Robinson, 24 novembre 2024
L’ultimo sultano ottomano
Nessuna arte (o nessuna scienza, fate voi) è ardua come quella della sopravvivenza. Oggi voglio usare lo spazio di questa rubrica per raccontarvi una vicenda che credo in questo senso emblematica, ed è la storia dell’ultimo dei sultani ottomani.Mehmed VI, così si chiamava, regnò solo per quattro anni, dal 1918 al 1922, e chissà cosa avrebbero pensato del suo tristissimo epilogo tutti coloro che per secoli avevano temuto il feroce nemico turco, facendone l’incarnazione in terra del Male assoluto. Neppure il terrore sopravvive a lungo a se stesso, ed eccoci infatti a Mehmed VI, quest’omino dallo sguardo impaurito, sfuggente, quasi un barelliere nell’ospedale della Storia in cui i suoi novantanove califfi predecessori avevano tiranneggiato come inaccostabili primari. Fino da subito fu difficilissimo per Mehmed, la Grande guerra si era conclusa con una catastrofe per gli ottomani, il loro territorio veniva smembrato fra francesi e inglesi, mentre l’erede al trono si suicidava per l’ossessione di essere vittima di complotti.Toccò quindi a lui salire sul trono di Istanbul, ma durò pochissimo perché la rivoluzione nazionalista di Kemal prese il sopravvento e nel novembre del 1922 l’ultimo dei sultani fuggì dalla Turchia prendendo il largo su una nave britannica. I suoi ultimi anni li avrebbe trascorsi sulla nostra costa ligure, a Sanremo, dove tuttavia la sua lotta per la sopravvivenza gli riservò un vero percorso a ostacoli. Mehmed fumava centinaia di sigarette al giorno, viveva asserragliato, terrorizzato dal dubbio, dal sospetto continuo che il suo entourage gli tendesse agguati o che gli fossero strappati gli affetti più cari, compreso il suo affezionato medico personale che non per nulla fu trovato ucciso nella veranda con un proiettile nel cranio. Faticosamente Mehmed riuscì a evitare per tre anni la medesima fine, per niente confortato da una corte assediata dal gossip della Riviera e da un nipote scalmanato che non trovò di meglio che lanciarsi con l’automobile di lusso dentro un negozietto del centro città.Decisamente, la sopravvivenza è un’impresa se sei l’ultimo sopravvissuto di un impero spietato, e Mehmed giocò la sua partita fino a quel mese di maggio del 1926, quando fra una sigaretta e l’altra stramazzò a terra dopo aver gustato alcune cucchiaiate di un dessert. La salma fu chiusa in un pacco postale e spedita a Damasco: così si chiusero secoli e secoli gloriosi di sultanato ottomano. Titoli di coda.