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 2024  novembre 27 Mercoledì calendario

Gramellini adora gli anziani, ma non Pietrangeli

Adoro gli anziani e generalmente li preferisco agli adulti, tranne quando si atteggiano a monumenti, come l’ex campione di tennis Nicola Pietrangeli. Monumento, nel caso in questione, è chi non si arrende all’incedere delle generazioni e si mette sempre al centro della Storia, irritato da ogni cambiamento che possa spodestarlo dal piedistallo. Un anno fa Pietrangeli parlava maluccio di Sinner: adesso, bontà sua, ammette che è diventato forte. Talmente forte che dovrebbe partire con un «quindici» di svantaggio in ogni game. Detto così, sembra un complimento. Ma, considerati i precedenti, non si sottrae al sospetto che Pietrangeli le stia studiando tutte, pur di trovare un modo di farlo perdere. Sull’eroico Berrettini di Malaga è ancor meno diplomatico: dice che ha giocato brutte partite. Un’opinione difficile da condividere, ma più che legittima e sicuramente autorevole. Dov’è il problema, allora? Il problema è che Pietrangeli si è appena lamentato di non essere stato chiamato sul podio ad alzare la Coppa Davis, pur essendo seduto a due passi.
Certo che ha delle belle pretese. Vorrebbe essere omaggiato dai bersagli della sua invidia o, se preferite, del suo eccesso di sincerità. Lui può criticarli e ridimensionarne le imprese sulla base dell’unico metro di paragone che riconosce valido: sé stesso. E loro, i Sinner e i Berrettini, dovrebbero fare un passo indietro e lasciargli il centro della scena in cambio di una benedizione della quale, inopinatamente, sentono di poter fare a meno.