Barbara Costa per Dagospia, 23 novembre 2024
MA QUAND’È CHE LE DONNE QUANDO HANNO INIZIATO A INFILARSI UN DILDO TRA LE GAMBE? DA QUANDO SONO AL MONDO! - BARBARA COSTA: “QUESTO AMICO TRASTULLO È NATO CON L’UMANITÀ. LE PREISTORICHE LA SAPEVANO LUNGA: SI CONFEZIONAVANO DILDO DI SILTITE, LISCI LISCI, LUNGHI 20 CM E LARGHI TRE - NELL’ANTICO EGITTO, CLEOPATRA NON CAMBIA LE MISURE MA IL MATERIALE, E SE LO FA REGALARE D’ORO, DAL SUO AMATO GIULIO CESARE. LE ROMANE E LE GRECHE SI DILETTAVANO CON OGGETTI DI LEGNO, O DI CUOIO, IMBOTTITI DI STOFFA. TENEVANO I LORO GIOCATTOLINI IN CASA IN BELLA VISTA E USAVANO L’OLIO COME LUBRIFICANTE” -
Le donne, quando hanno iniziato a infilarsi un dildo tra le gambe? Da quando sono al mondo! Il dildo, questo amico trastullo, è nato con l’umanità e, anche se di dildo preistorici non vi è certezza, è certo che la vulva con clitoride sveglio come è oggi è da sempre, e, poiché ci tocchiamo il sesso, maschietti e femminucce, fin nella pancia di mamma, non è che Eva e figlie se ne stavano annoiate a braccia conserte, ad aspettare che Adamo e soci si svegliassero.
Esplorarsi il sesso con le mani fa parte di noi, in ogni tempo, e per noi donne, poi, infilarci qualcosa dentro, che non sia il pene, ma ci assomigli, per forma, dimensione, è stato logico: altrimenti perché la Chiesa, per comandare, ci ha subito proibito di farlo? Ma prima di questo dio seccatore, come si masturbavano le nostre antenate?
Storici sapientoni mettono le mani avanti, dicono che non è sicuro, dicono che quei cosi a forma di fallo che saltano fuori tra i reperti preistorici sono simboli rituali, o pestelli, o roba per cacciare, e che sono dildo non lo possiamo giurare, dato che non possiamo contare su testimonianze dirette: sì, vabbè, ma se a queste interpretazioni dotte elimini la morale che per educazione ci devono infilare… su, non meniamocela: i falli che per gli storici non sono dildo e che sono stati ritrovati nelle caverne, gossippano che le preistoriche la sapevano lunga: si confezionavano dildo di siltite, lisci lisci, lunghi 20 cm e larghi 3.
Capito le furbe? E molto dopo di loro, nell’antico Egitto, Cleopatra non cambia le misure ma il materiale, e se lo fa regalare d’oro, dal suo amato Giulio Cesare. È una panzana che la pur astutissima Cleopatra abbia inventato il vibratore: non è vero che ella abbia riempito dildo di legno cavi, o un tubo di zucca, con api che, lì imprigionate, avrebbero fatto vibrare il sex toy col loro ronzio impazzito.
Le Romane, e le Greche, antiche, si dilettavano con dildo di legno, o di cuoio, imbottiti di stoffa, e lunghi "non meno di 15 cm". Esse, non scocciate dal peccato cristiano, tenevano i loro giocattolini in casa in bella vista, in vasi e oggetti di uso domestico, quotidiano. E usavano l’olio come lubrificante. Il poeta Marziale è il primo a scrivere di strap-on, ma ci fa divertire solo le lesbiche.
Purtroppo a un certo punto arriva e si afferma il Cristianesimo che, per il suo gioco di potere, pone sotto controllo la sessualità, e mette paura sul pericolo di toccarsi. E di infilarsi cose davanti e dietro e ovunque. Introduzioni che però non conoscono tregua, con dio che guarda e giudica sono fatte di nascosto, da soli, in coppia, in orge, in una doppia morale arrivata pur ammaccata fino a oggi.
La Rivoluzione Industriale dà ai dildo la vibrazione, prima che a motore a molla, a manovella, e li democratizza e li fa entrare nelle case e nelle vagine delle pie signore borghesi. Se le proletarie se li potranno permettere solo nel ′900 (e da fine 60s in silicone, ideati da un paraplegico, Gosnell Duncan), è un falso che le borghesi se ne correvano dal dottore a farsi fare un "massaggio pelvico" per raggiungere il "parossismo isterico".
Traduzione: andavano dal loro medico, da lui si facevano masturbare con mani e dita, fino a raggiungere l’orgasmo. Che vi siano stati ginecologi che in passato abbiano masturbato pazienti a loro giudizio affette da isterismo, insonnia, ansia, dolori cronici di varia forma, gli storici adesso lo negano. È nondimeno verissimo che alle signore borghesi dildo e vibratori erano pubblicizzati per scopi diversi dal masturbarsi, e per non contravvenire a leggi che, fino a metà ′900, in Occidente ne proibivano la giusta divulgazione.
Ed ecco che così sui giornali sbucavano pubblicità di dildo vintage "compagni per signore", e di vibratori pluri accessoriati, adattissimi a curare acne, sovrappeso, depressioni, meteorismo, stitichezza, e che soprattutto non hanno rivali se usati come antirughe (l’orgasmo distende i lineamenti del viso…). Uno è venduto col nome "Niagara", e per cascate si intende che, se non l’orgasmo, ma quello accompagnato da squirting?
Infine, perché questo insostituibile alleato, si chiama dildo? Bravo chi lo sa. Con sicurezza chi e quando gli ha dato questo nome non si sa. Si fanno ipotesi. Il nome viene dal latino "dilectum", piacere? No, dildo è termine ben più recente e proviene dall’inglese "dill", che significa "cetriolo". Macché, dildo è "dil doul", gergale USA, e di preciso di una ballata triviale sul pene che non si alza, del 1600.