Corriere della Sera, 18 novembre 2024
Manfredi all’Anci
Il nuovo presidente dell’Anci sarà il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, mentre il collega di Torino Stefano Lo Russo, suo sfidante, gli farà da vice.
Il Pd, a poche ore dall’Assemblea nazionale dei Comuni italiani, ha siglato un’intesa politica per uscire da un’insidiosa paralisi. Mercoledì, a Torino, inizierà infatti il congresso per eleggere il nuovo «sindaco dei sindaci», ma la contrapposizione tra Nord e Sud aveva portato in un vicolo cieco. Così, visto che al Lingotto arriverà anche Sergio Mattarella, gli azionisti di maggioranza del Partito democratico hanno accelerato, anche per evitare una figuraccia davanti al presidente della Repubblica. Si è scongiurato, insomma, la replica di una telenovela stile 2011, quando i sindaci di centrosinistra furono costretti a improvvisare delle «primarie» tra il barese Michele Emiliano e il reggiano Graziano Delrio, a un’ora dalla votazione, per evitare di presentarsi spaccati in assemblea. E anche stavolta, nonostante il predominio del centrodestra a livello nazionale resti granitico, il pallino per la presidenza Anci è rimasto in mano al Pd, che conta una solida maggioranza tra i sindaci-delegati a votare.
Il dopo Decaro
Fissata il 20 novembre l’assemblea con Mattarella per scegliere
il dopo Decaro
Così, ieri pomeriggio, dal Nazareno hanno organizzato una riunione in video alla quale hanno partecipato tutti i giocatori di questo «risiko comunale», capitanati dalla segretaria dem Elly Schlein, che finora, almeno formalmente, si era tenuta fuori dalla partita. E a meno di colpi di scena odierni, sarebbe stata trovata una quadra che farebbe felici tutti, o quasi. Dopo 8 anni di presidenza del barese Antonio Decaro, sarà un altro sindaco del Sud a guidare gli oltre 7.200 Comuni. Quest’accordo politico prevede un importante riconoscimento per Lo Russo, che oltre a diventare il numero due di Anci entrerà nella segreteria nazionale del Partito democratico, con l’incarico di «coordinatore dei sindaci», ruolo rimasto vacante dopo che l’ex primo cittadino di Pesaro Matteo Ricci è stato eletto eurodeputato. Si tratta di un «prezzo» non scontato negli equilibri del Nazareno, saldi a sinistra. Lo Russo è infatti spiccatamente «riformista». Così, oltre al senatore Alessandro Alfieri, nella segreteria dem entrerà un altro esponente della minoranza interna.
Resta però da registrare il punto chiave di tutta questa operazione. E sullo sfondo c’è sempre lui, l’eterno «promesso alleato» Giuseppe Conte. La segretaria Schlein, finora, aveva tentato una strategia soft, sperando che il duellante «nordista» e quello «sudista» trovassero un accordo tra loro. Ma alla fine, Schlein è stata costretta a prendere il toro per le corna. Fin dall’inizio, la leader dem aveva una netta preferenza per Manfredi, sindaco civico a lei vicino, ma legatissimo anche a Conte, di cui fu ministro nel suo secondo governo. Il motivo per cui la segretaria del Pd non ha mollato Manfredi di un millimetro sta tutto qui: è il segno che c’è ancora la forte volontà di tenere una porta aperta all’asse con il Movimento Cinque Stelle. E se nella contesa per Anci fosse uscito incoronato Lo Russo, sarebbe stato come mettere un dito nell’occhio a Conte, possibilità che al Nazareno hanno voluto scongiurare. È anche per questo che negli ultimi tre giorni non era decollata l’ipotesi di cercare un «terzo nome» tra i sindaci delle città medie, per sbrogliare questa complicata matassa. Poi, dopo il pranzo domenicale, è stato messo sul tavolo il tandem Manfredi-Lo Russo ed è arrivata la (video) stretta di mano.