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 2024  novembre 19 Martedì calendario

Intervista a Lorella Cuccarini


Ha fatto la storia della tv. E ora, a quanto pare, sta pure riscrivendo parte della scienza. A un passo dai 40 anni di carriera (l’anno prossimo) e dai 60 d’età (che non le daresti mai), Lorella Cuccarini è un uragano di energia. Il terzo tempo della sua carriera è di fatto una seconda giovinezza: l’anno scorso ha stregato il Festival di Sanremo duettando con il suo allievo Olly, quest’anno lo ha co-condotto al fianco di Amadeus; ha rieditato La notte vola, conquistando le radio; ha lanciato talenti come Mew (ora a Sanremo Giovani) e Angelina Mango ad Amici su Canale 5. Per lei il teatro Brancaccio di Roma ha pure aggiunto un posto a tavola: dal 29 novembre Cuccarini sarà Consolazione nel celebre spettacolo Aggiungi un posto a tavola, che compie 50 anni. «Era il mio sogno di bambina: è stato il primo musical che ho visto dal vivo, una vera folgorazione».Più passano gli anni e più è infaticabile, bella, vitale: tocca riscrivere la biologia?«Gran parte della mia generazione è così: siamo diversi da quelle precedenti che, maturando, tendevano a rallentare. Si dice che la società cambia, non vale solo per i giovani».Che invece si fermano: da Angelina Mango a Sangiovanni, molti si prendono una pausa. Cosa sta succedendo?«Anch’io ho iniziato presto a lavorare: studiavo ballo già a 9 anni, ho esordito in tv a 20, ma all’epoca era tutto diverso. Potevi crescere, fare la gavetta, imparare. Oggi invece i ragazzi hanno addosso una pressione gigantesca: viene chiesto loro di essere tutto e subito, e il confronto è con i colleghi di tutto il mondo. La globalizzazione ha aperto i mercati e amplificato i paragoni».Fanno quindi bene?«Secondo me dovrebbero pianificare in anticipo degli stop. Se sei giovane ti senti infaticabile, invece il burnout non conosce età: bisogna ascoltare il proprio corpo. Siamo umani. Che poi è quello che faccio anch’io con i miei impegni di lavoro».Sta dicendo che, nonostante l’agenda strapiena, viaggia a velocità di crociera?«È più una questione di approccio mentale: ho imparato a volermi bene. A vent’anni non volevo guardare i miei limiti: avevo l’ansia da prestazione. Ora invece li accetto e prendo tutto con più leggerezza».Pensa mai che si sta riprendendo, con gli interessi, ciò che in passato non le è stato riconosciuto?«Se hai alle spalle 40 anni di carriera, è fisiologico aver attraversato delle fasi di stallo: ci sono stati dei momenti in cui la tv era spenta per me e allora io mi buttavo sul teatro. Sfruttavo quella pausa per crescere artisticamente e per stare con la mia famiglia. Non sono mai andata in crisi perché sentivo di essere viva, di camminare. Quindi no, non mi sento a credito con la vita: anzi, ho avuto più di quello che sognavo».Rinuncerebbe mai alla fama?«Sì, anche domani. Lo ripeto spesso, ai colleghi e agli amici: se tutto dovesse finire, non ne farei un dramma».Medita il ritiro?«No. Il corpo non sempre risponde come vorrei, ma la mente corre, ho ancora la voglia di alzare l’asticella e osare. Un’esperienza che mi manca è il cinema».La descrivono come una macchina da guerra, senza debolezze: è così?«Se essere una macchina da guerra vuol dire non tirarsi indietro quando c’è da lavorare, o qualcuno da aiutare, allora sì. Ma di debolezze ne ho eccome. Per esempio sono maniaca del controllo».A chi è più grata?«La lista è lunghissima (Antonio Ricci, Marco Columbro…) ma in cima c’è Pippo Baudo: mi ha dato la possibilità di debuttare ma soprattutto di crescere nel tempo. Mi ha protetta e indirizzata dandomi i giusti consigli».E con chi avrebbe voluto che le cose andassero meglio?«Non voglio fare nomi, anche perché i rapporti si portano avanti in due: se non è andata, forse stava bene così a chi c’era dall’altra parte. Però mi sarebbe piaciuto collaborare di più con le donne: ho avuto partner soprattutto maschili».Le sue simpatie per il centrodestra sono note. Com’è che non la vediamo sulle reti Rai?«In realtà quella è sola un’altra delle tante etichette che mi danno, un po’ come “La più amata dagli italiani”. L’associano a me, sbagliando: la star è la cucina. Non le amo, ma cerco di riderci sopra. Quanto alla Rai, sono talmente felice di stare ad Amici che non penso ad altro. C’è un momento nella carriera in cui senti di avere ricevuto molto e vuoi mettere il tuo sogno a disposizione di chi invece lo sta ancora costruendo. Amici è questo per me. Cos’altro dovrei desiderare?».Con Silvio Testi è sposata dal ’91: di solito chi inizia presto, finisce anche prima. A quante crisi siete sopravvissuti?«Se per crisi intende la messa in discussione del nostro rapporto, nessuna. Abbiamo invece affrontato dei momenti difficili dettati per esempio da lutti o preoccupazioni, ma le discussioni fanno parte del volersi bene. L’amore è l’arte della comprensione e del dialogo: al centro non ci sei tu, con le tue idee, ma la coppia, con le sue diversità. La sfida non è che l’altro cambi per te ma che, nelle differenze di vedute, si riesca a trovare un punto di incontro. La famiglia ha avuto un peso decisivo nel mio successo: è l’isola felice a cui so che posso sempre tornare. Soprattutto nei momenti bui».Come avete affrontato la polemica sull’orientamento sessuale di sua figlia?«Senza drammi. Lei al momento ci era rimasta male, perché non era stato colto il senso della sua dichiarazione, ma io l’ho rassicurata: tutto si sarebbe sgonfiato già il giorno dopo. Infatti è andata così». —