Avvenire, 17 novembre 2024
A Potenza si protesta per una doccia
Da settimane, a Potenza e in altri 28 comuni della Basilicata, ogni giorno l’erogazione di acqua viene interrotta alle ore 18.30 (il sabato alle 23) e poi viene ripristinata alle 6.30, ma in alcuni casi anche più tardi. La crisi idrica dello schema Basento-Camastra è ormai diventata un’emergenza per famiglie e imprese: nel capoluogo lucano ieri è stata la giornata della protesta che ha portato in piazza centinaia di persone, tra cui molti studenti che hanno, tra l’altro, rivendicato con ironia, ma non troppo, il «diritto alla doccia». Nei primi giorni delle restrizioni dell’erogazione idrica, cominciate già in estate, le polemiche si erano sviluppate soprattutto sui social. Nelle ultime due settimane, il livello di tensione si è innalzato fino ad arrivare sotto i Palazzi, in seguito alla decisione dell’Unità di crisi – con a capo il presidente della Regione, Vito Bardi (Forza Italia), nominato dal governo commissario per l’emergenza – di far confluire l’acqua del fiume Basento nella diga del Camastra. Ormai vuoto, l’invaso artificiale è al centro delle difficoltà di approvvigionamento per i 29 Comuni (su un totale di 131 lucani) in cui abitano circa 140mila persone (oltre 60mila a Potenza). «Il Basento ci fa paura», hanno urlato i manifestanti, preoccupati per i livelli di inquinamento del fiume lucano più importante. Finora però i controlli effettuati dall’Arpa Basilicata sono stati rassicuranti, come ricordato in un videomessaggio dal governatore Bardi, e nei prossimi giorni sarà chiesta anche la collaborazione dell’Istituto superiore di sanità.