Corriere della Sera, 29 novembre 2024
Il carabiniere ferito e il massaggio cardiaco
Quando lo scooter guidato da Fares Bouzidi e con a bordo Ramy Elgaml si schianta tra via Quaranta e via Ripamonti il primo a soccorrere la vittima è il vice brigadiere del Radiomobile oggi indagato (con Bouzidi) per omicidio stradale. Scende dalla pattuglia che si schianta contro al palo del semaforo e benché ferito inizia a praticare il massaggio cardiaco al 19enne nel tentativo disperato di salvargli la vita. Lo fa in collegamento con un medico del 118 che lo assiste nelle manovre di rianimazione nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza e dell’automedica che poi porteranno d’urgenza Ramy al Policlinico dove morirà poco dopo.
Il gip Marta Pollicino ha convalidato l’arresto per resistenza del 22enne tunisino Bouzidi (alla guida senza patente) e ha disposto gli arresti domiciliari a casa della sorella. Il ragazzo ci andrà quando verrà dimesso dal San Paolo dove si trova ancora sedato e in condizioni gravi in attesa di nuovi interventi chirurgici. Tanto che non è stato possibile interrogarlo e sarà sentito dal giudice nei prossimi giorni appena, assistito dal legale Maria Grazia Bosco, sarà in grado di parlare. Resta indagato anche per omicidio stradale e danneggiamento.
Intanto i carabinieri hanno sentito i due paninari che lavoravano domenica notte in via Quaranta: hanno sentito le sirene e il botto dello schianto, ma non hanno visto le fasi dell’incidente. I colleghi del carabiniere indagato e i poliziotti hanno lanciato una raccolta fondi per le spese legali: già raccolti quasi 10 mila euro. «Per quanto venga definito dall’autorità giudiziaria come un “atto dovuto”, a garanzia e per tutti gli accertamenti, questa misura, in quel carabiniere comporta, da un giorno all’altro, una serie di difficoltà familiari, lavorative, giudiziarie e soprattutto economiche – spiegano i promotori – e le difficoltà economiche, che scaturiranno in particolare dalle spese legali che il carabiniere dovrà sostenere per la sua difesa e l’affermazione della sua innocenza rispetto al drammatico esito del servizio». Arresto convalidato e domiciliari invece il 21enne montenegrino arrestato negli incidenti di lunedì notte: «Conoscevo Ramy, ero lì per portare la mia solidarietà. Non ho partecipato agli scontri». Ma i video lo smentiscono.