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 2024  novembre 21 Giovedì calendario

Le regine del tennis


MALAGA – Make Italy Great Again.Con perseveranza, con la capacità di cucire le smagliature, con la lucidità che smonta le costruzioni avversarie. Ce l’hanno fatta le ragazze non più (da tempo) piccole donne: non solo a vincere la Fed Cup, oggi Billie Jean King, per la quinta volta, a diventare campionesse del mondo, ma a salire in alto nello stesso momento dei ragazzi. Insieme, senza scomodare Mina. Undici anni dopo, l’Italia femminile torna al comando (Lea Pericoli, mancavi solo tu). E almeno fino a stasera il regno del tennis è azzurro. Quello che le donne non dicono, lo fanno. Slovacchia fatti più in là. In 80 minuti (6-2,6-4) Lucia Bronzetti, debuttante, numero 78 del mondo, si libera dell’imponente Viktoria Hruncakova, n. 159 Wta, mettendo a segno 18 degli ultimi 20 punti. «Sono orgogliosa di far parte di questa squadra e di aver portato il mio contributo. Ho iniziato tardi a giocare, a 10 anni, la mia famiglia non aveva grandi mezzi economici, mio papà è vigile del fuoco, mamma è impiegata, hanno preso un camper per accompagnarmi ai tornei. Questo successo mi dà fiducia, lavorerò per migliorare a rete e per liberarmi dai mostri. A Rabat a maggio difendevo il titolo e ho perso ai quarti al terzo set mentre stavo vincendo 5-0. Dico grazie alle mie compagne, a Jasmine che è migliorata tantissimo e a Sara che ha una visione di gioco sempre intelligente». Jasmine Paolini, numero 4 del mondo, al suo 113° match della stagione, si sbarazza in due set (6-2, 6-1) della slovacca Rebecca Sramkova, numero 43, che va fuori giri in una partita comandata dall’azzurra. Il suo è un sorriso feroce e determinato. «Chiudere così, con questo titolo, è fantastico, non ho parole. È il nostro regalo per Tathiana Garbin, ha creduto in noi più di noi stesse: nessuno ci dava quattro lire, specie nel confronto con le azzurre vincenti del passato. Avevamo visto la finale con la Russia a Cagliari, undici anni fa, non pensavo che poi sarebbe toccato anche a noi tutto questo».Almeno per un giorno nel tennis l’Italia è in cima al mondo nello stesso momento. Il gap non c’è più. È la prima volta, eppure leitalian girlsnon sono valchirie. Come a significare che nelle diversità si può essere pari. Ognuno con le proprie forze e caratteristiche, senza per forza dire in modalità Sinner. Ci erano riuscite Usa, Australia, Repubblica Ceca, Russia ad affermarsi contemporaneamente, ma mai l’Italia, come se la questione uomo-donna fosse un ascensore per il patibolo: se salivano le ragazze scendevano i ragazzi. Nel volley azzurro, mai insieme. Nel ciclismo solo nel 2007, Paolo Bettini e Marta Bastianelli. Poi il sorpasso del movimento femminile mentre i maschi non vincono un Mondiale dal 2008.È l’Italia impastata della provincia. Lucia Bronzetti, 26 anni a dicembre, tanta Romagna Mia, nata a Rimini, cresciuta a Villa Verrucchio, trasferitasi a Anzio dai Piccari. Jasmine Paolini, 28 anni, nata a Castelnuovo di Garfagnana da padre italiano e madre polacco-ghanese, la ragazza che invece di abbandonarsi al tramonto, decide di rinascere e di trovare albe con l’attenta guida tecnica di Renzo Furlan che le dà più solidità e profondità. Sara Errani, 37 anni, l’azzurra più vincentecon 28 successi, nata a Bologna, ma cresciuta a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, allenata da tempo dallo spagnolo Paolo Lozano. Martina Trevisan, 31 anni, fiorentina, padre ex calciatore e madre maestra di tennis, un fratello ex tennista: si è rialzata in carriera dopo aver affrontato l’anoressia, ha giocato una semifinale al Roland Garros. Infine Elisabetta Cocciaretto, 23 anni, marchigiana di Porto San Giorgio, che si allena a Formia con Fausto Scolari. Cinque anni fa era ancora una liceale quando entrò nel tabellone principale a Roma.Le donne che non fanno gruppo,come no. Garbin, la capitana, anche affrontando un tumore non le ha mai lasciate sole, le ha seguite nei tornei, ha dato a ognuna di loro il fuoco da accendere, le ha prese in C nel 2017 e la he portata a due finali consecutive (l’anno scorso l’Italia fu sconfitta dal Canada). Ora dice: «Dedico la coppa a queste ragazze straordinarie che mi hanno incoraggiato, e al personale medico che mi ha guarito. So cosa hanno dovuto superare queste atlete per essere qui e fare diventare realtà il sogno. Sono di ispirazione a chi si avvicina al tennis, hanno insegnato che bisogna coltivare la passione, applicarsiper migliorare, godersi il viaggio. E ci insegnano a sorridere, soprattutto. Ora spero che tocchi ai ragazzi, un anno fa ci hanno dedicato la loro Davis, non l’ho dimenticato». E poi quella frase: «Questo sarebbe il momento giusto per lasciare, più di così non saprei che cosa desiderare».Avevano fatto bene anche le pioniere, Flavia Pennetta, Roberta Vinci, Francesca Schiavone e Sara Errani (c’era sempre lei), in un’epoca in cui tennis maschile agonizzava, ma erano giocatrici da rosso, mentre il gruppo attuale vince sul veloce. L’Italia è la nazione che dal 2000 ha disputato più finali (7).E oggi tocca ai ragazzi italiani nei quarti contro l’Argentina. Sinner, Musetti, Berrettini, Vavassori e Bolelli sono i cinque che dovranno riportare la Davis in Italia per la terza volta nella storia, dopo il 1976 e il 2023. È il sesto confronto con l’Argentina con gli azzurri in vantaggio 3-2 e con la domanda: Jannik giocherà anche il doppio? E se sì, con chi?Billie Jean King ha messo personalmente le giacche blu da campionesse a tutte le azzurre. Quando hai una regina che ti porge il mantello quello che devi fare è camminare umilmente a testa alta