Corriere della Sera, 20 novembre 2024
Dal giudice poeta a quello che si comprò auto in sconto dagli imputati. Nel libro di Zurlo i processi ai magistrati
Piccolezze, prepotenze alla «lei non sa chi sono io», scarso, scarsissimo impegno sul lavoro, reati veri e propri anche gravi: è vasto, penosamente variegato e per certi versi allarmante il campionario delle accuse ai magistrati finiti sotto la lente di ingrandimento della sezione disciplinare del Csm. È vero, com’è vero, che si tratta di una ridottissima minoranza rispetto agli oltre 9.500 magistrati italiani e che molti dei casi più gravi non vengono puniti perché gli incolpati si dimettono prima, ciò non di meno fa impressione constatare che chi amministra la giustizia a volte può essere peggiore di coloro che è chiamato ad indagare o a giudicare.Alcuni dei casi raccolti dal giornalista Stefano Zurlo ne Il nuovo libro nero della magistratura (268 pag. Baldini & Castoldi) sono assurti alle cronache e, anche se l’autore non riporta elementi che permettono di identificare le persone coinvolte, non è difficile capire di chi si stia parlando. Talvolta i responsabili vengono puniti dalla Disciplinare con sanzioni che Zurlo considera indulgenti a fronte delle responsabilità.
Come in tutte le altre categorie professionali sottoposte al rispetto di un codice etico, anche in quella dei magistrati si riflettono «vizi e difetti, miserie e debolezze», ma qui, avverte Zurlo nella prefazione, si sta parlando di «giudici che hanno anteposto alla correttezza ed alla sacralità del proprio difficilissimo compito, interessi meschini, denaro, potere, favori e scambi vantaggiosi con questo o quel potente». L’autore auspica che le decisioni della sezione disciplinare del Csm non emergano solo sporadicamente, ma in modo più trasparente e continuo per permettere alla stampa di puntare più facilmente il proprio «binocolo», non per «coltivare propositi pruriginosi né tantomeno per imbastire velleitari controprocessi» contro singoli magistrati e «portare acqua al mulino della politica», ma per far sì che il cittadino possa «conoscere le dinamiche del potere giudiziario e comprenderle dall’interno». Stefano Zurlo, che torna sull’argomento dopo il volume pubblicato nel 2020, intravede un cambio di passo nell’attuale Csm presieduto da Fabio Pinelli, avvocato indicato dalla Lega, che potrebbe «segnare uno spartiacque rispetto ad un passato più o meno buonista».
Tra i casi, c’è il giudice che ha comprato a prezzi stracciati auto da venditori che sono coinvolti in suoi procedimenti penali, e che alla fine viene sanzionato con la sola perdita di un anno di anzianità; c’è quel pm che guida ubriaco ed aggredisce i vigili urbani che lo bloccano, e viene sospeso per due anni e trasferito, ma anche il giudice che invece di lavorare si dedica alla poesia, e si dimette in zona Cesarini.