Corriere della Sera, 17 novembre 2024
Filippo Tortu vuole portare Sinner a mangiare l’osso buco
TORINO La risata fuori dal campo più fragorosa della settimana torinese gliel’ha strappata Filippo Tortu, che l’ha aspettato dopo la vittoria su De Minaur all’esordio nelle Atp Finals: «L’ultima volta che mi hanno fatto attendere tanto, era per una ragazza...». Filippo e Jannik si stimano, si piacciono, si sentono. Ogni incontro tra oro olimpico e due titoli Slam diventa una festa.
Filippo, com’è il suo Sinner?
«Un ragazzo semplice, alla mano, simpatico. Non ci vedevamo da giugno, era la mattina della staffetta all’Europeo di atletica di Roma: ci eravamo trovati entrambi all’Istituto dello sport del Coni per fare le visite mediche pre-Olimpiade di Parigi».
La prima volta?
«A Roma, nel 2019. Io ero di ritorno dal Mondiale di staffette, volevano farmi conoscere Tsitsipas ma io ho insistito per incontrare Jannik. Eravamo più piccoli e più timidi ma lui è sempre stato curioso del mio mondo. Su un punto ci siamo subito trovati d’accordo: la stranezza di girare per il pianeta senza mai riuscire a vedere niente...».
Lei juventino, lui milanista.
«La fede calcistica non la tocchiamo!».
Cosa le chiede Jannik del suo sprint?
«È stupito: lui una partita la può riprendere e cambiare, nello sprint non c’è il tempo materiale. Io non potrei mai fare una cosa che dura pochi secondi, mi ha detto».
Infatti ha lasciato lo sci per il tennis.
«A Torino l’ho visto cambiato: al nostro primo incontro ero più alto io, oggi Jannik è una pertica. Cosa caspita ti sei mangiato? gli ho chiesto. Mi piacerebbe molto invitarlo a casa mia, in Brianza».
Verrà?
«A dicembre passerà da Milano: se ha tempo vorrei portarlo a mangiare il risotto con l’ossobuco o la cassoeula».
Lontano dai tornei, però. Gli ha raccontato quanto è bella l’Olimpiade?
«Gli ho detto che è diversa da qualsiasi altro torneo che abbia mai fatto. Gli auguro di riuscire a vivere l’esperienza, prima o poi».