il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2024
Grillo a Conte: «Fatti il simbolo»
Il conto alla rovescia prima della diretta, lui che entra in scena guidando un carro funebre con il suo simbolo – quello dell’Elevato – l’Inno alla gioia di sottofondo. Rieccolo Beppe Grillo, nel video annunciato con enfasi messianica. Quello dove torna artista e fa il misterioso per nascondere un segreto che non c’è. Ripete molto di già detto, il fondatore, sul Movimento estinto, “anzi stramorto, un partitino progressista che fa giochini da Dc di 20 anni fa”. Per questo esorta Giuseppe Conte e i suoi “a farsi il loro simbolo, ad andare avanti”, e questa è una prima volta, perché finora l’aveva detto solo per interposto Danilo Toninelli. E alla fine evoca un futuro che potrebbe essere scissione – “questo Movimento avrà un altro decorso, meraviglioso, che ci siate voi o no” – ma anche no. Soprattutto, però, l’ancora garante non dice. Non annuncia l’impugnazione dello statuto, a cui pure alludeva con il gioco sull’orario del video, iniziato alle 11 e 03, riferimento alla seconda e definitiva votazione del testo, svoltasi l’11 marzo 2022. Non promette chiaramente azioni legali sul simbolo, più volte ventilate dai suoi. E a naso mente, quando scandisce: “Ho già perso”. Si riferisce alla seconda votazione sulla sua carica di garante, prevista tra domani e domenica. Finge di darsi già per sconfitto, indifferente: “Avete già deciso e io ho già perso, lo so. Andate a votare o andate per funghi, non mi offendo, non vi conosco neanche più”.
Invece no, il video Grillo lo ha fatto innanzitutto per smuovere lo spicchio di base che sta ancora con lui, nella speranza che non voti e faccia saltare il quorum – la partecipazione della maggioranza assoluta degli iscritti – che è il cuore della partita. Spera ancora di rovinare tutto a Conte, che in serata in un video gli risponde senza neanche citarlo. “Questa comunità non vuole andare per funghi, tornate a votare: da lunedì si volta pagina” graffia e guarda già avanti l’avvocato. Ostenta superiorità, come sberleffo alla milionesima scomunica di Grillo: “(Conte) è il mago di Oz che ha disintegrato il Movimento, soffre di sindrome di proiezione a specchio”.Ancora scorie, dopo la rottura consumatasi dopo le Europee, quando a Conte venne l’idea della Costituente. Grillo pretendeva che ne discutesse innanzitutto con lui, e a fine luglio glielo scrisse: “Non ne abbiamo mai parlato, ma in quanto garante sono il custode dei valori del M5S e dovremmo discuterne prima”. Ma l’avvocato gli rispose picche: “Immaginare che io e te, da soli o – come pure scrivi – insieme a ‘un gruppo ristretto dei nostri’, si proceda a individuare e discutere temi per la Costituente, significherebbe arrogarsi la scelta dei temi su cui è legittimata a pronunciarsi”. Ora siamo al Grillo che scalcia contro i contiani, come Alessandra Todde e addirittura Roberto Fico, che per lui era un figlioccio. Ora lo morde: “Fanno così, io ti appoggio il candidato Pd alle Regionali in Liguria e in Emilia e tu mi appoggi il caggiafà con l’autobus in Campania”. Ovvero Fico, che nel suo primo giorno da presidente della Camera andò a lavorare su un bus. Poi, sempre accuse a Conte: “Io scompaio in nome dei due mandati. A Oz avevo detto: ‘Fatti dare una mano’. Avevo progetti, dalla sfiducia costruttiva alla legge anti-zombie contro i cambi di casacca, ma non si è mai più fatto trovare”. E allora, addio al M5S. Sì a qualcosa di diverso, “perché il Movimento è compostabile, l’humus c’è ancora. Ho un’idea e ve la dirò poi”. Un nuovo partito? Ma con chi, e soprattutto con quali risorse? “Più facile che faccia guerriglia sul blog e poi magari un’associazione, per vedere cosa succede” sostiene un veterano.
Probabile che dia battaglia legale sul simbolo, come lo esorta a fare – raccontano – il suo strettissimo circolo di amici e parenti genovesi. Anche se in una carta privata si era impegnato a non contestarne l’uso in cambio della manleva, cioè l’esonero dalle conseguenze delle cause giudiziarie. Dai 5Stelle fanno spallucce: “Su statuto e simbolo siamo blindati, e quello sulla scissione è un bluff”. Il deputato Alfonso Colucci, notaio, vicinissimo a Conte: “La titolarità del simbolo è del M5S, un’eventuale azione legale sarebbe temeraria”. In serata, l’ex premier: “Dispiace che chi dovrebbe essere al nostro fianco si sia messo ai margini della nostra comunità e si dimostri disinformato”. Ergo, “molte delle idee menzionate (da Grillo, ndr) sono già diventate proposte di legge”. Chiosa: “Questa comunità non si farà calpestare da nessuno”. Ma la guerra a 5Stelle non finirà a funghi.