Corriere della Sera, 5 dicembre 2024
Trump valuta DeSantis per il Pentagono In cambio vuole la nuora Lara in Senato
«Ho parlato con il presidente-eletto stamattina. Mi ha detto: “Continua a lottare”. Perché dovrei mollare? Sono un guerriero». Fino a ieri mattina Pete Hegseth rifiutava di farsi da parte, anche se aumentavano i dubbi sulle sue chance di essere confermato dal Senato come segretario della Difesa e il Wall Street Journal scriveva che Trump sta prendendo in considerazione il governatore della Florida Ron DeSantis al suo posto.
Presentatore di Fox News di 44 anni, veterano di guerra con lauree a Princeton e Harvard, Hegseth è in difficoltà dopo il riemergere di vecchie accuse di molestie ad una donna nel 2017 e storie sulla sua tendenza a bere troppo, ma anche perché gli manca l’esperienza per gestire un colossale dipartimento federale come il Pentagono. In passato Hegseth ha detto che le donne non dovrebbero servire in combattimento: ora un voto cruciale per la sua conferma è quello della senatrice repubblicana dell’Iowa Joni Ernst, ex veterana di guerra e vittima di violenza sessuale che il presentatore tv ha incontrato ieri.
A complicare il quadro: la stessa Ernst è nella lista dei possibili candidati per guidare il Pentagono, oltre a DeSantis e all’ex sottosegretario alla Difesa Elbridge Colby, se Hegseth dovesse fallire. Ieri lui è apparso in tv per perorare la sua causa e lo ha fatto anche sua mamma, Penelope: accusò lei stessa il figlio di «abusi sulle donne» dopo il suo divorzio nel 2018, ma ha spiegato che oggi è un uomo «redento, cambiato». Hegseth accusa «la sinistra» di diffondere storie false, ma il suo problema sono i senatori repubblicani. Il senatore Lindsey Graham ha definito «inquietanti» alcuni degli articoli. Il New Yorker ha rivelato che Hegseth gestì fino al 2016 una organizzazione di veterani e fu accusato anche là di trattare le donne in modo inappropriato, di presentarsi ubriaco nonché di aver provocato «buchi» nelle finanze del gruppo.
Se Trump sceglierà DeSantis, ciò segnerà il «perdono» di un vecchio alleato trasformatosi in rivale nelle primarie. A perdonarlo dovrà essere anche Susie Wiles, la manager della campagna di Trump e futura capo dello staff della Casa Bianca, che lo aveva aiutato a diventare governatore ma lui la licenziò malamente.
In cambio ovviamente Trump otterrebbe qualcosa: spetta a DeSantis nominare il sostituto per Marco Rubio che, scelto come segretario di Stato, lascia libero il posto di senatore della Florida ora ambito dalla nuora di Trump, Lara. Ma anche Don Jr., il primogenito di Trump, avrebbe ambizioni: fonti di Palm Beach ci dicono che vorrebbe diventare governatore della Florida.
Trump ha dovuto già sostituire la nomina di Matt Gaetz con Pam Bondi come ministro della Giustizia. E martedì Chad Chronister, sceriffo della contea di Hillsborough, in Florida, ha rinunciato alla nomina a capo della Dea, l’agenzia federale che combatte il narcotraffico; c’è chi lo spiega con le critiche ricevute da alcuni conservatori per aver fatto applicare rigorosamente il lockdown durante la pandemia (arrivò a fare arrestare un pastore evangelico), altri credono che temesse i controlli dell’Fbi appena approvati da Trump sulle nomine.
Intanto Trump ha scelto un altro fedelissimo come consigliere per il commercio: Peter Navarro, che ha scontato 4 mesi di carcere per aver rifiutato di cooperare con l’indagine della Camera sull’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.