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 2024  dicembre 02 Lunedì calendario

Medici a gettone, tariffe ridotte

Il ministero alla Salute fa un nuovo tentativo per arginare la diffusione dei medici a gettone e i loro guadagni folli. Una pratica, quella della sanità on demand pagata a caro prezzo, usata da molte Regioni che hanno difficoltà a coprire i turni ospedalieri. Ora è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto di Orazio Schillaci che detta le linee guida sui gettonisti. L’atto segue la legge approvata il 26 maggio del 2023.Le linee guida prevedono tra l’altro tariffe massime di 85 euro l’ora per chi lavora al pronto soccorso e per gli anestesisti e di 75 euro per gli altri servizi ospedalieri. Marcia indietro anche per gli infermieri con tariffe orarie fino a 28 euro. Come già prevedeva la norma di partenza, si ribadisce che i gettonisti possono essere utilizzati «solo in caso di necessità e urgenza, in un’unica occasione e senza possibilità di proroga». Previsto anche un tetto massimo di 48 ore settimanali di lavoro e deve essere assicurato un riposo di undici ore tra un turno e l’altro.Intanto il sistema dell’arruolamento dei gettonisti va avanti. Anche in questi giorni, racconta un medico romano, arrivano proposte per coprire i turni in alcuni ospedali in difficoltà. Tra gli specialisti più cercati, a parte i medici del pronto soccorso, ci sono i rianimatori ma anche i pediatri. Per i turni di 12 ore, ad esempio agli anestesisti, vengono offerti da 1.100 a 1.500 euro. Tra gli ospedali interessati ci sono Rho, Sesto San Giovanni, Busto Arsizio, Cinisello Balsamo, il Galeazzi di Milano, in Lombardia.Ma si cercano medici anche in Veneto, in Emilia-Romagna, in Liguria e in Abruzzo. La spesa sostenuta dalle aziende sanitarie e ospedaliere negli ultimi cinque anni, ha calcolato l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, è di 1,7 miliardi.Le linee guida prevedono ora compensi più bassi rispetto a quelli offerti dalle tante società che reclutano i medici. Prima di utilizzare questi professionisti le aziende ospedaliere devono essere certe di non poter utilizzare personale già in servizio. Sempre in base alle linee guida devono esserci alcune garanzie sul livello professionale e, per chi non ha la cittadinanza italiana, sulla conoscenza della nostra lingua. Medici e infermieri a gettone devono stipulare, con oneri a proprio carico, una polizza di assicurazione per colpa grave. Serve a sollevare l’amministrazione pubblica da eventuali cause da parte di persone danneggiate nello svolgimento del loro lavoro.Pessimista Fabio De Iaco, presidente della Simeu, la Società italiana di medicina di emergenza urgenza, e primario al Maria Vittoria di Torino: «La norma che doveva arginare i gettonisti è stata approvata oltre un anno fa e finora non ha prodotto grandi effetti. I contratti già stipulati vanno avanti, vediamo per il futuro che impatto avranno le linee guida. L’importante è che tutti le seguano, anche per quanto riguarda i compensi. Se qualche ospedale non le rispetterà, riprenderà la competizione al rialzo». Per De Iaco sarà difficile fare a meno dei gettonisti. «Finché non vengono date alternative sugli organici, sarà impossibile rinunciare alle cooperative. Anch’io ne utilizzo una che mi copre una quindicina di notti al mese. I soldi che ricevono i colleghi? È una questione tra loro e l’ospedale. È giusto cercare di dare una regolamentazione, ma le alternative vanno cercate all’interno del sistema sanitario nazionale».