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 2024  dicembre 05 Giovedì calendario

Cercasi idee per salvare Stellantis

Carlos Tavares ha commesso degli errori alla guida di Stellantis, anche sull’Italia. Basta guardare i destini di Ferrari (che non è parte del gruppo) e Maserati (che lo è). Ferrari oggi è la quinta più grande azienda dell’auto al mondo per valore di mercato. Maserati invece ha perso identità e più che dimezzato le vendite. Dunque si poteva (e si potrà) far meglio. Ma rischiamo di sbagliarci, se pensiamo che basti cambiare manager a Stellantis per riaprire le fabbriche di auto in Italia. Ci sono scelte che dobbiamo ancora fare, senza le quali niente avverrà. Esempi? Produrre un veicolo oggi assorbe in media 2,7 megawattora di elettricità e questa energia oggi costa – prima delle tasse – 490 euro in Italia e al massimo 250 euro in Spagna. Un produttore che scegliesse di fare in Italia i due milioni di modelli prodotti ogni anno in Spagna sarebbe di fronte a mezzo miliardo di costi in più. Ogni anno. Dunque evita.
Ma perché in Spagna l’elettricità costa la metà? Gli iberici hanno un apporto di fonti rinnovabili, meno care, per un po’ più del 60% del loro fabbisogno e l’Italia per il 40% (il resto, per entrambe, viene dal gas). Dunque l’energia dovrebbe costare qui un terzo di più, non il doppio. C’entra il modo forse non del tutto trasparente in cui gli operatori formano il prezzo alla borsa elettrica italiana, ma è impossibile saperlo: l’ultima indagine conoscitiva sul quel mercato da parte dell’Antitrust risale a 19 anni fa, la notte dei tempi. E nessuno ne chiede un’altra.
Altri esempi? Su iniziativa dell’allora ministro dell’Economia Daniele Franco, il governo di Mario Draghi dedicò un miliardo l’anno in incentivi alla riconversione del settore auto fino al 2030. Per progettare soluzioni software e altre tecnologie. Bene, finora quegli incentivi sono stati usati solo per finanziare l’acquisto di modelli – cinesi, tedeschi, americani – negli autosaloni. Ma ora che la festa pagana per la cacciata di Tavares è finita, pensiamo a ciò che possiamo fare noi perché si tornino a fare auto in Italia.