Corriere della Sera, 25 novembre 2024
La moglie di Vannacci su Vannacci
«È una cosa bella fare un nuovo partito. Speriamo sia una cosa produttiva per l’Italia». Camelia Mihailescu, 50 anni, romena, lavorava nella casa editrice dell’accademia militare di Bucarest quando ha conosciuto Roberto Vannacci. Adesso ascolta il suo generale, un po’ defilata in seconda fila, a Marina di Grosseto nel giorno della nascita del movimento politico che si ispira alle idee del consorte. Dal palco Vannacci fa battute sulle «dame nere» e sulle «vannaccine». Lei non si scompone: «Non sono gelosa e questo ci tiene uniti da 23 anni, sono tanti anni. Amo l’Italia, mi piace la sua cultura, apprezzo la moda e il cibo. È un Paese stupendo ma vedo spesso Il Mondo al contrario più qui da voi che in Romania». Poi osserva il calendario con le vignette dedicate al generale e ride. «Qui si lancia col paracadute... per lui è normale, l’ho fatto anch’io da 4.000 metri. La sua migliore qualità? La modestia. È anche carino altrimenti non l’avrei sposato. Condivido le sue idee politiche e lo sostengo. Chi lo accusa di razzismo si sbaglia, non lo conosce bene».