il Fatto Quotidiano, 2 dicembre 2024
Tavares, l’uomo della fusione
Carlos Tavares è nato a Lisbona 66 anni fa. È padre di tre figli e la passione per l’automobile lo contagia a 14 anni quando, in un circuito vicino la capitale portoghese, scopre le corse automobilistiche.
Ècon lui che arriva la fusione tra Psa e Fca dalla quale nasce Stellantis. Ha lavorato per le più importanti case automobilistiche. Di sé ha detto: “Non sono un mago, sono un essere umano come voi”. Frasi pronunciate a settembre, quando Stellantis annuncia di aver avviato la ricerca del suo successore, un cambio pianificato per il 2026. Ma che arrivano, soprattutto, dopo il suo ultimo intervento in Parlamento e le polemiche politiche che ha scatenato. L’ammissione di “essere umano” arriva quando è ormai lampante la difficoltà nelle vendite, la perdita di quote di mercato è grave (come la progettazione di nuovi modelli e il ricorso alla cig in molti stabilimenti). E si fanno complicati i rapporti con il governo italiano. Ieri l’addio. Dopo una carriera che l’ha visto protagonista quasi ovunque.
Entra in Renault a 23 anni e segue per la casa francese il progetto Megane. Poi passa in Nissan diventando (siamo nel 2009) il responsabile del mercato per Nord e Sud America. Due anni dopo rientra in Renault come Chief operating officer, al fianco del Ceo dell’epoca, Carlos Ghosn, dal quale si separerà in modo conflittuale, dopo un’intervista rilasciata a Bloomberg. Tavares dichiarò nel 2013 di “avere l’energia e l’appetito per essere il numero uno”. Ghosn non la prese bene e Tavares si dimise due settimane dopo. E fu la sua fortuna, poiché si realizzò la profezia dell’intervista a Bloomberg: entrò in Psa diventando amministratore delegato e presidente del gruppo.
Tavares riduce i costi, rilancia le vendite, riporta il gruppo in attivo. W poi acquista Opel dalla General Motors. E quando fallisce la fusione tra Fca e Renault, convince le famiglia Agnelli-Elkann e Peugeot a celebrare le nozze tra Psa e Fca, che avviene nel 2021 con Stellantis e lui sul trono dell’amministratore delegato.
Poi la pandemia, la transizione, e quell’audizione in Parlamento: “In Italia i costi sono troppo alti, l’energia è il doppio che in Spagna, spiegatemi come si fa a gestire questo problema”. E dopo le polemiche: “Altri hanno creato il caos e voi chiedete a me di risolvere la situazione e di garantire posti di lavoro”.
Ieri, infine, le dimissioni.