la Repubblica, 24 novembre 2024
Casalino in felpa all’assemblea M5s
Roma – «La verità è questa: nessuno sa nulla di Beppe. E comunque noi saremmo gli ultimi a saperlo se dovesse venire qui». Rocco Casalino, un tempo ideatore di ogni tipo di strategia comunicativa sempre al fianco dei due fondatori, Grillo e Casaleggio, poi portavoce di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e ora capo della comunicazione M5S, controlla che tutto nella sala del palacongressi stia andando come da programma e si dice «soddisfatto».E se qui, all’assemblea costituente, dovesse arrivare Grillo?«Mi auguro che non venga fischiato, non è giusto, ognuno può dire la sua».Vi sentite, voi che eravate inseparabili?«No, non mi sembra il caso in questa fase».I contestatori, che si fanno chiamare “figli delle stelle”, erano mandati dal garante?«Non credo. Gridavano “onestà-onestà”, ridicoli, cosa c’entra questo urlo contro l’assemblea o contro Conte? E poi erano pochi, dieci-quindici persone, non di più».E qui in sala quante persone ci sono?«Tutte quelle che volevamo, tutte le persone che si sono iscritte per partecipare. Non potevamo riempire di più per ragioni di sicurezza. Le sedie sono tutte piene e ci sono anche persone nelle stanze circostanti e in piedi. È un’assemblea piena di contenuti».Quale sarà l’esito? Via la figura del garante e il Movimento diventerà il partito di Conte?«Non sappiamo come stanno votando gli iscritti, ma io sono ottimista sul futuro del Movimento».Con il presidente Giuseppe Conte c’è stato un riavvicinamento?«Non mi sono mai allontanato da Conte».Ma per lungo tempo si è notata l’assenza al suo fianco.«È stata una scelta mia, stare un po’ più nascosti, fuori dalla scena, è anche bello. Era quello che volevo. Ci sono e non ci sono».Abbigliamento casual, in felpa e niente vestito, come mai?«Left, left. Ormai vesto di sinistra».E i rapporti con Italia viva? Questa assemblea somiglia un po’ alla Leopolda di Matteo Renzi?«Ora devo andare, ma non è che fate un’intervista, eh?».