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 2024  novembre 19 Martedì calendario

Milei fa il guastafeste, spariglia le carte e irrita gli ospiti

Rio de Janeiro Ancor prima di atterrare a Rio per il G20, Javier Milei aveva cominciato a rovinare la festa del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Tra tensioni globali, due guerre e l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, era ovvio che sarebbe stato difficile trovare consenso sul documento finale. Ma il presidente argentino Milei, forte sostenitore di Trump e rivale di Lula, di certo l’ha reso più complicato.
Gli sherpa argentini si sono opposti ad una serie di passaggi, come l’impegno «per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne» o i cambiamenti climatici, e altri che avevano accettato in precedenza, come una frase a favore di una tassa sui superricchi. Ieri mattina l’Argentina era stata l’unico dei 20 Paesi a rifiutare di aderire all’«Alleanza globale contro la fame e la povertà» lanciata da Lula a questo summit e per lui importante quanto il comunicato finale. Alla fine ha rimosso la riserva sull’Alleanza, ma non senza un asterisco: sul sito brasiliano appaiono cinque pagine in cui l’Argentina spiega di non essere d’accordo con la nozione di una piena applicazione dell’agenda 2030 dell’Onu (Milei la detesta) che include l’obiettivo di sradicare la fame e la povertà. Secondo la testata Folha de Sao Paulo il Brasile non aveva intenzione di cedere sugli altri punti della bozza. Secondo Bloomberg il riferimento ai superricchi era destinato ad essere incluso.
La rivalità tra i due leader non è nuova. Sono in competizione economica e hanno visioni opposte sui cambiamenti climatici e il ruolo del governo nella società. L’anno scorso Lula mandò un team di consulenti elettorali ad aiutare al rivale di Milei nelle elezioni. E il leader argentino lo ha classificato tra i «comunisti» con cui non vuole lavorare. Mentre il padrone di casa ha accolto gli altri leader del G20 con abbracci e sorrisi, a Milei – arrivato in ritardo con l’onnipresente sorella Karina (lo ha accompagnato già a Davos, al G7 e all’Assemblea generale dell’Onu) – ha riservato una breve stretta di mano. Era il suo primo G20 e quando ha parlato (il penultimo) si è assicurato che il suo discorso fosse memorabile; la sua appassionata difesa del capitalismo, definito l’unico strumento per porre fine alla fame e alla povertà, è stata applaudita solo dalla delegazione argentina, secondo il quotidiano Metropoles.
Non solo il Brasile era infastidito, si sentivano anche in altre delegazioni lamentele nei confronti di Milei visto come un sabotatore mandato da Trump che stava «trasformando il G20 in G19» e attaccando il valore del multilateralismo mentre peraltro dalla Cop29 giunge l’appello di dare un segnale forte sul clima.
Il presidente francese Emmanuel Macron invece è stato visto chiacchierare amabilmente con lui. Nella foto di gruppo di ieri ridono in seconda fila, alle spalle di Lula. Macron vuole fargli capire che rischia l’isolamento dell’Argentina e invitarlo a preservare l’ordine internazionale dopo l’insediamento di Trump.