Avvenire, 17 novembre 2024
L’Amazzonia è sotto la scure della siccità
Senza cibo né istruzione: è la realtà che, secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Unicef, colpisce più di 420mila bambini in Brasile, Colombia e Perù a causa della siccità che ha lasciato i fiumi del bacino amazzonico al minimo storico. Un’emergenza globale le cui conseguenze ricadono in modo duro sui più fragili ed evidenziano la vulnerabilità di una regione già sotto pressione per deforestazione e incendi.
In Amazzonia, fiumi e canali sono essenziali per il trasporto di cibo, acqua potabile, carburante e forniture mediche.
Anche l’accesso a scuole e ospedali dipende in gran parte dalla navigazione, e quando questi fiumi si prosciugano, la vita delle persone viene sconvolta.
«Stiamo assistendo alla devastazione di un ecosistema essenziale su cui le famiglie fanno affidamento, lasciando molti bambini senza accesso a cibo, acqua, assistenza sanitaria e scuole adeguate», ha spiegato la direttrice generale dell’Ufficio per l’ìnfanzia dell’Onu, Catherine Russell. «Dobbiamo mitigare gli effetti delle crisi climatiche estreme per proteggere i bambini di oggi e le generazioni future. La salute dell’Amazzonia influisce sulla salute di tutti noi», ha sottolineato, lanciando un appello ai leader mondiali presenti della Cop29. Secondo il rapporto, in Brasile la siccità ha portato alla chiusura di oltre 1.700 scuole e 760 centri sanitari. In Colombia, i livelli dell’acqua dei fiumi sono scesi fino all’80%, interrompendo l’approvvigionamento di acqua potabile e limitando le scorte alimentari. La situazione ha costretto oltre 130 scuole a sospendere le lezioni, mettendo a rischio non solo la salute dei bambini, ma anche aumentando il pericolo di reclutamento e sfruttamento dei minori da parte di gruppi armati. In Perù, la regione di Loreto, nella parte nord-orientale del Paese, è una delle più colpite dalla siccità. Qui, oltre 50 centri sanitari sono diventati inaccessibili, e gli incendi boschivi alimentati dalla scarsità di piogge stanno distruggendo interi ecosistemi, causando una devastazione senza precedenti e la perdita di biodiversità in 22 delle 26 regioni, oltre ad aumentare l’inquinamento atmosferico a livello locale e regionale.