la Repubblica, 18 novembre 2024
Sinner batte ancora Fritz e chiude da padrone A Torino cinque vittorie senza lasciare un set l’ultimo a riuscirci era stato Lendl nel 1986. Da giovedì guiderà l’assalto azzurro alla Davis
TORINO – Jannik Winner. Il primo italiano a conquistare due titoli Slam nella stessa stagione, Australian e Us Open, il primo a raggiungere il numero 1 della classifica, il primo a chiudere l’anno al vertice del ranking Atp e, ora, il primo a vincere le Finals. Il primo anche a raggiungere oltre 32 milioni di guadagni in carriera solo sul campo, 17 solo quest’anno ai quali vanno aggiunti i cinque milioni e mezzo dell’esibizione tra i re a Riad, chiaramente senza contare le sponsorizzazioni. Signore e signori, Jannik Sinner.
Alzi la mano chi si aspettava tutto questo. Nemmeno lui. «Sono sorpreso anch’io, non pensavo un anno fa di poter fare una stagione come questa. Ho cercato di migliorarmi, di trovare una chiave e ci sono riuscito. Non c’è posto migliore per chiudere la stagione, un evento molto speciale. Sono molto molto felice». E non è finita, perché potrebbe arrivare un altro successo a chiudere una stagione memorabile, la Davis, da giovedì a Malaga. Ma questa è un’altra storia.
C’era Taylor Fritz tra Sinner e il trionfo. Come a Flushing Meadows, come qui martedì scorso. E anche stavolta ha vinto il più forte. Un’ora e ventiquattro minuti per un doppio 6-4, stesso punteggio del girone di qualificazione intitolato a Ilie Nastase, ma sedici minuti in meno.
Eppure sembrava ci fosse più partita, che l’americano avesse trovato qualche arma nuova, come rispondere vicinissimo alla riga di fondo, per esempio. Ma se nel calcio e nel basket pesano le maglie – giocare con Inter, Milan, Juve, Armani, Virtus è un altro sport – nel tennis ci sono punti che contano più degli altri. E la differenza tra il numero 1 e il nuovo 4 sta in questo, la capacità di cogliere le opportunità, spesso una sola opportunità. È stato così, una battaglia di servizi e punti vincenti, di aggressività ma non si aveva mai la sensazione che la partita fosse in equilibrio. Si aspettava solo il momento di un allungo, avvenuto al settimo gioco con una smorzata, poi una palla break salvata al decimo gioco per il primo 6-4. Nel secondo un break al quinto e via verso un altro 6-4. Quattordici ace contro otto, 83% di punti conquistati con la prima palla contro 70. Cinque partite vinte di fila, dieci set consecutivi, mai un momento se nondi crisi quantomeno di difficoltà. L’ultimo a compiere un percorso così netto era stato Ivan Lendl, 1986, New York, Madison Square Garden, altra epoca, altro tennis. L’unico a mettere in difficoltà Sinner è stato il tappo dello spumante che non voleva sbocciare, poiJannik si è divertito a bagnare il presidente federale Binaghi. Tribune illuminate con i bracciali dai colori blu, verde, rosso, bianco, solite macchie arancioni, i cori e gli olè olè olè olè Sinner, l’inno d’Italia cantato da Virginia Bocelli, dodicenne figlia di Andrea, il coach dell’Armani Ettore Messina e chef Carlo Cracco tra gli spettatori. Braccia al cielo alla fine, il massimo dell’esultanza per uno che, per sua stessa ammissione, fatica a mostrare le sue emozioni, abbracci con il clan, con la famiglia. E festa in campo.
In questo momento solo Carlitos Alcaraz e Sascha Zverev sono in grado di competere con Sinner. Con una differenza, certificata dalla classifica finale: il numero 1 ha una continuità di rendimento decisamente superiore e nessuno degli altri, dal quarto in giù, riesce su superfici come quella di Torino a metterlo in difficoltà.
Per Sinner è il primo successo in Italia, l’unico precedente erano state le Next Gen Finals di Milano nel 2019. Sembra uno scherzo di un destino meraviglioso, da Milano a Torino – che gli concederà la cittadinanza onoraria, parola di sindaco Stefano Lo Russo – per magari ritornare a Milano tra tre anni, come sede delle prossimeFinals.