il Giornale, 28 novembre 2024
Netanyahu è bravissimo
La folta schiera dei critici di Netanyahu in Israele e nel mondo intero è sul piede di guerra: interessante che i pacifisti siano contro il cessate il fuoco; da destra molti avrebbero voluto vedere stavolta la fine degli Hezbollah, la maggiore organizzazione terroristica del Medioriente, il braccio destro del drago omicida, l’Iran. Anche questo non è accaduto.
Tuttavia, se l’onestà per una volta prevarrà sulla politica, non si può che lodare Netanyahu per la leadership e il coraggio che ha portato a questa pace: dal punto di vista strategico, Netanyahu ha compiuto la scelta onesta di affrontare la realtà senza fantasie di vittorie assolute. Gli Hezbollah anche se azzoppati e monchi vorrannotornare sul campo, ma intanto si è rotto il cerchio di fuoco formato da Nasrallah e Sinwar, ambedue eliminati; le spaventose riserve di missili sono in parte state distrutte, la via con la Siria è tagliata, Hamas ha perso la sua sponda maggiore e chiede di riaprire finalmente la questione degli ostaggi. Lo Tzir Philadelphi, il suo polmone di rifornimento è in mano a Israele, i suoi leader dispersi o morti. La schiera di garanti del cessate il fuoco ha dovuto compiere passi che portano a pensare che l’antagonismo contro Israele sia temporaneo e labile: la Turchia si è messa disposizione, dopo che Erdogan chiamò «Hitler» il premier israeliano e gli giurò odio eterno; la Francia ha rinunciato all’idea criminale di arrestare Netanyahu eGallant secondo l’ordine della Cpi. Si apre uno scenario in cui si riaffaccia l’Arabia Saudita, ha detto Biden, e si intravede, quando Trump si instaurerà,
una situazione per cui l’Iran ha già cominciato a fingersi contento della tregua: in realtà è stato schiacciato dalla forza autonoma di Israele e dalla sua alleanza con gli Usa, forte oggi con Biden, e più forte domani con Trump. E questo, nonostante si sia cercato in questi mesi di imporre senza sosta a Netanyahu di abbandonare il campo, di lasciare Hamas in vita e gli Hezbollah padroni del confine Nord. Rifiutandosi di farlo ed esercitando il diritto alla difesa, Bibi è diventato oggetto delle calunnie del mondo intero: assassino, guerrafondaio, genocida.
Il terribile risveglio di Be’eri per lui è stata una svolta conoscitiva simile probabilmente a quella che il mondo dovette affrontare con la salita al potere di Hitler. La sua decisione di distruggere Hamas ma di trovare un varco nella vicenda libanese per riaprire a un grande processo di pace che tenga nell’orizzonte la promessa di distruggere la macchina motrice della guerra, l’Iran, è la strada che ha evitato la sconfitta e portato a imboccare una strada nuova. Bibi sa che Israele è solo a difendersi, ma che ha dalla sua la solidità della storia plurimillenaria e la giovinezza dei soldati sul campo, lo Stato d’Israele che parte dell’Occidente sa, nonostante tutto, essere il suo scudo ultimativo. Hezbollah adesso è stato costretto ad accettare un cessate il fuoco senza legarlo all’uscita da Gaza e questo rompe l’anello di fuoco dell’Iran. Altro verrà, Netanyahu sa che il Medioriente prepara una sorpresa al giorno; ma l’Iran adesso è molto più debole del 6 ottobre.