la Repubblica, 21 novembre 2024
Il reportage: la vendetta di Putin su Kiev
KIEV— Il cielo nero come la pece di Kiev per via dei razionamenti di energia è rimasto solcato per ore mercoledì notte da fasci di luce che cercavano i Shahed iraniani per poterli abbattere. Quattro allarmi per attacchi con droni e missili balistici tra la notte e la mattina di ieri hanno costretto la popolazione a cercare riparo. I rifugi degli hotel sono spesso situati nei parcheggi sotterranei, dove sedie e brandine sono collocate a ridosso delle auto. Ci si incontrano giornalisti, diplomatici, cooperanti ma anche turisti ucraini o famiglie che attraversano il vasto territorio del Paese in guerra per visitare i parenti. Si rimane svegli per ore, con il caffè, le coperte e i biscotti secchi ad ammazzare il tempo in attesa che la minaccia finisca.Kiev è di nuovo nell’occhio del ciclone del conflitto e in un’escalation di tensione ieri Italia, Stati Uniti ed altri Paesi europei hanno deciso di chiudere le proprie ambasciate nella capitale per una «minaccia imminente», dopo che l’intelligence di Washington aveva diramato un’allerta ai partner riguardo a un possibile attacco su larga scala contro la capitale ucraina. Gli Usa in serata hanno comunicato la riapertura della sede diplomatica «pur restando vigili».Ad allarmi ancora in corso ieri mattina la sede diplomatica Usa ha comunicato di avere «ricevuto informazioni specifiche di un potenziale attacco aereo significativo il 20 di novembre» a cui ha dato seguito con la chiusura e un invito ai lavoratori di mettersi al riparo. «Anche l’ambasciata italiana ha spostato il personale in stanze protette», è stata la reazione della nostra sede dopo avere inizialmente solo chiuso gli uffici al pubblico. Grecia e Spagna hanno seguito lo stesso esempio. Francia e Regno Unito hanno chiesto ai lavoratori e i cittadini di osservare estrema cautela ma senza chiudere.L’ambasciata americana a Kiev è un enorme complesso che occupa una superficie di circa 50.000 mq nel quartiere di Schevchenko. Nonostante la chiusura si osservava un’attività limitata di auto che andavano e venivano. Annunci come quello di ieri sono rari, Washington ha chiuso temporaneamente l’ambasciata solo in pochissime occasioni da quando è iniziata l’invasione russa.L’aumento delle preoccupazioni per gli obiettivi occidentali – dunque delle loro sedi diplomatiche a Kiev – arriva tre giorni dopo che l’amministrazione Biden ha fatto trapelare la rimozione dei limiti per l’utilizzo delle armi a lungo raggio americane in territorio russo.In generale la tensione è tornata in città. Gli abitanti della capitale hanno ripreso a seguire fedelmente le istruzioni e recarsi in massa airifugi quando suonano le sirene, in particolare se si tratta di missili balistici. Come è tornato a succedere ieri in una giornata carica di apprensione poco prima delle 14, quando tre razzi russi si dirigevano da nord verso la capitale. A Podil, quartiere di moda al sud del centro, la stazione della metro sotterranea era un brulicare di madri con materassini da yoga per far sedere i figli, ragazzi e ragazze pazienti con gli auricolari e il naso sul cellulare, militari in congedo e anziani che aspettavano la neutralizzazione delle minacce. «In genere controllo canali ufficiali su Telegram e scendo alla metro solo quando si tratta di missili balistici. Se sono solo droni resto a casa», confessa Olha, una ragazza di Kramatorsk che vive nell’area.«È possibile che tra gli obiettivi attuali ci siano depositi di missili Atacms in Ucraina e luoghi dove sono impiegati istruttori Nato di Paesi occidentali», spiega a Repubblica Aleksandr Musienko, capo del think tank Centro di studi militari legali. «Secondo quanto ci risulta le minacce sono reali, perché attualmente la Russia ha accumulato una quantità di missili e droni sufficienti a sferrare tra i tre e i cinque attacchi su larga scala», prosegue, «useranno questi attacchi per colpire la nostra rete energetica, sfinire la popolazione e mandare un messaggio al presidente Trump, come a dire: “guarda abbiamo abbastanza scorte per fare ancora male”».Mentre tutto questo accadeva, una serie di account falsi riconducibili alla Russia hanno messo in giro la notizia di un imminente attacco russo con missili e bombe su tutte le città ucraine, spacciandosi per l’intelligence della difesa di Kiev, che si è trovata a dover smentire i post virali. Un colmo di cinismo che non fa che giocare sulla resilienza della popolazione civile.