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 2024  novembre 21 Giovedì calendario

Anci, parla il neo presidente Gaetano Manfredi

  TORINO – Sindaco Gaetano Manfredi, quale sarà la sua battaglia da presidente dell’Anci?«La mia priorità è mettere al centro della politica italiana i bisogni dei Comuni, rafforzarne l’autonomia, dargli poteri per affrontare le sfide e dare una risposta ai bisogni dei cittadini».Sembra una strada ben diversa dall’autonomia differenziata che dà più poteri alle Regioni proposta dal governo delle destre.«Come ho scritto nella mia relazione, noi siamo autonomi per Costituzione e la Costituzione va rispettata. La centralità dei Comuni va difesa e rafforzata anche nelle politiche nazionali. Dico no al centralismo regionale che rischierebbe seriamente di complicare e rallentare i processi decisionali e attuativi, certo non a beneficio dei nostri cittadini, a cui i sindaci sono quotidianamente chiamati a dare risposte concrete».Il presidente Sergio Mattarella, intervenuto all’assemblea Anci, ha detto che l’autonomia dei Comuni non è separatezza ma funzione di unità d’Italia. Un bel sostegno…«Il Presidente condivide la linea finalizzata al mantenimento dell’unità. Lo ha detto espressamente condividendo la mia relazione. La forza della coesione del Paese sono le autonomie locali».Vuole anche che i Comuni trattino direttamente con l’Unione europea senza l’intermediazione delle Regioni?«È la strada e non a caso il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, sarà vice presidente Anci con delega agli Affari europei. Crediamo molto in un rapporto più forte tra Comuni ed Europa».È preoccupato dei tagli agli enti locali?«La situazione economica del Paese è difficile ma non si può imporre un’austerità a senso unico che impedisce ai Comuni di fornire servizi che sono essenziali. Noi abbiamo delle priorità da affrontare: come trasporti migliori, servizi sociali, politiche per la casa, sicurezza urbana. Sono sfide che impattano sui bisogni giornalieri delle persone. E non è pensabile che i sindaci restino senza fondi. Abbiamo sottoposto al governo un’ agenda di sette proposte riformiste con l’obiettivo di garantire equilibrio e crescita alle diverse realtà comunali. Siamo preoccupati per alcune scelte che riteniamo drastiche di riduzione di risorse. Parliamo di 3 miliardi e 200 milioni per il periodo 2025/2029 e di oltre 5 miliardi nel 2030/2037. E sul turn over chiediamo a Parlamento e governo di prevedere una deroga totale per gli enti locali che hanno già avviato concorsi».Come si porrà con i sindaci del centrodestra?«Sono amministratori con cui ho un ottimo rapporto, ognuno con la propria storia politica e i propri valori politici rappresentiamo i cittadini e dobbiamo essere capaci di lavorare insieme e trovare quello che ci unisce e non quello che ci divide».La sua elezione è anche una vittoria della segretaria del Pd, Elly Schlein, che apprezza la sua capacità di saldare tante anime. È la strada da seguire per il centrosinistra?«Il centrosinistra quando è compatto vince, questo è il messaggio che viene dagli elettori. Con Elly ci sentiamo spesso e mi ha detto di portare avanti le istanze in cui ho sempre creduto: mettere al centro della nostra azione l’interesse dei cittadini e soprattutto i bisogni di chi è in difficoltà. Abbiamo tante persone che vivono il dramma di non avere una casa, il lavoro, un reddito. Se mettiamo al centro in maniera corretta i bisogni delle persone svolgiamo un buon servizio alla coesione del Paese».Va recuperato il rapporto con il M5s di Giuseppe Conte a cui lei è molto legato?«Il centro sinistra è competitivo se è unito, non tanto nel rapporto tra i leader, ma nel mettere al centro un progetto condiviso».Cosa risponde a chi pensa che l’Anci le servirà come trampolino di lancio per la Regione? Il governatore Vincenzo De Luca ora sarà più preoccupato?«La mia priorità è fare il sindaco di Napoli e continuerò a farlo. Sono totalmente concentrato su questo e sull’ulteriore impegno come presidente dell’Anci. Se De Luca è preoccupato dovete chiederlo a lui».È la prima volta per un sindaco di Napoli è eletto presidente dell’Anci cosa significa?«Oggi esiste un nuovo Sud che non fa rivendicazioni ma vuole dare un contributo forte alla crescita del Paese».