Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  novembre 26 Martedì calendario

A Torino più tasse per le case sfitte?

Il dibattito in Comune deve ancora iniziare, ma solo l’idea fa già discutere. A Torino cresce l’emergenza affitti a lungo termine mentre ci sono 80 mila alloggi vuoti (il 16 per cento del totale per l’Istat). Una proposta popolare, approdata ieri in Consiglio comunale, suggerisce di «stabilire misure fiscali come l’aumento di Tari e Imu volte a penalizzare lo stato di ingiustificato inutilizzo di beni di grandi proprietari privati». Più tasse a chi tiene le case sfitte. E i partiti si dividono.Trovare una soluzione all’emergenza affitti è una priorità per Torino. Tra le vocazioni della città a cui punta l’amministrazione c’è quella turistica, con l’exploit dei grandi eventi che ha fatto aumentare il mercato degli Airbnb. Secondo gli ultimi dati del Comune, gli appartamenti disponibili per gli affitti brevi nel 2023 hanno toccato quota 4.718. Risultato: meno disponibilità per affitti a lungo termine. E poi c’è la vocazione universitaria, unita alle esigenze di chiunque cerchi casa: la domanda di alloggi cresce.Come invertire la tendenza e offrire abitazioni disponibili per affitti a lungo termine? Il dibattito si è acceso in Consiglio comunale. Tutto nasce da una raccolta firme: la campagna “Vuoti a rendere” ha raggiunto il numero di adesioni necessario per approdare in Sala Rossa. E la proposta di deliberazione di iniziativa popolare è stata assegnata in commissione. Lì nascerà il dibattito che ha già iniziato a dividere. Specie sulle tasse.«L’Imu non si può aumentare», concordano tutti. E non è politica: la tassa è già al massimo consentito dalla legge. E c’è anche chi vorrebbe toglierla, come il vicecapogruppo leghista Giuseppe Catizone: «Sarebbe opportuno azzerarle, Imu e Tari, come incentivo: nessuno vuole tenere le case sfitte, hanno un costo medio di 3 mila euro l’anno». C’è chi lo fa, però, e «può sottendere solo il fatto che gli alloggi vuoti non lo siano davvero – attacca la capogruppo di Sinistra Ecologista Sara Diena – ma siano non debitamente registrati a fini fiscali». «Giusto prevedere incentivi all’utilizzo – dichiara – ma se i grandi proprietari decidono comunque di tenere vuoti gli alloggi vanno ipotizzate misure sanzionatorie». L’assessore Jacopo Rosatelli aggiunge: «I piccoli proprietari non hanno nulla da temere. Ma dobbiamo usare tutti gli strumenti possibili per aumentare la disponibilità di alloggi in affitto a canone calmierato nel mercato privato».
Più prudente il Pd: «Meglio immaginare stimoli in positivo», dichiara il capogruppo Claudio Cerrato. Che ricorda due punti su cui tutti sono d’accordo: «Prima rimettiamo in circolo i 1.200 alloggi di Atc vuoti. Poi serve un censimento delle abitazioni private vuote». Sulle case Atc gli fa eco Ferrante De Benedictis (FdI): «Cominciamo dalle tante strutture pubbliche non utilizzate o poco impiegate»: Sul censimento, d’accordo anche il Movimento 5 Stelle: «Proposta valida – dichiara il capogruppo Andrea Russi – ma valuteremo tutte le condizioni durante l’approfondimento in aula». Domenico Garcea (Forza Italia) ricorda: «Non è corretto fare ricorso a misure coercitive come quelle di questa delibera». Ma ammette: «Il dialogo e il confronto tra le parti sono utili». Da lì si ripartirà, in commissione. Tasse incluse.