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 2024  dicembre 05 Giovedì calendario

Per i sondaggisti, il simbolo M5S vale ancora il 3%

La nascita di un partito di Giuseppe Conte senza il nome e il simbolo M5S varrebbe intorno all’8% dei voti. Con un arretramento rispetto alle ultime rilevazioni dei 5 Stelle, ma potrebbe essere una buona base da cui ripartire. Al momento non sappiamo come finirà la battaglia legale e politica tra Conte e Grillo, ma la vicenda sembra avviarsi a una “guerra termonucleare globale”, per citare Wargames, pellicola di successo degli anni Ottanta. Con il fondatore che minaccia di tenersi nome e simbolo e l’attuale leader intenzionato a proseguire con l’attuale brand. Un simbolo ancora molto evocativo, secondo gli istituti di ricerca, in grado di ricordare una storia e suscitare emozioni. Da solo varrebbe almeno 2/3 punti percentuali.

Un sondaggio ad hoc presentato da Antonio Noto a Porta a Porta ha attestato i 5 Stelle all’11,5%. Il dato più interessante, però, è che nell’elettorato pentastellato il 65% sceglierebbe un eventuale nuovo partito di Conte, il 28% un partito di Grillo e il 5% nessuno dei due (all’Eur il 63,2% si è schierato per l’eliminazione del ruolo del garante, mentre il 29% ha detto no). Dati che, se spalmati sulla percentuale elettorale, danno un partito dell’ex premier al 7% e una forza politica guidata da Grillo al 4%. “Conte gode ancora di un alto grado di fiducia da parte degli italiani, subito dietro Giorgia Meloni: la premier ha il 42%, l’avvocato del popolo il 35%, Elly Schlein il 32%, tutti gli altri leader sono sotto il 30%”, osserva Noto. Secondo cui, però, “il momento migliore per Conte per fondare un partito sarebbe stato subito dopo l’uscita da Palazzo Chigi nel 2021, con la popolarità al massimo”.
Il dato più alto ai 5 Stelle lo dà Nando Pagnoncelli, che il 28 novembre sul Corriere li ha attestati al 13%, in netto rialzo nei confronti delle Europee, quando sono scesi al 9,9%. Maurizio Pessato di Swg li dà invece all’11,7%. “Stanno risalendo la china, dimostrando di essere una forza politica ancora viva e ben radicata nella società, che però dà il meglio di sé alle Politiche (15,6% nel 2022). Sono in maniera stabile il terzo partito italiano dopo FdI e Pd”, sostiene Pessato. “Con simbolo e nome diverso, però è difficile azzardare un dato: un partito di Conte potrebbe stare sull’8%, ma va considerata la proposta politica messa in campo. Pescherebbe comunque in un’area intorno al 10%. Però c’è un rischio: cambiare nome e simbolo rischierebbe di suscitare freddezza nell’elettorato, che si troverebbe di fronte all’ennesimo partitino…”, aggiunge il vicepresidente di Swg. Insomma, meglio tenersi stretti nome e simbolo.
“Il Movimento sta tra l’11,3 e l’11,5%. Di cui l’80% è saldamente nelle mani dell’ex premier, che è ancora un leader molto popolare, soprattutto nel Mezzogiorno. Un suo partito nuovo di zecca potrebbe stare intorno all’8%”, fa notare Renato Mannheimer. Roberto Weber dell’Istituto Ixè vede i pentastellati all’11%, ma è difficile dare una percentuale per Conte in caso di scissione. “Nome e simbolo hanno una valenza ancora molto forte, con l’idea di un movimentismo dal basso che fa ancora la differenza rispetto agli altri partiti”. Il dato più preoccupante, per Weber, è però l’astensione: “Alle prossime Politiche voterà tra il 52 e 56% degli italiani e tutte le forze politiche dovranno farci i conti”.