Libero, 5 dicembre 2024
Le parole dell’imam ai funerali di Ramy Elgaml
Deve aver scambiato il cimitero di Bruzzano per il Parlamento, l’imam Mahmoud Asfa, presidente della Casa della Cultura Musulmana di via Padova e prossimo padrone di casa della grande moschea di via Esterle (anche se il progetto si benedetta da Beppe Sala e compagni.
E così il funerale di Ramy Elgaml (celebrato insieme all’imam di San Donato, Mohamed Sedky) si è trasformato in una sorta di comizio politico, vuoi per la presenza di alcuni esponenti del centrosinistra (Pierfrancesco Majorino e Carmela Rozza, consiglieri regionali del Pd, e Aboubakar Soumahoro, deputato del Gruppo Misto ex Avs) vuoi gli strascichi ancora vivi della bagarre (poco) istituzionale sorta dopo la guerriglia urbana che ha messo a ferro e fuoco il Corvetto per quarantotto ore.
Asfa, al termine delle esequie, ha arringato senza mezzi termini: «Sono ragazzi nati e cresciuti in Italia, sono giovani appartenenti a questa società, sono italiani e credo che le istituzioni hanno un compito molto importante. Con tutto il rispetto, questa legge per cui devi nascere qui e aspettare di avere 18 anni per avere la cittadinanza complica la vita di questi giovani, non li fa sentire appartenenti a questa società».
Non vogliamo certo pensare a una giustificazione ai violenti di cosiddetta seconda generazione che con la scusa di chiedere «verità e giustizia per Ramy» hanno incendiato cassonetti e masserizie, sia mai, ma non comprendiamo nemmeno il nesso tra la morte di un giovane e la legge sulla cittadinanza italiana. Chissà.
«Noi come comunità musulmana lavoriamo giorno e notte per far sentire a questi ragazzi, che sono nati e cresciuti in Italia, che sono italiani. Chiediamo alle istituzioni di dare più attenzioni ai nostri giovani, di dare più opportunità di lavoro e di essere inclusi in questa società. I giovani sono il futuro del Paese, senza giovani non c’è futuro. Chiediamo di dare la cittadinanza perché sono tantissimi a trovare difficoltà», ha aggiunto l’imam. Ius soli o ius scholae?
La Lega, però, non ci sta. E attacca, con Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale: «Nel rispetto del dramma di una famiglia che ha risposto con grande dignità di fronte alla tragedia e alle successive polemiche, credo comunque sia sbagliato, come ha fatto l’imam Mahmoud Asfa, inserire nel dibattito sul disagio dei giovani e sui fatti di violenza del Corvetto la questione della cittadinanza. Non credo proprio che i protagonisti degli scontri abbiano a cuore la richiesta di cittadinanza tramite ius soli e ius scholae».
E ancora: «Quei violenti non vanno giustificati e le loro azioni non vanno utilizzate per rivendicazioni politiche. La cittadinanza facile non è la soluzione, perché non basta un pezzo di carta a integrare e soprattutto a far sentire italiano chi, molto spesso, non vuole proprio sentirsi italiano. Le istituzioni invece di “parlare” a chi non rispetta le leggi, devono concentrarsi sul far rispettare le leggi, sul mettere in sicurezza i quartieri, sullo sviluppare un rispetto, tra i giovani, verso le forze dell’ordine che troppo spesso sono idealizzate come il nemico».
E dire che l’imam di via Padova, prima dell’inizio dei funerali, aveva invitato tutti alla calma. «Siamo in un cimitero, dobbiamo avere rispetto. Dobbiamo essere veramente al livello di dare un’immagine realistica, importante e straordinaria della nostra comunità, rispettando tutte le norme di questo Paese».
Perché “questo Paese” e non il “nostro Paese”? Forse non si sentono italiani? È da qui che bisogna partire, perché non è la legge a dover integrare. Serve una predisposizione personale, che al Corvetto (e non solo) evidentemente manca.
E a proposito di politica, oggi il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, incontrerà la famiglia di Ramy a Palazzo Lombardia. «Innanzitutto esprimerò la mia vicinanza perché la perdita di un figlio è una delle cose più drammatiche che possano succedere. E poi mi complimenterò con loro per l’atteggiamento che hanno assunto. Un atteggiamento estremamente responsabile di persone che si rendono conto che, pur nel dramma, non si deve assolutamente speculare su questa situazione». Sulla cittadinanza facilitata, invece, il governatore non ha alcun dubbio: «La cittadinanza la si deve avere quando si hanno acquisito dei valori e condiviso le scelte che vengono fatte in questo Paese».
Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, come già annunciato, nei prossimi giorni incontrerà la famiglia Elgaml.