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 2024  novembre 20 Mercoledì calendario

Dopo il Ponte Morandi, ecco la legge per le vittime dei crolli

Diventa realtà lo status giuridico di vittime dei crolli di infrastrutture stradali e autostradali derivanti da gravi forme di incuria. Una legge nata dal crollo del Ponte Morandi e fortemente voluta dai familiari delle vittime, che pur di tutelare altre persone che dovessero trovarsi in una situazione simile, hanno rifiutato più volte un’offerta che avrebbe risarcito solo loro.
Il bicchiere mezzo pieno è questo: il Senato domani voterà un disegno di legge storico, che riconosce alle vittime di questi disastri uno status simile alle vittime di terrorismo, mafia e del dovere; una discussione a cui si arriva dopo che il provvedimento è stato votato all’unanimità dalla prima commissione del Senato. Quello mezzo vuoto è il compromesso che ha ridotto le ambizioni originarie della proposta: la nuova norma tutelerà “gli eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale”, ma non tutti i disastri italiani figli dell’incuria umana e della negligenza nei controlli da parte dello Stato. In altre parole, la norma tutelerà un ipotetico nuovo Ponte Morandi, ma non altri Vajont, Viareggio, Mottarone o Rigopiano. Troppo difficile prevedere vere coperture economiche, troppo ampio il perimetro giuridico delle prime formulazioni. Una delle bozze originarie, firmata dal senatore del Pd Lorenzo Basso, recependo la volontà del comitato familiari delle vittime del Morandi, teneva dentro una casistica molto più ampia: “vittime dell’incuria”, ovvero di “eventi dannosi conseguenti a carenze, vizi, difetti, omissioni nella progettazione, costruzione, gestione, manutenzione, vigilanza, controllo, funzionamento, regolazione di infrastrutture di trasporto e di servizi di trasporto soggetti alla competenza dell’autorità di regolazione dei trasporti”. Gli slittamenti e l’avvicendarsi di vari governi hanno convinto i sostenitori della norma che questo fosse l’unico punto di caduta possibile: “È comunque una vittoria – secondo Basso – la ricucitura di una ferita il cui merito non è dello Stato, ma dei familiari delle vittime che non hanno accettato risarcimenti solo per sé. Un punto di partenza che potrebbe essere allargato in futuro”. La legge prevede l’istituzione di un fondo da 7 milioni di euro, che sarà finanziato ogni anno con un contributo da 1,5 milioni. Stanziamenti che copriranno contributi alle famiglie delle vittime “indipendenti e ulteriori rispetto ai risarcimenti”; assunzioni dirette dello Stato; agevolazioni contributive; borse di studio per gli orfani; sostegno psicologico; permessi dal lavoro per seguire i processi; è prevista inoltre la concessione della cittadinanza ai coniugi stranieri che perdono il partner. “È una cosa buona, voteremo a favore – spiega Luca Pirondini, parlamentare del M5s – bisogna lavorare però sulla prevenzione, affinché questo provvedimento non debba essere usato mai più”.