la Repubblica, 19 novembre 2024
Il futuro dell’arte è il Ventennio La Quadriennale torna al 1935
L’unica certezza, per ora, sono gli anni Trenta. Sarà Fantastica, come recita il titolo annunciato nella conferenza stampa di presentazione dal presidente Luca Beatrice, la prossima Quadriennale d’arte di Roma? Chissà. Ma a dare il la alla manifestazione, prevista per l’ottobre del 2025, in pieno Giubileo, rischia di essere non la Quadriennale vera e propria, con i suoi «cinquanta artisti, tutti viventi e formati nel nuovomillennio» come precisa Beatrice. Ma una sezione storica dedicata all’edizione del 1935, con uno spazio dedicato – manco a dirlo – al Futurismo, carta onnipresente nel mazzo culturale della destra al governo e già al centro della discussa prossima mostra della Galleria Nazionale. Questa sezione storica, curata da Walter Guadagnini, si intitolerà I giovani e i maestri e in una quarantina di opere renderà omaggio alla Quadriennale guidata da Cipriano Efisio Oppo, critico d’arte ma anche deputato del Partito nazionale fascista.
Inaugurata da Mussolini, fu un grande successo di pubblico e un capolavoro di diplomazia da parte di Oppo, sentitamente fascista (nel 1945 a salvarlo dalle rappresaglie partigiane sarà l’artista Afro Basaldella), ma con un occhio per il talento.
C’erano (e ci saranno in I giovani eimaestri) de Chirico e Severini, Donghi e Martini, ma anche Corrado Cagli, che pochi anni dopo dovette lasciare l’Italia per le leggi razziali proclamatedal regime. Circostanza che speriamo verrà ricordata, tra una celebrazione e l’altra.
Di nomi e tono della Quadriennale vera e propria, che Beatrice promette «sul pezzo» (sic), non si è svelato molto, mentre ancora aleggia la polemica innescata dalla tumultuosa interruzione del mandato del precedente direttore artistico Gian Maria Tosatti, che ha lasciato in polemica con il nuovo cda, accusandolo di aver bloccato i progetti e di aver interrotto un processo virtuoso che portava gli attori internazionali a guardare all’Italia eai suoi giovani artisti. Beatrice ha rassicurato: la sua italianità «include sia stranieri che lavorano in Italia, che italiani che lavorano all’estero», ma per ora ciò che si sa sono i nomi dei curatori e i titoli – criptici, in verità – delle cinque sezioni che la comporranno.
Sono Luca Massimo Barbero (“La mia immagine è ciò da cui mi faccio rappresentare: l’autoritratto, il cibo, i gatti, la palestra, me stesso, i viaggi e vari ammennicoli”); Francesco Bonami (“Memoria piena. Una stanza solo per sé”); Emanuela Mazzonis di Pralafera (“Il tempo delle immagini. Immagini fuori controllo?”); Alessandra Troncone (“Il corpo incompiuto”). Il quinto curatore, Francesco Stocchi, che è anche il direttore del Maxxi (scelto da Giuli), non ha mandato in conferenza stampa nemmeno il titolo della sua sezione. Per ora si intitola “Quadriennale 2025”. Chissà che non trovi negli archivi degli anni Trenta qualcosa che possa ispirarlo.