L’Adige, 29 novembre 2024
L’orsa che uccise Andrea Papi in Germania: trasferimento top segret
Non sono pubblici – al momento – gli atti della Provincia relativi all’organizzazione del trasferimento dell’orsa Jj4, che aggredì e uccise Andrea Papi, dalla struttura del Casteller a Trento al Wolf und Bärenpark Schwarzwald in Germania. I documenti rimangono riservati in attesa di completare la procedura, per motivi di tutela dell’ordine pubblico e per la sicurezza pubblica. Questa la risposta di Piazza Dante alla richiesta dell’associazione animalista Lav di accesso agli atti (dal piano di trasferimento per Jj4 ai documenti preparatori, dal passaporto veterinario ai curriculum vitae dei veterinari coinvolti). Risposta che ha trovato una sponda nel Tar: il tribunale amministrativo ha infatti respinto il ricorso della Lega anti vivisezione contro il diniego. Da precisare che il “no” della Provincia agli atti non è definitivo, ma è stato «differito al momento della definizione del procedimento in corso e ad avvenuto trasferimento degli animali». L’obiettivo, come ha evidenziato l’Amministrazione, è di evitare che vengano organizzate manifestazioni non autorizzate che in qualche modo possano ostacolare le operazioni, con rischi per l’ordine pubblico. Viene infatti ricordato che «nonostante il trasferimento sia volto a garantire contesti ambientali migliori in favore degli esemplari interessati, in passato in relazione a situazioni analoghe si sono svolte forti proteste e manifestazioni proprio presso il Centro di recupero della fauna alpina di Casteller, in occasione delle quali si sono verificate anche irruzioni all’interno della struttura che hanno coinvolto ingenti forze di polizia per periodi prolungati».Nel ricorso al Tar, la Lega anti vivisezione ha però sottolineato che la richiesta degli atti ha come finalità la verifica del benessere degli orsi e che ciò, dunque, non ha nulla a che vedere con possibili problemi di ordine pubblico. Del resto la stessa associazione si è sempre detta favorevole al trasferimento dell’orsa. La Provincia, costituendosi in giudizio, ha replicato che una situazione di grave tensione su questo specifico tema nel 2020 era sfociata in atti violenti che hanno comportato l’illecita rimozione di alcuni metri delle recinzioni Centro di recupero della fauna alpina del Casteller, in cui erano presenti tre orsi (M49 M57 e Dj3), con il tentativo, respinto dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, di entrare all’interno dell’area faunistica. Anche nel 2023 la tensione si è ripetuta. Da tali eventi sono derivati pericoli per l’ordine pubblico, ma anche per la pubblica incolumità in relazione alla possibile fuga degli esemplari rinchiusi. Per la Provincia ciò documenta l’esistenza dei problemi di sicurezza connessi alla gestione degli esemplari presenti al Casteller: questo è anche il motivo del provvedimento di differimento dell’accesso agli atti. Il Tar, presieduto da Alessandra Farina, ha ritenuto che «nel caso in esame la motivazione sia sufficiente a sorreggere la legittimità del differimento». Il ricorso della Lav è stato respinto