che la Scala non può sapere prima chi sciopera e chi no. E che soltanto cinque minuti prima si era capito che quella sera non si poteva eseguire il concerto previsto. Mormorio in sala, sguardi preoccupati, imbarazzo. Poi il cambio di programma, ma con gli stessi cantanti e lo stesso compositore.
«Se mi lasciate qualche minuto – ha assicurato il soprintendente Meyer – la Scala vi offrirà un bicchiere di Bellavista e la Scala farà un altro concerto». Detto fatto ed ecco allestito in fretta e furia un concerto di arie pucciniane (che per parte del pubblico non cambiava il fascino e il senso della serata) sempre con protagonisti Anna Netrebko, Jonas Kauffmann e Mariangela Sicilia, «ma senza orchestra e coro della Scala che scioperano». I cantanti, sarebbero stati accompagnati dal maestro James Vaughn, maestro accompagnatore della Scala. 
Dal pubblico, a questo punto, sono partiti molti applausi, un grido «vergogna», non si sa rivolto a chi.
E così chi era accorso al Piermarini per la celebrazione del centenario della morte di Puccini è in parte uscito nel foyer e ha brindato con lo spumante offerto dal teatro. Poi il concerto è iniziato con brani da Edgard, Le Villi, Bohème, Butterfly, Manon Lescaut (Netrebko) la Rondine, Fanciulla del West, Gianni Schicchi, Turandot e, a finire, «e Lucean le stelle» cantato da Kauffmann.
«Rispettiamo il diritto di sciopero, ma abbiamo pensato di montare ugualmente questo spettacolo per rispetto del pubblico, che anche questa sera è venuto magari da lontano» ha aggiunto il sovrintendente. «E – ha concluso— anche per Puccini».
Si ripete, dunque, in altra forma, la storica situazione della «Traviata» di decenni fa quando il maestro Riccardo Muti, al pianoforte, accompagnò i cantanti in una serata di sciopero proclamata anche allora da coro e orchestra.
Ieri sera – nonostante la brillante iniziativa del soprintendente Meyer che passerà forse alla storia del teatro —si trattava però dell’annunciato e atteso recital nel centenario della morte di Giacomo Puccini, verso la cui memoria qualcuno ha mancato di rispetto.