Corriere della Sera, 18 novembre 2024
Intervista a Mikhailo Podolyak
KIEV «Sto attendendo il comunicato ufficiale da Washington sulla decisione di permetterci di lanciare missili Atacms nel profondo delle regioni nemiche prima di esprimermi con più completezza. Ma la logica è questa, conseguente alla nuova alleanza tra Mosca e Pyongyang. Per Washington è anche una questione di prestigio globale e di strategia per il collasso della reputazione della Russia», ci dice Mikhailo Podolyak.
Il noto consigliere del presidente Zelensky risponde dal suo ufficio di Kiev.
Come legge la mossa di Biden?
«La Russia deve uscire dal mercato globale delle armi. Dal punto di vista americano, ci sono molti ritorni politici ed economici che risultano dalla sconfitta della Russia. Ovvio che non si può dominare il mondo ignorando un Paese autoritario che distrugge le tradizioni politiche americane e forma un’alleanza aggressiva volta a stravolgere gli equilibri mondiali. Sono certo che le forniture di armi americane continueranno da Biden a Trump».
L’Europa potrebbe sostituirsi agli americani?
«Non è una domanda semplice. A livello formale certo. Ma per farlo l’Europa deve abbandonare l’eccessiva burocrazia nelle decisioni militari, investire molto di più nella produzione bellica e ristrutturare i propri centri di intelligence. Necessitano soluzioni rapide anticrisi. Insomma, con la giusta logica, tutto è possibile».
Quali sono i lati positivi di Trump?
«Vedo un punto chiave nel suo comportamento: se una decisione deve essere presa, va presa qui e ora. Non domani, non nel prossimo mandato elettorale. Con lui ci sono meno discussioni e più leadership. Trump è interessato a realizzare progetti di successo. Sostiene il principio della pace con la forza: è pronto a dimostrare che, se qualcuno viola leggi e accordi, deve essere costretto a rispettarli. E va aggiunto che Putin mira ben più che alla rapina dei territori ucraini: per restare attore globale necessita di violare le regole nel modo più plateale possibile. Ieri attaccava l’Occidente, d’ora in poi dovrà affossare direttamente la reputazione di Trump. Di conseguenza, lo scontro frontale è scontato, inevitabile».
Dopo la telefonata di Scholz a Putin, teme che gli europei in ordine sparso rompano l’embargo antirusso?
«La telefonata appare in sé strana, illogica, persino provocatoria. Cosa avrebbe dovuto risolvere? La Russia aveva dato qualche segno di essere disposta a fermare l’aggressione? Assolutamente no! Al contrario, Putin sta continuamente alzando la posta in gioco: attacchi missilistici massici e dimostrativi, alleanza militare con la Corea del Nord, continue dichiarazioni sulla necessità della resa ucraina, della fine della sua sovranità e libertà. In questo contesto, la telefonata di Scholz legittima Putin. Valutiamo le conseguenze, perché voglio ripetere l’ovvia verità: la Russia va respinta con la forza, non può essere convinta con la ragione. Non possiamo regalare a Putin il diritto di dominare l’Ucraina e l’Europa. E sono convinto che l’Europa non distruggerà il fronte comune contro l’autocrazia russa, le conseguenze sarebbero troppo gravi».
La Corea del Nord
La Nato e la Ue devono riflettere. Pyongyang ha mandato un esercito d’invasione in Europa
Cosa fa credere a Zelensky che il 2025 porterà la pace?
«Stanno terminando la risorse, anche quelle russe. E noi dobbiamo dare risposte dure, precise. Altrimenti la Corea del Nord inizierà a rivendicare un ruolo in Europa. Ecco uno dei motivi per cui possiamo attaccare la Russia in profondità con le armi occidentali, dobbiamo destabilizzare la loro società interna, fomentare scioperi e malcontento».
Coglie aperture da Putin?
«No, no e no. Non posso credere che in Europa ci si possa ancora illudere. Putin non vuole e non è pronto alla pace. Nella sua testa mira ancora a vendicare la sconfitta sovietica nella Guerra fredda».
Siamo a mille giorni di guerra. Potete resistere?
«Non abbiamo altra strada che la resistenza. Ci servono armi e consegne veloci».
Come reagire alle truppe nordcoreane in Russia?
«Credo che la Nato e le istituzioni europee debbano riflettere e reagire molto più fermamente. Pyongyang ha mandato un esercito d’invasione in Europa».
Davvero l’amministrazione Trump vorrebbe indire elezioni per liberarsi di Zelensky?
«Assolutamente no. Nulla. Tutta propaganda del Cremlino. In Ucraina si voterà alla fine della guerra e tutti noi dobbiamo lavorare per costringere la Russia alla pace».