Avvenire, 27 novembre 2024
La scrittura a mano diventa indecifrabile
Un giornale osserva che nella scrittura a mano i nostri ragazzi hanno perso il fiocco della “f”, il nodo della “g”, le gobbe della “m”. Si fa fatica a leggere quel che scrivono.
L’uso del computer, dell’iPad e del telefonino ci ha abituati a scrivere con la tastiera, e ci ha disabituati a scrivere a mano. E così perdiamo la capacità di rivelarci con la grafia. La grafia manuale infatti rivela molto di noi, il nostro carattere, i nostri pensieri, i nostri nervi. C’è un legame, e quindi una comunicazione, tra il nostro cervello, il braccio, la mano e la penna che usiamo. Se siamo agitati o impauriti, dalla nostra grafia si può dedurre. Quando firmava per l’entrata in guerra Manzoni aveva la mano che tremava, e cercò un appoggio per il foglio, perché non si vedesse il tremito. Una volta i bambini imparavano a scrivere recitando delle filastrocche, tipo: “È matto u, con le gambette in su”. Ora le gambette della u, la pancetta della l, il trattino della t sono scomparsi, la scrittura è diventata meno decifrabile, e con la capacità di scrivere abbiamo perso anche la capacità di leggere. Io soffro quando ascolto un telegiornale. Sono anni che lo speaker del telegiornale legge senz’anima. E fa le pause a caso. Dice: “Sentiamo il nostro inviato”, pausa e poi: “da Torino”. Ma no!, “da Torino” va accostato a “inviato”, se no la frase perde significato. Credo che il disastro della scrittura e della lettura di oggi dipenda dal fatto che alle elementari si fa poco dettato, scrivere sotto dettatura allenava il cervello a stare in rapporto con la mano. E si è smesso di imparare a memoria. Imparare a memoria era noioso, certo, ma sbagliamo a smettere. Ci sono poesie che ho imparato quand’ero bambino, e ora sono vecchio ma le ricordo ancora, e ogni tanto le recito. Non è inutile. È come darsi una pettinata allo specchio, prima di uscire. Ci mette in ordine. Ci rende presentabili.
Perciò il mio consiglio è: meno tastiera e più biro. Mi vanto di avere inventato un proverbio, e mi dispiace che non circoli tanto – si vede che non ho il potere di lanciarlo –, eppure è un bel proverbio. E dice così: “Uomo senza penna = soldato senza fucile”. Dà l’idea che la società è nemica, se sei disarmato ti ammazza. La tua difesa è la tua scrittura.
“Dobbiamo” saper scrivere a mano. La tastiera ci rende stupidi.