il Giornale, 26 novembre 2024
Pozzolo sullo sparo alla festa di Capodanno
«Vogliono processare per porto d’arma uno che ha il porto d’armi... Ma le pare?».
Si avvicina a grandi passi l’anniversario di una notte che il deputato Emanuele Pozzolo non dimenticherà più: la festa di Capodanno nella Pro Loco di Rosazza, incantevole paesino sperso nelle Alpi biellesi. Doveva essere un brindisi tra pochi amici, è finita con un giovane ospite in ospedale con un buco di pallottola nella gamba e con Pozzolo su tutte le prime pagine insieme al suo grande amico Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, anche lui di Fratelli d’Italia. A andarci di mezzo Luca Campana, il genero del caposcorta di Delmastro, Pablito Morello.
Onorevole, il 25 febbraio lei verrà processato per i reati di porto illegale d’arma e di munizioni da guerra. Su come ha trascorso quella notte di Capodanno non ha nulla da rimproverarsi?
«No, perché l’ho trascorso in famiglia, con parenti, genitori, fratello, moglie e bambini. Chiaro che, poi, l’incidente ha ovviamente rovinato il clima di festa...».
Continua a sostenere di non avere sparato lei il colpo partito dalla sua pistola? Ai carabinieri lei disse «qualcuno prendendo in mano il revolver ha caricato, alzando il grilletto, e provocato l’espulsione di un proiettile». È andata così?
«Non intendo più dire una sola parola su quella notte: si è già detto tutto e il contrario di tutto. Chiunque può essersi fatto una opinione del delirio mediatico che ha distorto e amplificato tutto: una soap opera ingigantita ad arte, che ha ampiamente stufato».
E allora chi ha sparato? Vicino alla pistola c’eravate solo lei a Pablito Morello, il caposcorta.
«La querela per lesioni verso di me è stata ritirata, il resto non è di mia competenza».
Onorevole, la querela è stata ritirata perché lei ha risarcito Luca Campana. Se non era stato lei a sparare, perché ha deciso di risarcire la vittima?
«Ho accettato la remissione di querela, sulla base degli accordi raggiunti dagli avvocati».
Ha obiezioni su come sono stati gestiti gli accertamenti nell’immediatezza dei fatti e poi l’indagine?
«Ne avrei parecchie di obiezioni, ma non conta: d’altronde la storia non si fa con i se».
In che momento i carabinieri e poi i magistrati si sono resi conto che c’erano di mezzo un deputato e un sottosegretario? Questo secondo le ha condizionato il loro comportamento?
«Francamente non so, non credo. Spero di no».
Verrà comunque processato per le imputazioni minori, è convinto di dimostrare la sua innocenza?
«Su cinque capi di imputazione che la Procura di Biella ha elevato contro di me, dopo l’udienza preliminare, ne andranno in discussione a giudizio solo due: l’accusa di porto abusivo e il munizionamento ritenuto da guerra. Mi lasci dire che contestare ad un possessore di porto d’armi per difesa il reato di porto abusivo di arma si commenta da sé. Così come qualificare come da guerra una piccola calibro.22lr. Qui non stiamo più discutendo di diritto: siamo alla farsa».
Chiederà di tornare nel gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia?
«Non devo chiedere nulla, se non dispiacermi del bailamme mediatico che si è creato attorno ad una vicenda francamente molto circoscritta. Io al momento sono sospeso da Fratelli d’Italia: rispetto le procedure interne del partito e le tempistiche necessarie in riferimento alle valutazioni dei probiviri».
Lei e il sottosegretario Delmastro eravate molto amici. Lo siete ancora?
«L’amicizia, per quanto mi riguarda, va ben oltre la politica e si misura davvero nei momenti di maggiore difficoltà. Da parte mia anni di militanza comune e di amicizia personale valgono molto di più di tante cose che passano».
Cosa farà a Capodanno?
«E che ne so? Le do il numero di mia moglie, deve parlarne con lei: decidono sempre le donne, altroché patriarcato comunque penso staremo, come sempre, con la famiglia in Valle del Cervo».