Corriere della Sera, 21 novembre 2024
Monte Napoleone d’oro
Un concentrato di lusso in 460 metri di lunghezza: le vetrine più prestigiose e costose del mondo si trovano in via Monte Napoleone, a Milano. Gli affitti dei negozi hanno raggiunto i 20 mila euro al metro quadro all’anno, con un aumento del 30 per cento nell’ultimo biennio. Oggi occupare per dodici mesi un locale di 100 metri quadri nel centro del distretto della moda costa, cioè, in media due milioni. Un «canone d’oro» che fa di Monte Napoleone la via dello shopping più cara dell mondo, davanti alla Upper Fifth Avenue di New York e a New Bond Street a Londra.
È la prima volta che una città europea conquista il primato globale della classifica che la società di consulenza immobiliare Cushman & Wakefield redige da 34 anni. Nel ranking figura anche Roma, con il quinto posto globale di via Condotti (15 mila euro al metro quadro), e Firenze, in quattordicesima posizione in Europa con via Roma (6.000 euro al metro quadro). Nessuna via dello shopping è però riuscita a tenere il ritmo di Monte Napoleone, dove negli ultimi dieci anni l’affitto dei negozi è più che raddoppiato, passando dagli 8.500 euro al metro quadro del 2014 ai 20 mila del 2024.
Rispetto alla lunga Tsim Sha Tsui di Hong Kong o all’Avenue des Champs Élysées di Parigi, del resto, via Monte Napoleone è una piccola strada, con pochi spazi disponibili che i marchi si contendono ferocemente. Il viavai dei turisti lungo «Montenapo» è poi aumentato: nel 2023 Milano ha toccato 8,5 milioni di visitatori, un record che quest’anno potrebbe essere aggiornato. La City lombarda è stata infine la principale beneficiaria della «norma Cristiano Ronaldo» e, a partire dal 2017, un buon numero di Paperoni stranieri – banchieri, star e gestori di fondi di investimento – si è trasferito a Milano proprio per sfruttare la possibilità di pagare una tassa piatta di 100 mila euro sui redditi realizzati all’estero.
«È ormai dall’Expo del 2015 che Milano si sta posizionando tra le capitali europee più importanti, capace di attrarre nuovi investimenti, nuovi turisti, nuovi residenti», sintetizza Joachim Sandberg, amministratore delegato di Cushman & Wakefield Italia. Nel settore del lusso, la capitale italiana del fashion «ormai si è guadagnata un primato indiscutibile». A dimostrarlo ci sono anche le compravendite immobiliari da capogiro concluse nel quadrilatero della moda.
Dinanzi all’esplosione degli affitti, infatti, alcuni grandi marchi del lusso hanno trovato più conveniente e redditizio diventare direttamente proprietari degli spazi. Così, ad aprile di quest’anno, il colosso della moda francese Kering ha acquistato per 1,3 miliardi il palazzo di via Monte Napoleone 8, che ha fra gli inquilini Cova, Prada, una grande boutique di Yves Saint Laurent, gli orologi di Le Coultre. Si è trattato della più dispendiosa operazione su un singolo edificio nella storia d’Italia: il gruppo a capo di Gucci e Bottega Veneta ha sborsato 110 mila euro al metro quadro per rilevare l’immobile dal fondo Blackstone, causando un’immediata rivalutazione di tutte le proprietà della strada.
Resta da capire se il primato conquistato da via Monte Napoleone sia la tappa di un’ascesa o il suo picco. Dopo l’euforia da shopping post pandemia, il lusso sta attraversando una fase difficile a causa dell’inflazione e del conseguente calo dei consumi. Per far fronte al crollo dei fatturati i grandi gruppi stanno correndo a tagliare i costi, a cominciare degli affitti. Toccherà anche a Monte Napoleone? Secondo Cushman & Wakefield, il valore dei marchi del lusso sta anche nelle location esclusive delle loro insegne. Piuttosto, per mantenere il fascino nel lungo periodo, Milano dovrà «trasformare questo primato in un valore tangibile per l’intera comunità, generando benefici per tutti». Le scintillanti vetrine di Monte Napoleone rispecchiano ancora la vera Milano oppure riflettono un’immagine distorta della città?