Corriere della Sera, 24 novembre 2024
Vannacci fonda il suo movimento politico/2
Grosseto – «Ci fanno le multe!». Nel bel mezzo della fondazione del partito scatta il fuggi-fuggi verso l’auto. Tutti i soci lasciano l’assemblea e si precipitano all’esterno dell’Hotel Terme Marine Leopoldo II a Marina di Grosseto. Spostata la macchina, si ricomincia. Rientra l’incursore paracadutista che arriva da Milano: «Vannacci è splendido, può fare qualcosa per l’Italia». Rientra l’elegante signora romana: «La mia auto era salva. Sono qui perché mi aspetto di cambiare il mondo». Fa capolino una spilla di Alberto da Giussano sulla giacca dell’avvocato Guglielmo Mossuto, capogruppo della Lega a Palazzo Vecchio a Firenze. «Roberto è un amico, il suo scopo è riunire più persone per salvare l’Italia». Barbara Cerri, avvocato civilista, arriva da Tarquinia: «Di Vannacci mi attirano i valori». Il più risoluto è Federico Concas, si definisce «imprenditore-faccendiere» nella formazione: «Sono per la sospensione della Costituzione e per instaurare una libera dittatura». «Dio, famiglia, patria, le regole... Io ero un militare», un signore di mezza età elegante, napoletano, elenca col sorriso cosa apprezza in Vannacci.
Al banco passano due signore, una di Arezzo e l’altra di Livorno. «Siamo le dame nere del generale. Ci piace il colore nero, guardi come siamo vestite. Di lui “in generale” ci piace tutto. In particolare le idee di buon senso: la sicurezza, l’essere contro il degrado e contro il pensiero unico». Poi mostrano l’anello con un bel fascio littorio accanto alla X della Decima Mas.
Arriva la pausa, in 480 soci si lanciano nelle sale da pranzo. «Pranzo sociale» a prezzo calmierato di 25 euro: parmigiana di melanzane, lasagne con porcini e salsiccia, arrosto di vitello con patate e tiramisù. Il direttore dell’Hotel, Francesco Micena, palermitano. «Io vannacciano? Siamo aperti ad ogni nuova realtà».
Si riprende, adesso sono circa 600. Fuori avanzano ordinati con passo svelto, fiancheggiando la piscina, un centinaio di esponenti del movimento Indipendenza. Procedono compatti capitanati da Gianni Alemanno: «Sentire un generale parlare di pace mi ha aperto il cuore. In amicizia, con cameratismo, saremo insieme». Il suo vice, Nicola Colosimo: «Vannacci nella Lega o con un suo partito? Meglio Vannacci in generale». Si accorge del gioco di parole. «Ah, ah... Bella battuta vero? Comunque chi non ci convince per niente è Meloni». Arriva il momento di Fabio Filomeni, ex incursore paracadutista, presidente e mente del movimento politico. «Mi sento risorgimentale, la mia barba è garibaldina, potrei essere Solženicyn». Alla contestazione di fare paura, ex militari che si candidano in politica, ribatte: «Se per militari si intendono persone coerenti... Fanno bene ad aver paura perché i militari non si piegano alle logiche di certa politica». La moglie di Vannacci, Camelia Mihailescu, osserva il calendario con le vignette dedicate al consorte. «Condivido le idee di mio marito, io lo sostengo. Chi lo accusa di razzismo si sbaglia, evidentemente non lo conosce. Amo l’Italia, mi piace la sua cultura, apprezzo la moda e il cibo. È un Paese stupendo ma vedo spesso il mondo al contrario più qui da voi che in Romania». E buio fitto quando arriva il rompete le righe. Il Mondo al contrario riparte il 20 dicembre ad Arezzo per la cena di Natale.