Il Messaggero, 16 novembre 2024
A Roma c’è un Gran Ballo Viennese
Una favola che dura il tempo di un ballo, una parte fanciullesca che non può essere trascurata. Ecco perché tanti volti noti dello sport e dello spettacolo hanno accettato di prendere parte al Gran Ballo Viennese di Roma, organizzato dal 2007 da Elvia Venosa e ospitato all’Acquario Romano. C’era Rigivan Ganeshamoorthy l’atleta paralimpico romano di origine srilankese, tre record mondiali ai Giochi di Parigi nel lancio del disco, intento a chiacchierare con lo schermidore Stefano Pantano. Campioni ed emozioni. La ballerina Francesca Tocca ha vissuto il ballo anche nelle vesti di insegnante, mentre il musicista e performer Agostino Penna vincitore di “Tale e Quale Show 9” si godeva la serata, come Umberto Gaudino ballerino professionista del programma “Amici – di Maria De Filippi”.Tra i tavoli si riconoscevano poi Naomi Buonomo professoressa de L’Eredità e Tiziana Giardoni moglie del cantante Stefano d’Orazio; da parte di tutti ripetuti applausi per la performance canora di Samantha Discolpa già vista ad Amici, per la musica dell’Orchestra “Vincenzo Bellini” diretta dal Maestro Lorenzo Lupi e per la conduzione di Marianna Taormina. Fluttuanti ragazze in abito bianco, provenienti da ogni parte d’Italia tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Umbria, Lazio, Campania, Calabria, Marche e Sicilia, hanno così realizzato il loro sogno: principesse per una notte prendendo parte alla cerimonia d’apertura al fianco di cavalieri in alta uniforme appartenenti ai Granatieri di Sardegna dell’Esercito Italiano. Ad essere incoronata principessa del Charity Ball che anche quest’anno ha voluto sostenere i progetti dell’Associazione Frida – Donne che sostengono le donne, è stata la studentessa romana Ilaria Mostarda che con il suo cavaliere Giovanni Tolone rappresenterà l’Italia al prestigioso Ballo dei Balli trasmesso in mondovisione dall’Opera di Vienna. «Quando abbiamo sentito i nostri nomi – racconta un’emozionata Mostarda – io e Giovanni, il mio cavaliere, ci siamo guardati increduli».