Corriere della Sera, 17 novembre 2024
Due bengala nel cortile della casa di Netanyahu
Alle 19.30, ora di Israele, i due bengala illuminano il cielo buio sopra la villa dei Netanyahu a Cesarea e le strade attorno che per questo sabato sera sono vuote, nessuno sta urlando slogan contro il primo ministro. I manifestanti avevano scelto di piazzarsi davanti alla residenza di Gerusalemme dove il capo del governo abita con la moglie. Eppure quei razzi traccianti sono il segnale che la protesta si sta incattivendo. Così la polizia e lo Shin Bet, i servizi segreti interni, parlano di «pericoloso innalzamento» della minaccia e il presidente Isaac Herzog invita a frenare «la violenza nella sfera pubblica». Mentre Yair Lapid e Benny Gantz, alla guida dell’opposizione, condannano l’incidente e chiedono indagini rapide «per trovare i colpevoli».
I proiettili pirotecnici sono usati anche sulle barche per lanciare richieste di soccorso e indicare la posizione, gli investigatori sono convinti che siano stati sparati dal mare in direzione delle abitazioni nella cittadina a nord di Tel Aviv: sarebbero caduti nel giardino della casa privata di Bibi, com’è soprannominato. La villa era stata bersagliata dall’Hezbollah libanese il 19 ottobre: tre droni esplosivi avevano sorvolato il nord di Israele, uno era riuscito a penetrare le difese anti-missile e neppure gli elicotteri Apache erano riusciti a distruggerlo prima che si abbattesse nel parco, tra la piscina e i muri esterni. Da allora il premier e Sara non passano più i fine settimana a Cesarea e lo Shin Bet ha suggerito di rinviare il matrimonio dell’ultimogenito Avner perché il luogo scelto per festeggiare le nozze è nel raggio d’azione dei velivoli pilotati a distanza usati dal gruppo sciita armato dall’Iran. Ogni sabato sera migliaia di israeliani protestano per spingere il governo a negoziare il ritorno dei 97 ostaggi, tra loro oltre la metà sarebbe morta, ancora tenuti da Hamas a Gaza.