Corriere della Sera, 25 novembre 2024
Gelosie tra super ricchi
«La ricchezza non dà la felicità, figuriamoci la povertà» filosofeggiava il primo incisivo Woody Allen. Deve essere vero a giudicare dal solito duetto di questi giorni tra Elon Musk e Jeff Bezos, replica, 40 anni dopo, della discordia Steve Jobs versus Bill Gates. E prima di loro le cose non sembravano andare meglio. La battaglia per diventare l’uomo più ricco di sempre si scatenò alla fine dell’Ottocento tra il re dell’acciaio, Andrew Carnegie, e quello del petrolio, John Rockefeller, che iniziò a dieci anni come garzone. Tra Carnegie e Rockefeller esplose una rivalità pubblica che venne sfruttata da Jp Morgan. A lungo Rockefeller e Carnegie videro la propria ricchezza navigare sopra i 300 miliardi di dollari ciascuno, un testa a testa estenuante che non permetteva a nessuno dei due di fregiarsi dell’agognato titolo. Fu grazie a questo che Jp Morgan, sostenitore di Edison, riuscì a convincere Carnegie a cedergli le sue acciaierie, staccandogli un assegno con cui l’ex re dell’acciaio divenne per qualche anno, con 372 miliardi, l’uomo più ricco del mondo. Rockefeller lo superò con il boom del petrolio con 418 miliardi. Ma non dimenticò lo stesso: quando Jp Morgan morì il suo biografo scrisse che la sua ricchezza era di appena 1,2 miliardi. E il petroliere si vendicò: «Jp Morgan? Non era nemmeno ricco alla fine».