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 2024  novembre 25 Lunedì calendario

I racconti delle amiche di Cecchettin agli atti

Venezia – «Ho conosciuto Giulia e Filippo all’università e ci siamo frequentati anche all’esterno, pranzavo spesso con loro, facevamo gite fuori porta e ci vedevamo tutti i martedì con il mio ragazzo e Angelique…».
Inizia così il racconto di Beatrice, compagna di studi e di svaghi di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta. Lei, Angelique, Laura, Filippo e l’altra Giulia sono le amiche e l’amico che sarebbero stati sentiti come testimoni davanti alla Corte d’Assise di Venezia se i giudici non avessero deciso per il processo rapido, accogliendo la richiesta dei difensori di Turetta di acquisire il fascicolo d’indagine e rinunciando di fatto alle loro voci. Quel che avrebbero detto pubblicamente è però agli atti e racconta la breve e drammatica storia di questi due universitari padovani che si è via via trasformata nell’incubo di Giulia.
Nessuno di loro poteva immaginare neppure lontanamente cosa stesse meditando Filippo, quel progetto terribile: i coltelli, lo scotch, i sacchi neri...«Avevo pensato alla possibilità di rapirla e poi inevitabilmente ucciderla», ha sussurrato seduto al banco degli imputati raggelando tutti. Dietro c’era l’ossessione di tornare con Giulia, questa sì notata dal gruppo.
«Lei ha una personalità solare, è attiva soprattutto sul sociale, con i bambini, fa la dog-sitter... Filippo è più timido, ma se poi conosce le persone tende ad aprirsi... – li inquadra subito Beatrice – Ricordo che quando si sono lasciati la prima volta lui stava male, non mangiava, non dormiva e cercava di convincere tutti di far cambiare idea a Giulia minacciando di farla finita...Gli dava fastidio che lei uscisse con me e Angelique perché si sentiva escluso. E si sentiva in competizione con Elena, sorella di Giulia, tanto che all’ultimo compleanno di Elena si è arrabbiato per non essere stato invitato. Sono a conoscenza del fatto che Giulia era seguita da uno psicologo e anche Filippo. Abbiamo consigliato noi a lui di rivolgersi a uno specialista perché appariva totalmente ossessionato da lei». Ricorda un episodio: «Un litigio, poco prima di lasciarsi. Eravamo a lezione, si sono messi a discutere e lei ha deciso di andarsene a casa, seguita da Angelique, mentre io restavo con Filippo cercando di tranquillizzarlo… in genere ho visto un rapporto tossico fra i due». La stessa impressione ha avuto Laura, l’amica storica della studentessa: «Giulia mi raccontava che le baruffe nascevano dal fatto che Filippo era ossessionato dal volerla vedere: pretendeva di incontrarla ogni sera, dopo averla vista di mattina all’università... Essendo di indole particolarmente buona, lei tendeva ad accontentare Filippo».
Un’altra amica, Giulia anche lei, aggiunge: «C’era stato una forte discussione, credo nel marzo del 2022, quando Giulia voleva stare a casa con la madre malata e Filippo voleva che passasse il tempo solo con lui». Un compagno del gruppo, Filippo, ricorda cosa accadde tre giorni prima del delitto: «Ci vedemmo tutti senza Giulia per organizzare il suo papiro di laurea ma Filippo sembrava assente e assorto nei suoi pensieri: una cosa strana perché in precedenza si era speso moltissimo».
Sono stati sentiti anche gli amici di Turetta, quelli del suo paese. «È un ragazzo introverso ma sempre disponibile con gli amici, condividevamo l’interesse per moto e motori... Dopo che Giulia l’aveva lasciato era giù di morale, una sera in birreria davanti a tutti disse “me copo”, “mi ammazzo”, stava talmente male da pensare al suicidio. Aveva paura di restare solo, Giulia era la sua prima ragazza. Abbiamo passato la serata a consolarlo. Poteva capitare che gli facessimo degli scherzi e lui alzava un po’ la voce ma la cosa si risolveva con una risata...Filippo era un bersaglio divertente, per come reagiva».
Altro elemento: il ritardo negli studi. «Oltre a non accettare l’autonomia e l’indipendenza di Giulia, anche solo per uscire con noi amiche – ha ricordato Beatrice – l’altro motivo di rottura era stata la richiesta a Giulia di rallentare con gli esami, di fermarsi per aiutarlo a recuperare, per poi riprendere insieme il percorso universitario e laurearsi contemporaneamente». A qualche giorno dalla laurea di Giulia lui le ha chiesto di uscire, lei l’ha accontentato ancora una volta e, dopo un altro «no», Filippo ha messo in atto il suo agghiacciante progetto. «Io ero all’oscuro di tutto, non so cosa gli sia passato per la testa – ha detto Andrea, il fratello minore di Filippo, al programma Zona Bianca — Sono andato a trovarlo in carcere, gli ho chiesto solo come stava». Oggi a Venezia riprende il processo, il pm Andrea Petroni che farà la sua richiesta di condanna: probabilmente l’ergastolo.