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 2024  novembre 29 Venerdì calendario

Una lettera sul Corvetto

Caro Schiavi, 
tanti luoghi di periferia sono simili al Corvetto e il sindaco Sala, di cui apprezzo sul piano umano la telefonata con l’intenzione di abbracciare il padre di Ramy, non può accorgersi solo ora dell’emergenza. È così da anni e si percepisce un peggioramento. Molto spesso l’integrazione viene respinta al mittente come se non ci fosse la volontà a integrarsi. Se quello scooter si fosse fermato al posto di blocco non saremmo in questa situazione. Se poi le forze dell’ordine non intervengono si grida che mancano. Se invece lo fanno, vengono delegittimate. In democrazia ci sono anche doveri da rispettare, altrimenti si scivola nell’anarchia…

Caro Garanzini,
non è difficile occuparsi di periferie, basta farlo. Il caso Ramy ci ricorda che la sicurezza è un baluardo dal quale non si prescinde. Il Corvetto non è una banlieue, ma una certa ora in piazza Gabrio Rosa c’è da aver paura a girare in strada. Paura di uno scippo, paura di trovarsi in mezzo a una rissa, paura nel sentirsi osservati. Questa paura non è da biasimare come indifferenza, è la stessa paura che registrammo 17 anni fa quando ci presentammo con un camper nella piazza e il farmacista abituato alle rapine ci raccontò che si era rassegnato ad aprire il cassetto con gli incassi e a dire «prego»: lui denunciava, ma non cambiava niente. Poi un questore mandò una camionetta con gli agenti. Anche i carabinieri iniziarono un presidio fisso. Le rapine finirono. Si parlò di sicurezza partecipata: forze dell’ordine a fianco dei cittadini. Fu un incoraggiamento a vivere senza paura il proprio quartiere. Perché c’è sempre un presidio di illegalità pronto a occupare il vuoto lasciato in una periferia. E c’è sempre qualche spacciatore pronto ad arruolare ragazzi cresciuti nelle aree del disagio. Certi problemi sono noti, la droga sopra tutti, e sono risolvibili. Basta volerlo. Basta combattere lo spaccio criminale. Basta proteggere il volontariato, che qui ha un rete fantastica che ruota attorno alla parrocchia della Madonna della Medaglia Miracolosa. Donatella Soverino, premio Miglioriamo Milano, per esempio, ha creato un gruppo che si occupa dei poveri, del doposcuola, delle attività ricreative come il Pre-ado. La domenica sera con gli universitari organizza incontri e riflessioni. Come lei, ci sono cento altre attività di sostegno alle povertà, alimentari ed educative, al Corvetto. E nelle altre periferie di Milano. Oscurate da troppe paure da vincere.