Il Fatto Quotidiano , 18 novembre 2024
La Gkn è ancora in piedi
Firenze ieri mattina ha ospitato ancora una grande assemblea di piazza dell’ex Gkn. Un migliaio circa hanno sfidato la pioggia per un incontro che ha ribadito che la lotta va avanti, che si unirà alle scadenze di piazza programmate, a partire dallo sciopero generale del 29 novembre e punta decisamente al proprio obiettivo: la riconversione della fabbrica abbandonata dalla proprietà. Oltre alla piazza, le parole di questa lotta sono ora in un libro, un lungo cammino di “corpo a corpo” che Dario Salvetti del Collettivo di Fabbrica e la giornalista Gea Scancarello hanno ripercorso in Questo lavoro non è vita. Stavolta la storia la raccontano gli operai.
Una narrazione diretta, non filtrata da interpretazioni. Un racconto che non assume mai toni drammatici, nonostante la consapevolezza che la strada per la riconversione della fabbrica è ancora lunga. Così parlava il collettivo lo scorso 31 dicembre: “Confessiamo il nostro imbarazzo come operaie e operai Gkn per avervi chiamato qua per i nostri licenziamenti, come se questo fosse l’unico problema. Purtroppo usare il termine dramma quando si parla di licenziamenti è grottesco di fronte a quello che accade a Gaza, ma abbiamo il compito di tenere insieme questo relativo e questo assoluto”.
Il punto “relativo”: dopo il 9 luglio 2021, con la fuga del colosso che delocalizza all’estero, il Collettivo sceglie di cambiare lo slogan “Gkn non si tocca” in “Insorgiamo”. Il primo lascia intendere che il resto si possa toccare, il secondo connette Gkn alla Breda, a Termini Imerese, a Pomigliano e a tante altre vertenze con cui il collettivo si era mostrato solidale. Appartenevano alla stessa storia: quella della crisi industriale e della deindustrializzazione del Paese. La Gkn è stata l’ultima tappa e i lavoratori hanno reputato importante creare un precedente positivo. “Insorgiamo”, un invito collettivo a cambiare i rapporti di forza perché “se cambiano i rapporti di forza, cambiano a favore di tutte e tutti”.
“L’assoluto” di cui parlano i lavoratori è invece il tentativo di connettere Gkn al mondo: “Per questo, per altro e per tutto”. Lo scrivono così: “Per altro: in solidarietà alla tua condizione. Per tutto: nella consapevolezza dell’interconnessione di tutte le lotte. È il riassunto della convergenza”. In questo senso la vicenda della Gkn si rivolge al Paese intero e ne supera anche i confini col tentativo di attivare meccanismi di convergenza tra lotte.
Un esempio è il piano industriale che gli operai hanno stilato con gli economisti del Sant’Anna di Pisa. L’obiettivo non era solo evitare che lo stabilimento diventasse l’ennesimo relitto industriale, ma far sì che, quando e se si tornerà a produrre, lo si faccia bene (le “cargobike”), non limitandosi al mantenimento dello stipendio, ma generando “profitto sociale” in direzione della transizione ecologica. È stato un lavoro di lotta, di ricerca e di valorizzazione collettivo: a inizio ottobre le adesioni all’azionariato popolare hanno sfondato il milione di euro. Ieri si è deciso di rilanciare.